Il barbuto vestito
di nero (nome impronunciabile e ancor meno ricordabile), che ha proclamato il
“califfato” in medio oriente, è un personaggio curioso. E’ saltato fuori che
era prigioniero a Guantanamo, con la tuta arancione. Prigioniero per quattro
anni.
Poi è stato
“rilasciato” dagli americani. E comincio a non capire. Soprattutto quando
riappare in Siria e comincia a mettere insieme i vari pezzi del cosiddetto
“estremismo islamico”. In Siria i cosiddetti ribelli al regime di Assad figlio
comprendono almeno esponenti di venti etnie diverse del Medio Oriente. E sono
armati, chissà per quali vie, di armi sofisticate, per lo più di fabbricazione
americana. E continuo a non capire.
Poi salta fuori,
quasi di straforo, una notizia che stupisce. Israele ha commissionato a due
ditte americane delle prospezioni idrogeologiche nel Mediterraneo. Ed è
risultato che dalle foci del Nilo fino alla Grecia vi siano due importantissimi
giacimenti di gas e un altrettanto importante giacimento di petrolio. 9.5
miliardi di metri cubi di gas e circa 8 miliardi di barili di greggio, si
stima. Almeno come primo acchito. Anche l’Italia ne ha una piccola percentuale.
Improvvisamente,
nello spazio di 45/50 giorni scoppia la “primavera araba”, dall’Iran (subito
fermata) alla Turchia (ferma reazione), all’Egitto (colpo di stato dei
Militari), alla Siria (guerra civile in atto), alla Libia (caos tribale, per
eufemismo), alla Tunisia (tranquillizzato, per ora). Ci hanno provato anche in
Mali, ma la presenza di 3000 parà della legione Straniera Francese ha dissuaso
le teste calde estremiste, non prima però che riuscissero a distruggere una
enorme quantità di reperti archeologici a Timbuctù. Come sempre.
Ora stiamo
assistendo all’allargarsi dell’occupazione dei miliziani dell’ISIS di frazioni
di territorio a cavallo di Siria ed Iraq. Sono pesantemente armati, e con mezzi
sofisticati. Da dove arrivano tali armi? Continuo a non capire.
Ora vediamo un po’:
prima per gli yankee il siriano Assad
era il nemico giurato, probabilmente il prossimo ad essere fatto fuori, come
Saddam Hussein, come Gheddafi, come Mubarak. Però in Siria c’è una basa navale
della Marina da Guerra Russa. Obama ha dovuto rinunciare: Putin ha tolto la
ruggine dai missili ed ha dimostrato di non tollerare ingerenze altrui (quando la Georgia , sobillata da
agenti della stella a sei punte, ha cominciato a starnazzare, dopo un paio di
avvertimenti, il Cremlino ha mandato le divisioni corazzate ed in tre giorni ha
ristabilito la situazione. Che, in soldoni, vuol dire: “il petrolio ed il gas
di Baku, del Caspio e del Caucaso è roba nostra. Giù le mani”).
In Siria i servizi
americani ed israeliani hanno allora armato una miscellanea di teste calde ed è
cominciato il macello: oltre duecento mila morti.
Ora è la volta
dell’ISIS, il califfato da crearsi. Sarebbe interessante sapere da dove
arrivano le armi che i tagliagole posseggono, e chi dà loro i fondi. I Paesi
del Golfo, per tenere i pasticci lontano da casa propria? Può essere, ma è una
risposta parziale e non esaustiva. Di più i tagliagole hanno dimostrato la vera
faccia dell’islam quando ha un minimo di forza. La mattanza per loro è un
piacere, in cui cercano di sfogare secolari frustrazioni.
Alle teste di
birillo americane il giochetto è sfuggito di mano, ed ora, sotto la spinta
della pubblica opinione, Obama deve bombardare un po’ quelli che credeva di
poter usare. Schizofrenia politica yankee.
E continuo a non
capire.
Prima il regime
siriano era il cattivo. Oggi si deve bombardare i suoi ribelli. Prima dei Curdi
non fregava nulla a nessuno, oggi si mandano loro armi in funzione anti ISIS.
Ovunque mettano
mano gli americani fanno pasticci epocali. Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, per
citare gli ultimi esempi. Con alcuni servitori sciocchi Europei che li seguono
a ruota: Inghilterra e Francia, ad esempio.
Converrete con me
che il quadro ha una lettura difficile, quasi incomprensibile. Di qui i nervi
che facilmente si ribellano.
Poi la chiave di
lettura si illumina: basta fare un passo indietro e considerare tutta la
faccenda come in un unico quadro strategico.
Gli yankee sanno
che il loro impero sta per finire. Vogliono prolungarlo. Solo con guerre
possibilmente delocalizzate e lontane da casa possono provarci. Cosa c’è di
meglio che scatenare le popolazioni islamiche contro l’odiata Europa? Lucrare
sul petrolio, fungere da gendarme mondiale, mettere in crisi prima il
Mediterraneo, poi il Vecchio Continente (non a caso bombardarono la Serbia !), impedire che le
“province” del loro impero (i Paesi Europei) si affranchino e si rendano
indipendenti, in tutti i sensi: questa è la strategia degli SUA, col loro
servo-padrone Israele al fianco.
I gas che Saddam
usò contro i Curdi era americano; le armi dei “ribelli” siriani sono americano,
le armi ed i dollari dell’ISIS sono americani……
L’Ukraina stessa è
stata sobillata da un ebreo, Soros, al servizio della potentissima banca ebrea
Goldman Sachs: finanziò i manifestanti di Kiev che fecero deporre il legittimo
Presidente Ucraino ed insediarono un governo fantoccio, presieduto da un ebreo.
Lo scopo non dichiarato era duplice: creare un punto di crisi con la Russia , per aver mano
libera con l’islam, e costringere Putin a chiudere i rubinetti del gas, per
vendere ad un Europa infreddolita a carissimo prezzo l’energia a stelle e
strisce. Un viaggio, due servizi.
Vista così la
scena mondiale ha un senso ed una chiave di lettura abbastanza credibile e
verosimile.
Solo che dalla
crisi di nervi sono passato all’icazzatura più nera.
Fabrizio Belloni