lunedì 28 aprile 2014

Putin: “Cosa vuol dire essere russi?”



 
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Proponiamo qui di seguito la traduzione della risposta data da Putin in occasione della conferenza annuale “Domanda-Risposta” del 17 Aprile scorso, in cui il presidente ha illustrato al grande pubblico la sua idea sulle caratteristiche essenziali e peculiari del popolo russo.
  
VLADIMIR PUTIN: Ho pensato a lungo su come dare una risposta esaustiva alla seguente domanda. Non è un quesito da liquidare in un semplice botta e risposta. Questo è piuttosto un interrogativo di natura filosofica. Ve lo esporrò. Tale quesito è stato posto da Yekaterina Shcherbonos di San Pietroburgo: “Lo sto chiedendo a te in veste di politico, ma preferirei ricevere una risposta personale più che di tipo formale. Che cosa significa per te il popolo russo? Dall’alto della tua posizione hai visitato probabilmente tutti i Paesi del mondo. Hai conosciuto una lunga lista di Nazioni e comunità etniche e avrai approfondito le loro tradizioni culturali, le usanze nazionali, la cucina e l’arte. E’ in un simile quadro che mi viene da chiedere che cosa significa, nella tua ottica personale, essere russi. Quale idea hai dei pregi e dei difetti di questo popolo, dei suoi punti deboli e di forza?”.  

Ebbene, alcuni sedicenti esperti asseriscono che un popolo inteso come comunità non presenta tratti comuni specifici, che solo i singoli individui possiedono questi ultimi. Trovo difficile prendere per buona una posizione come questa perché se un popolo condivide la stessa lingua, vive nello stesso Stato, nello stesso territorio con un determinato clima e se ha valori culturali e una storia comune, allora avrà di conseguenza peculiarità che lo tengono unito. 

Proprio come accaduto per il nostro popolo, il nostro Paese, quasi fosse una calamita, ha raccolto anche comunità appartenenti ad altri gruppi etnici, differenti Nazioni e nazionalità. Il destino ha voluto che proprio questo fattore divenisse la pietra angolare non soltanto del nostro patrimonio culturale comune ma anche delle nostre particolari specificità etniche, che sono il risultato degli intrecci sviluppatisi nel corso di tutti questo secoli, e persino millenni, con matrimoni misti tra le diverse comunità.  

Tra l’altro proprio questo nostro patrimonio etnico è oggi con ogni probabilità, di fatto anzi quasi con certezza, uno dei maggiori punti di forza nella competizione globale odierna. Tale patrimonio è molto flessibile ma al tempo stesso destinato a durare nel tempo. Spesso noi ce ne dimentichiamo, ma resta senza dubbio sempre una nostra risorsa fondamentale. 

Allora, quali sono le nostre caratteristiche peculiari? Senza dubbio le abbiamo e credo che esse si reggano soprattutto sui valori culturali. Mi sembra che il cittadino comune russo, o comunque parlando su scala più ampia, il cittadino della sfera culturale russa, accordi importanza primaria al suo, o alla sua, più alta dimensione morale, alcuni addirittura ai valori etici più elevati a cui tendere. E’ per tale motivo che il cittadino russo, o della sfera culturale russa, non esaurisce la propria vita nella sola soddisfazione della propria persona…  

Non v’è dubbio che nella vita quotidiana ognuno di noi pensi a come ottenere un tenore di vita più benestante e soddisfacente, ad essere il più possibile in condizioni materiali ottimali e ad aiutare la nostra famiglia ma, nonostante tutto, questi non sono i nostri principi fondamentali. Il nostro popolo è aperto verso la solidarietà. I valori propagandati dall’Occidente restano diversi e sono incentrati sull’esaltazione dell’individualismo: il successo personale è visto come base irrinunciabile per una vita felice e questo è un dato riconosciuto di fatto dalla società. Un uomo viene visto tanto migliore quanto è di successo. 

Nel nostro Paese questo non è considerato abbastanza. Da noi anche gli individui più ricchi dicono: “Perfetto, ho accumulato milioni, persino miliardi, ma adesso?”. A tutti i livelli della società esiste un interesse per la solidarietà e verso il bene comune della nostra società. Penso che solo un popolo come il nostro avrebbe mai potuto coniare il famoso detto che afferma: “Andare incontro alla morte non è motivo di paura quando sei circondato dalle persone”. Come? Ma la morte non dovrebbe essere qualcosa di orribile? Ebbene no, sembra che essa possa essere addirittura bella se giunge nel contesto più adatto: morire anche per i propri amici, per il proprio popolo, per la Patria, per usare una parola moderna.  

Queste sono le radici profonde del nostro patriottismo. Da qui si comprendono gli innumerevoli episodi di eroismo di cui siamo stati protagonisti nel corso dei conflitti armati e delle guerre ma anche dei sacrifici in tempi di pace. Da ciò deriva il sentimento di comunanza e dei valori della famiglia. Ovviamente siamo anche meno pragmatici e calcolatori rispetto agli individui di altre nazionalità, ma rispetto a questi i nostri cuori sono più grandi. Forse ciò è proprio un riflesso della grandezza storica del nostro Paese e delle sue grandezze sconfinate. Il nostro popolo ha anche uno spirito più generoso. 

Con queste parole non è mia intenzione offendere chicchessia. Diversi popoli al mondo hanno peculiarità positive rispetto agli altri ma quello che ho tratteggiato è senza dubbio il nostro. Nel mondo moderno si sta assistendo a uno scambio sempre più fitto di patrimoni etnici, di informazioni e culturali. Non c’è dubbio che altri popoli posseggano qualità preziose ed utili che noi possiamo adottare, ma è altettanto vero che per secoli abbiamo fatto affidamento sui nostri valori specifici che ci hanno sempre sorretto, e che ci saranno utili anche nel futuro. 

Vi ringrazio molto.