mercoledì 2 gennaio 2013

A proposito di "decrescita felice" di Serge Latouche

A proposito di decrescita felice di Serge Latouche
Articolo molto interessante del sig Basile pubblicato su "qui europa", forza non poco l'idea di decrescita di Latouche e gli fa dire cose che non ha mai detto, come per esempio che la decrescita debba essere applicata a tutto il pianeta, ma dovendo sostenere le sue tesi..gli lasciamo la libera interpretazione!!!
Non si può condenzare una filosofia economica in uno slogan che non può contenere che poche parole "decrescita felice".
Quale sarebbe l'alternativa secondo il Basile che fa una serie di svarioni tra liberismo, comunismo e socialismo, che hanno la stessa matrice economica ma non certi quella che ha definito nell'articolo. Quale sarenne per il Basile la soluzione? Pompare soldi di stato senza una reale strategia razionale di sviluppo reale e sostenbile? Allora cadrebbe nell'errore di molti signoraggisti che si illudono che portare semplicemente la macchina stampa soldi sotto il potere dello stato risolveberebbe tutto. Se non si razionalizza il mercato e non lo si disintossica pesantemente, sopratutto di certi imprenditori pusher non si risolve niente ansi forse si peggiorano le cose. Lo stesso liberismo della scuola austriaca sulla carta potrebbe anche funzionare, ma ci vorrebbe una autorità garante delle regole, e chi è questa autrità se quelle costistituite come la Banca Mondiale, il FMI il WTO sono i primi a prtaticare politiche di monopolio e monopsonio? Quale sarebbe continuare a drogare il mercato delle vendite ??? per farci avere il 5° cellulare a testa? una volta inventata l'automobile non è facile continuare a trasportare persone con i cavalli? la trasoformazione delle economie deve essere guidata con l'idea dello "svilppo sostenibile" non può essere lasciata al libero mercato o al desiderio umane di volere assolutamente ed ad ogni costo quello che desidera..... c'è sempre il problema che
(non ha risolto ne il comunismo ne il capitalismo) che l'uomo si realizza solo se anche lgi altri uomini si realizzano, diversamente ci sarà sempre la competizione darviniana della stupida
competitività inoculata con la droga del neoliberismo. (una sorta di egoismo darvniano che tutto permette se ti porta la successo, e tale successo a danno degli altri diventa l'avvallo della regola)......
Questa economia non è fallimentare nella "produzione" del profitto ma nella "distribuzione" dello stesso, ma queste cose le noto già Henry Ford e Clifford Houg Douglas nel 1900. Il Douglas ci scrisse anche diversi libri (naturaamnete scomparsi perchè pericolosi ed in contrasto con la neoteria della scuola di Chicago) come: "social credit", "Economic and Democrazy", "The use of Money". Siamo noi che pensiamo che queste cose sono nuove, ma di autori che hanno affrontato l'argomento ce ne sono stati tanti in parte anche lo stesso "Marx" sebbene su commisione.
Latouche forse un errore lo fa (ed il fatto che Fabio Fazio lo inviti - noto salotto finanziario- lo dimostra) è quello di esporne una visione parziale, errore che fa anche il suo portavoce italiano Maurizio Pallante..... La visione parziale rende sterile la battaglia infatti se spostasero l'attenzione anche sulla politica monetaria oltre che quella economica si accorgerebbero che la macchina generatrice di tutti i mali e l'interesse applicato alla moneta, quindi ogni produzione dovrà aumentare, aogni vendità dovrà aumentare, ogni consumatore dovrà sempre più consumare, per chiudere quella loggica perversa del profitto che apre il buco del debito a monte......
Ogni politica economia è destinata ad andare in crisi se questa non è correlata da una giusta politica monetaria, l'obbrorbio euro/europa e propri questo, l'euro è in mano quattro speculatori usurai che non hanno altri obbiettivi che usuruare e l'europa crede di usuare l'euro per una sana economia, ma l'euro è semplicemente un fiammifero in mano ai piromani.
Riordinati i poteri in mano la popolo sia di sovranità politica che di sovranità monetaria solo allora
si può paralre di una nuova economia "reale e razionale" di versa da questa turbo economia che vende un barile di petrolio 15 o 50 volte virtualmente prima che questo arrivi relamente alla pompa di benzina, e ciò gia succede con il caffe, con il grano con la soia, ecc.
Quindi quando si parla di decrescita, si parla sopratutto di eliminare e ridurre al minimo i mercati fittizzi e speculativi che sono l'ottanta percento rispetto alla econommia reale...
La decrescita felice secondo la mia visione è uno spostamento di crescita dai beni materiali (sempre di meno) ai beni spirituali ed immateriali (servizi), ma certamente con una politica monetaria in cui ci sia la moneta sociale del popolo
Giuseppe Turrisi