La democrazia diretta di grillo quindi non è
estesa alla rete come viene falsamente propagandato, ma alla sua "rete"
di iscritti all'interno di una piattaforma proprietaria di cui nessuno conosce
i modelli statistici e sopratutto i campioni di studio. Il voto vincolato
all'iscrizione del gruppo di fatto è già un voto viziato e vincolato e questo è
un limite tecnico che diventa un limite democratico. A tal proposito quindi
sono falsa democrazia sia le primarie del PD che le primarie del M5S, perché
gli iscritti (già vincolati ideologicamente per il PD e vincolati da un
software per il M5S) si confrontano e votano su cosa? Come fanno a conoscere i
personaggi da votare? Quale campione rappresentativo per 59 milioni di abitanti
può essere una sottorete che ti impone di essere uno votante iscritto
certificato? La famosa casalinga di Voghera chi la rappresenta e sopratutto
come fa a certificarsi? Come al solito si pretende che la tecnica assolva e
risolva i problemi che derivano solo da una totale assenza della cultura della
responsabilità. Si pretende una macchina (automobile) estremamente e
tecnicamente sicura ma la si vuole
guidare male ad alta velocità e senza coscienza e quando sbattiamo contro l'albero è colpa o della
strada o dei freni o dell'airbag certamente mai di chi la guidava. Ora non so
se è una false-flag ma lo spero, ma ho letto da qualche parte che in seno al
gruppo del M5S sia spuntato nella rosa dei candidati il nome di Romano Prodi,
basta solo questo per capire il rapporto che c'è tra informazione-comunicazione
e scelta di democrazia diretta. Credo che molto presto il popolo della rete
comprenderà il limite della democrazia d'esportazione di stampo americano ed il
limite ancor più grande della democrazia diretta se applicato a grandi gruppi.
Il risultato democratico è direttamente proporzionale alla libertà della
comunicazione con cui si informa in quel modello democratico, e ricordiamoci
che l'Italia sta al 40° posto. Giuseppe
Turrisi
venerdì 12 aprile 2013
L'ILLUSIONE DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA E GRILLO
Ogni democrazia è conseguenza
diretta della informazione e della comunicazione, se la comunicazione è libera
anche la democrazia che ne scaturisce sarà libera. Il potere finanziario
conosce perfettamente questa dinamica ed è per questo che detiene con forza la
gestione della comunicazione a cominciare dalla scelta delle informazioni fino
alla loro fine manipolazione. In una società dell'"homo videns" di
sartoriana memoria, la esistenza di una idea o di un personaggio è
"certificata solo dal passaggio televisivo" per una società
maggiormente anziana che ancora pende dalla televisione. A voler sovrapporre i
risultati elettorali con la potenza di fuoco della manipolazione dei medi ci
troviamo un 70% (PD -PDL-LISTA CIVICA) dipendenti dalla televisione e un 30%
(Grillo + altri) dalla rete. Ora la televisione per la sua natura tecnica di
Broadcast senza possibilità di replica è per sua natura una forma di
comunicazione dittatoriale ed autorevole, mentre la rete (internet) ha l'apparenza
di poter essere "democratica" in quanto da l'impressione di poter interagire
di fatto la rete salvo gruppi ristretti non solo continua ad essere Broad-cast
ma si aggiunge la qualità di multi-cast, che di fatto peggiora la qualità della
libertà, in quanto la comunicazione viene fidelizzata a gruppi ben identificati
con tecniche di puro marketing e quindi a target selezionati e marcati sempre
più con password e username.