Quando il potere diventa una malattia diventa difficile trovare il limite tra ciò che è democrazia e ciò che invece è il suo stesso limite. Già da tempo è stata conosciuta la malattia del potere soprannominata "malattia di Nerone" ed ultimamente anche "sindrome di Hybris" ma difficilmenete chi ha questa malattia, come molte altre che innescano una dipendenza, riconosce di averla, ansi vede in chi tenta di fargli capire che hanno contratto questa malattia una specie di "fumus persecuzionis". Ma quali sono i sintomi di una malattia di questo tipo: per esempio ritenersi indispensabili, ritenersi le persone giuste per quel ruolo, ritenersi intoccabili, ritenersi sempre nella ragione poiché si confonde l'autorità con la verità, ritenere che la propria interpretazione della legge sia la più giusta proprio perché si ricopre il ruolo di potere, ritenersi immuni da errori, ritenersi superiori agli altri, aver perso il concetto del servizio del ruolo, utilizzare quel ruolo solo ed esclusivamente per mantenere quel ruolo, manie di presenzialismo ecc.
Ora immaginate se in un associazione di professionisti vi sia un presidente che operi da oltre trenta anni insieme a suo fratello e non intenda minimamente, nonostante l'eta, mettersi serenamente in pensione lasciando il posto al rinnovamento ed al futuro. Si rimane nella postazioni di potere nonostante l'eta e la posizione di possibile pensionato. Ed allora ci si chiede in uno scenario in cui sembra che i giovani (neanche troppo) non abbiamo voglia di fare niente, quale sia la possibilità di potersi mettere in discussione per poter proporre progetti per il futuro, quando l'utilizzo strumentale dell'inerzia della democrazia e sopratutto l'indifferenza delle istituzioni di controllo preposte di fatto consolidano giorno dopo giorno la gerontocrazia di sistema. Ora in una democrazia normale tutto questo non dovrebbe succedere ed invece non solo succede ma avviene un ribaltamento di paradigma creando addirittura la sindrome di inferiorità similarmente paragonabile a quella di Stoccolma. La vita è tutta un ambito politico e la vita associativa è sempre ambito politico anche se ci si vuole illudere sempre di essere apolitici. La vita degli ordini e dei collegi di fatto fa politica ogni giorno, ma non è quella politica di carattere ideologico che possiamo immaginare di contrapposizione di visioni destrorse o sinistrorse ma bensì di politica di scelte che poi cambiano la vita quotidiana in termini di qualità e di servizio. L'eliminazione sistematica ed eutanasistica di una presenza professionale in un sistema produttivo ed economico, magari frutto di una politica scientifica di riduzione ed annientamento di una intera categoria non può che esprimere un impoverimento della società in termini di cultura tecnica, di cultura della sicurezza e di cultura della qualità. Tornando alla sindrome che può essere stata indotta alla categoria mi viene da pensare alla frase famosa “Una nazione di pecore non può che avere un governo di lupi”.
Certamente in una associazione che non fa vita collegiale, benché il minimo richiesto dalle leggi sia una pura gestione di tipo amministrativo, rimane ovvio che sia necessario un fermento continuo per essere sempre al passo con i tempi oltre che competitivi in un mercato che continua a cambiare i sui riferimenti sempre più velocemente. In tutto questo un gruppo di iscritti ha tentato di fare delle attività proprio per aumentare il prestigio e la eccellenza oltre che la promozione di questa categoria, ma questo non può essere fatto se per caso va in conflitto con linee guida che servono per la conservazione del potere. Se le attività nascono all'interno e per la glorificazione del potere trentennale costituito non ci sono problemi, se per caso tale attività rischia di mettere in discussione il "potere gerontocratico costituito" ecco che allora parte la più sofisticata e folle interpretazione di ogni virgola dei regolamenti e delle leggi in beffa a qualsiasi democrazia pur di distruggere chiunque si sia messo contro il potere trentennale gerontocratico costituito. In tutto questo il miraggio di una democrazia che dovrebbe garantire la giustizia diventa sempre lontana in quanto anche i "poteri" o dir si voglia organi preposti per il controllo ed il corretto funzionamento fanno fatica a muoversi, o si muovono con lentezza, o quando si muovono, realizzano provvedimenti di fatto non efficaci in quanto poi nessuno si prende la responsabilità di toccare il potere costituito, forse perché quando si parla di potere di fatto è sempre un equilibrio di sistemi di potere e toccarne uno potrebbe per la teoria del "batter fly effect" comprometterne altri.
Certamente in una associazione che non fa vita collegiale, benché il minimo richiesto dalle leggi sia una pura gestione di tipo amministrativo, rimane ovvio che sia necessario un fermento continuo per essere sempre al passo con i tempi oltre che competitivi in un mercato che continua a cambiare i sui riferimenti sempre più velocemente. In tutto questo un gruppo di iscritti ha tentato di fare delle attività proprio per aumentare il prestigio e la eccellenza oltre che la promozione di questa categoria, ma questo non può essere fatto se per caso va in conflitto con linee guida che servono per la conservazione del potere. Se le attività nascono all'interno e per la glorificazione del potere trentennale costituito non ci sono problemi, se per caso tale attività rischia di mettere in discussione il "potere gerontocratico costituito" ecco che allora parte la più sofisticata e folle interpretazione di ogni virgola dei regolamenti e delle leggi in beffa a qualsiasi democrazia pur di distruggere chiunque si sia messo contro il potere trentennale gerontocratico costituito. In tutto questo il miraggio di una democrazia che dovrebbe garantire la giustizia diventa sempre lontana in quanto anche i "poteri" o dir si voglia organi preposti per il controllo ed il corretto funzionamento fanno fatica a muoversi, o si muovono con lentezza, o quando si muovono, realizzano provvedimenti di fatto non efficaci in quanto poi nessuno si prende la responsabilità di toccare il potere costituito, forse perché quando si parla di potere di fatto è sempre un equilibrio di sistemi di potere e toccarne uno potrebbe per la teoria del "batter fly effect" comprometterne altri.
La presenza di un presidente laureto in una associazione di diplomati ha probabilmente degenerato la buona gestione ed il rapporto nella esigua vita collegiale, determinato proprio, oltre alla sindrome di Hybris di cui sopra, la sindrome dell'inferiorità e dell'indifferenza da parte di tutti gli iscritti, al punto che qualunque decisione e/o interpretazione venisse fuori da questo sistema di gestione non sia messo mai in discussione in quanto verità di fede a cui credere ciecamente in quanto proferita dal potere costituito (trentennale) ed in quanto con un livello di istruzione superiore.
L'ente pubblico, come diceva il professor Auriti è un ente di servizio per la gente e gli iscritti non un ente di cui servirsene per fini di sedimentazione e radicamento del potere altrimenti si snatura la funzione stessa de concetto di "pubblico".
Risulta estremamente difficile comprendere alcune azioni intraprese da questo tipo di potere, come per esempio una delibera del febbraio 2010 in cui vengono ceduti dei poteri indisponibili dai consiglieri al presidente rendendolo praticamente autonomo ed esautorando il potere decisionale del consiglio, per esempio in termini di poter effettuare querele personali, ma fatte in nome e per conto dell'"ente pubblico" senza più la decisione collegiale.
Senza entrare nel merito, si scopre che il collegio di questa associazione concede la partnership ad una rivista giuridica i cui fondatori sono il figlio del presidente (nonché anche nipote di un consigliere, infatti uno dei consiglieri è anche fratello del presidente con trentennale esperienza di gestione del potere) e di un avvocato. Tutto questo potrebbe rientrare un una pura casualità all'italiana ma la cosa diventa più interessante quando nel 2012 esce la legge che queste associazioni ordinistiche e collegiali devono dotarsi di consiglio di disciplina con condizioni di "terzietà" in cui vi sia almeno un membro esterno. Non ci credereste mai il caso volle che tra migliaia di avvocati fosse scelto proprio lo stesso avvocato socio con il figlio del presidente della rivista di cui sopra.
Risulta naturale anche alla ormai famosissima casalinga di Voghera che un eventuale segnalazione e contestazione di possibile "gestione di potere gerontocratica" al consiglio di disciplina diventa quanto mai impossibile per evidente incompatibilità.
Le cose si complicano quanto si tenta di comunicare agli altri iscritti lo scenario quanto meno preoccupante di deterioramento dei più elementari punti di democrazia, in quanto l'accesso ai contatti viene detenuto dallo stesso potere che ha creato questo scenario.
Vengono negate, dal potere gerontocratico trentennale e familiare le più elementari notizie come l'elenco completo di contatti dal 2005 degli iscritti, per comunicare democraticamente cosa stia succedendo, le delibere che influiscono sulla vita associativa, i bilanci consuntivi ecc.
Ma non è finita non solo vengono negati agli iscritti ma anche ad un consigliere, non è finita la gestione perversa ansi è appena incominciata, nel frattempo un consigliere si dimette, la gestione proclama sotto pressione le lezioni suppletivi che non raggiungendo il quorum vengono allungate "ad libitum".
Molte lettere di legittima richiesta sono state fatte a questo ente pubblico per esempio, quale sia l'utilità di avere una sede che costi oltre 3500 euro mese per non poter essere poi utilizzata dagli iscritti neanche come sala riunione, legittimamente richiesta e rigorosamente negata dal potere gerontocratico.
Una associazione di alcuni iscritti realizzava corsi sulla sicurezza con patrocino di questo ente pubblico per anni senza problemi e con tutti gli onori del caso, casualmente nel momento in cui alcune persone di questa associazione, ma anche iscritti all'associazione "ente pubblico" hanno cominciato a chiedere l'accesso agli atti, tra cui i bilanci, ecco che si rompe questa decennale collaborazione con motivazioni che rasentano il ridicolo, in quanto le cose affermate se sono vere adesso, dovevano essere anche prima quando per vari anni era stato dato il patrocinio, diversamente c'è solo da ipotizzare in una cattiva valutazione e quindi cattiva gestione della concessione dei patrocini. Naturalmente anche qui la "coincidenza italiana" è tutta presente.
Ma non si sono fermati, hanno messo sotto procedimento disciplinare i componenti della associazione sindacale che faceva formazione sulla sicurezza, per altro libera ed indipendente da ogni eventuale patrocinio.
Non basta, il presidente in nome e per conto del collegio ha querelato per diffamazione un componente dell'associazione sindacale; in una visita fatta all'interno dell'ente pubblico, alla richiesta ufficiale, di fronte a testimoni ed avvocati, "se esistesse una delibera del consiglio che desse la delega al presidente per effettuare tale querela", anziché ricevere risposta, un consigliere da "del figlio di puttana" all'iscritto.
Non basta, il consiglio di disciplina, in cui il membro esterno risulta essere quell'avvocato che in società del figlio del presidente e nipote di un consigliere (in quanto presiedente e un consigliere sono fratelli) ha fondato una rivista giuridica che ha preso la partnership dello stesso ente pubblico vengono informati dei fatti che naturalmente e presumibilmente in questo tipo di gestione vengono sistematicamente archiviati.
Non basta, nel ribaltamento totale di ogni paradigma quel consigliere che ha osato chiede di visionare i bilanci ed di accedere agli atti (ed un consigliere di fatto dovrebbe già avere accesso agli atti in una normale democrazia) con in mano (udite udite) anche un provvedimento della commissione di accesso agli atti presso il consiglio dei ministri VIENE MESSO SOTTO PROCESSO DISCIPLINARE E CANCELLATO dalla commissione disciplinare in cui c'è l'avvocato che in società con il figlio del presidente ha fondato una rivista giuridica che ha il partnership dello stesso ente pubblico.
Vengono chiesti chiarimenti per iscritto su eventuali conflitti di interesse anche secondo la legge 241/90 naturalmente segue solo un silenzio assordante intercalato da inutili lettere farraginose ed incomprensibili di chiara arrampicata sui vetri.
Si sorvolano altri particolari ma dello stesso sapore democratico per arrivare alle elezioni che dovrebbero essere a Gennaio 2014 in cui a causa di un regolamento mai fatto o mai reso organico e democratico si procederà a fare una elezione in cui non sarà possibile all'assemblea di riunirsi in maniera ragionevole, non sarà possibile far sapere agli iscritti in maniera ragionevole la possibilità di candidarsi ed organizzarsi, ne di far conoscere la situazione pregressa al fine di avere un giusto orientamento per il futuro conoscendo un triste passato. Il tutto sarà fatto a rigore di regolamento in termini strettissimi in cui molti iscritti non capiranno nemmeno cosa stia succedendo.