Riforma del trattato per la governance
economica europea
Le crisi economiche
come quella attuale si realizzano e derivano essenzialmente dal debito pubblico
e privato fabbricato appositamente con le
più disparate tecniche e con vari
espedienti. I due grandi filoni operativi sono:
l’attività finanziaria e l’emissione
monetaria.
“Per
affrontare le sfide emerse in seguito alla recente crisi finanziaria è
necessario un cambiamento fondamentale della governance economica europea” (documento
C. E.)
Per poter far ciò è necessario disciplinare i “due filoni”
1 1 ) Attività finanziaria : debbono essere
vietate la vendita di azioni ed
obbligazioni se la consegna dei titoli ed il relativo pagamento non avviene
contestualmente al negozio giuridico, vietando espressamente qualunque forma
di pagamento o consegna dei titoli differita.
Deve essere vietata la creazione
e la negoziazione di certificati rappresentativi di altri valori, di titoli o altri
beni materiali, esempio : qualunque forma di cartolarizzazione, qualunque forma
di certificati rappresentativi di beni reali come il ferro, il rame, il
petrolio, l’oro ecc. ecc. i cui valori possono essere variati non secondo la
legge della domanda e l’offerta, ma dal semplice gioco di borsa come le
attività bancarie e finanziarie sanno fare benissimo, come accaduto in varie
occasioni per evitare che i certificati
rappresentativi siano emessi a fronte di
beni e materiali inesistenti o solo parzialmente
2 2 ) Emissione monetaria : l’emissione monetaria deve essere
realizzata da istituto di proprietà e
sotto il controllo pubblico. L’emissione monetaria deve essere commisurata alle esigenze economiche del Paese ed
accreditata e non addebitata come ora avviene, posto che il valore della moneta,
come ormai ampiamente dimostrato in primis da Auriti, è conferito dal mercato
che l’accetta come strumento di pagamento e non da chi la stampa. La proprietà
della moneta spetta ai cittadini e per essi allo Stato d’appartenenza.
Il mercato e per esso lo Stato
che lo rappresenta non deve essere gravato del pagamento degli interessi ma solo ed esclusivamente delle spese
corrispondenti alla stampa ed alla gestione monetaria. L’emissione deve
avvenire direttamente accreditando le somme allo Stato e non attraverso lo
sconto dei titoli del debito pubblico emessi dallo stesso Stato, anche per non
cadere nelle trappole delle agenzie di rating. Esaminando solo attività ed
atteggiamenti pregressi delle società di rating di emanazione monetaria,
quotate in borsa, rende superfluo
qualsiasi altra argomentazione.
La circolazione monetaria sul
territorio deve essere regolata ed effettuata dallo Stato mediante il pagamento
delle opere pubbliche e delle attività di pubblico interesse. Queste proposte
non sono ne nuove ne velleitarie. Lo
Stato italiano ha battuto moneta in proprio con grande soddisfazione dei propri
cittadini per cento anni, esattamente dal 1874 al 1975. La grande scuola
economica di Chicago tramite Irving Fischer avanzò proposta simile al Governo
degli Stati Uniti, ancora afflitti dalla grande depressione, sin dal 1933.
Attualmente in tutto il mondo nel quale la banca d’emissione non è di proprietà
dello stato, divampa l’ostilità a voler indebitare Stati e Cittadini nei confronti
delle Banche Centrali per fornire risorse alle banche ordinarie, scoppiate con
i bond farlocchi, le quali spesso sono socie delle stesse banche d’emissione .
15 novembre 2010
Savino Frigiola