QUATTRO CHIACCHIERE CON ELIA MENTA
Riporto parte di una telefonata intercorsa ieri sera con Elia Menta.
La telefonata è molto più lunga di quanto riportato in questo breve post e affonda con acutezza nella situazione in cui versano l'Italia e gli italiani. Il resto della telefonata verrà pubblicato più avanti, quando i tempi potrebbero essere maturi - causa peggioramento rapido della situazione - per comprenderne spirito e contenuti.
D. Perché tutto questo darsi da fare per informare la gente?
R. Perché siamo stupidi e ci illudiamo che la gente voglia capire.
D. Sostieni quindi che la gente non vuole capire?
R. Esatto. La gente vuole solo qualcuno contro cui scagliarsi, contro cui inveire, contro cui scaricare le proprie frustrazioni, la proprie contraddizioni, le proprie insoddisfazioni, ritenendolo colpevole di tutte le difficoltà che ha, aspettandosi poi che siano altri (non si sa bene chi) ad impegnarsi per risolvere la situazione. E’ un tipico atteggiamento fanciullesco. L’atteggiamento adulto sarebbe quello di assumersi la responsabilità del proprio futuro, del proprio destino. Ma questo, e lo ripeto, sarebbe un atteggiamento da adulto maturo che nella nostra società è pressoché scomparso.
D. Si, ma c’è della gente che ha capito e che vorrebbe fare qualcosa…
R. Si, inveire, incazzarsi, mostrare di “sapere”, perdersi in chiacchiere da salotto, esibire la propria “cultura”. Questa gente è ancora più dannosa, poiché agisce per puro esibizionismo, per egocentrismo o addirittura per fame di potere, di prestigio personale, arrivisti, insomma. Dietro queste persone non ci sono mai azioni concrete, ma solo proclami e chiacchiere inutili. Quanti sono coloro che sono disposti ad impegnarsi due- tre – quattro ore al giorno e magari rimetterci di tasca propria anche qualche centinaio di euro al mese? Oppure coloro che mettono a disposizione il loro sapere, la loro esperienza acquisita in qualche campo per aiutare CONCRETAMENTE a condurre una battaglia che prima di tutto è una battaglia per la dignità umana? Basterebbe già questo. Ma attualmente queste persone sono poche, pochissime.
D. E allora come se ne esce?
R. Quando la merda sarà arrivata alla bocca (e ci arriverà) allora, forse, qualcuno si muoverà, ma solo dopo aver fatto i suoi bei calcoletti: cosa rischio? Mi conviene? Capisci, puro egoismo e pura convenienza. Manca una coscienza collettiva, manca la capacità di capire che TUTTO QUELLO CHE ACCADE RIGUARDA TUTTI NOI, NESSUNO ESCLUSO. Mentre qui siamo ancora ai piccoli calcoli di bottega. Non si è capito che questa è una partita decisiva, non si è capito che si sta combattendo la più grande battaglia per l’umanità che mai sia stata combattuta. Non esiste visione prospettica.
D. Ma di chi è la responsabilità della situazione economico- finanziaria ma anche umana che stiamo vivendo?
R. Di chi? Chi vuole guadagnare consenso dice che i responsabili sono coloro che detengono il potere, coloro che siedono al vertice della piramide i quali avvalendosi di servi prezzolati (sistemati in posizioni chiave nelle istituzioni, nelle banche, nei media, etc…) e dando loro in cambio posizioni di potere e somme ingenti di denaro portano avanti il loro piano: ridurre l’umanità in schiavitù di ogni tipo: economica, alimentare, culturale, mentale… Ma la realtà è ben diversa. La realtà è che noi abbiamo delegato la nostra vita agli altri, esattamente come fanno i bambini. E il dramma vero è che continuiamo a farlo. Chi è dunque responsabile di questa situazione? Noi, vale a dire NOI DELLA MASSA.
D. Ne usciremo?
R. Dipende. Il giorno in cui capiremo che è tempo di non delegare, che è tempo di partecipare in prima persona, che è tempo di comprendere che la nostra vita è legata a quella di tutti gli altri, che l’egoismo è un suicidio, che pensare a bassi interessi di bottega equivale a certificare la propria stupidità, che avere paura è rispondere meccanicamente ai comandi che il sistema ha installato nelle menti, forse qualcosa si potrà fare. Fino ad allora sarà tutto inutile. Inutile portare avanti un blog, inutile voler svegliare i sonnambuli. Ma lo sai che la sera dalle 21,00 circa e fino oltre le 23,00 sul blog non ci sono visitatori? Mi sono chiesto come mai. E mi son dato una risposta: la gente è davanti alla tv. Capisci. La tv ch’è una delle prime fonti (insieme all'istruzione) di indottrinamento, di condizionamento, di manipolazione, e molti lo sanno pure, e tuttavia non si riesce a resistere alla tentazione di una “bella” trasmissioncina lava cervello. Tanto – si pensa - che male mi farà vedere una trasmissione televisiva? Ecco, già pensare e agire in questo modo rende vano tutto il lavoro di informazione che i blogger portano avanti.
D. Quindi, che si fa?
R. Fare informazione, ma non attendersi nulla. Fare informazione perché in cuor proprio si sente di doverlo fare. Ma senza darsi abiti da missionari, da intelligentoni, da sapientoni o, peggio ancora, da guru.
Farlo solo perché si “sente” dentro di sé ch’è giusto farlo.
Il resto lasciamolo a chi vive di illusioni.
Il resto lasciamolo a chi vive di illusioni.
AZF