TUTTI I SALMI FINISCONO IN GLORIA
E TUTTE LE POLEMICHE FINISCONO IN BUSINESS
MEZZEGRA: DALLA GUERRA DELLE LAPIDI AL TOUR TURISTICO
Oggi è finalmente accertato che Mussolini e Clara Petacci non furono fucilati davanti al cancello di Villa Belmonte in Giulino di Mezzegra, ma uccisi al mattino e in altro posto lì vicino.
Tuttavia interessi politici e altro non consentono a questa verità, pur se oramai fatta propria dagli storici più seri, di divenire di pubblico dominio
E’ interesse di molte associazioni e istituzioni di continuare a nascondere la verità, tanto più nelle località del comasco dove ci sono interessi di varia natura da tutelare.
Il 26 novembre del 2008 il CORRIERE DI COMO, in un servizio sulla morte di Mussolini, titolava: <<Il percorso storico porterà soldi, turisti e lavoro>> e l’articolo accennava ai benefici, stimati dalla Provincia, che sarebbero derivati dall’itinerario storico dedicato alla morte del Duce. Il progetto prevedeva la cartellonistica, la valorizzazione dei luoghi e musei espositivi locali, da Dongo a Mezzegra, biblioteca e mostra permanente a Mezzegra, ecc. ecc.
Ovviamente Mezzegra e Villa Belmonte erano il fulcro di tutto il Tour e quindi la menzogna di una fuicilazione di Mussolini davanti a quel cancello non si poteva far cadere, tanto più l’Istituto di Storia Conteporanea di Como “Amato Perretta”, già Ist. del movimento di Liberazione del comasco, al tempo monopolizzato dal PCI e dai suoi epigoni, non avrebbe di certo gradito la cosa.
Nel frattempo a incentivare tutti questi progetti ci penavano dei soggetti dicesi appartenenti ad associazione ex RSI i quali chiedevano ed ottenevano di deporre lapidi proprio al cancello di Villa Belmonte.
Niente di più felice per l’amministrazione comunale del posto e sindaco leghista di concedere l’autorizzazione e così veniva posta in quel punto, una lapide a ricordo di Mussolini e Clara Petacci con tanto di benedizione del solito prete del paese e manifestazione di circa un 100 di camerati.
Nulla da dire sul loro intento di rendere omaggio al Duce, ma molto da dire sui veri fini che questa iniziativa avrebbe conseguito e sul particolare, non insignificante, che in tal modo si rendeva più che altro “omaggio” alla sporca menzogna resistenziale, divulgata da Walter Audisio nel 1945, ovvero la sua menzognera e denigratoria versione sulla morte del Duce.
Sarebbe bastato porre quella lapide a Bonzanigo, invece che a Mezzegra, per rendere omaggio al Dice e al contempo alla verità storica. Ma evidentemente “qualcuno” aveva stabilito che così non dovesse essere.
Al contempo uno scrittore per nulla noto, il milanese Pierangelo Pavesi che molti attestavano su posizioni vicine ai “camerati”, se ne usciva con un libro che pretendeva di confermare la “vulgata” e quindi di avallare la menzogna storica, facendo il gioco degli ambienti resistenziali del comasco. E questo anche se si annacquava la pillola con una inattendibile testimonianza che riferiva di un Mussolini che mentre veniva fucilato, a quel cancello ovviamente, si apriva il pastrano e gridava: “Sparami al petto!” . A parte il fatto che perizie precise hanno dimostrato che Mussolini venne ucciso senza alcun cappotto o giaccone indosso, pensate un pò se Mussolini, tra tutte le esternazioni possibili, poteva andare a gridare proprio questo assurdo “sparami al petto!”.
Comunque con la fine dell’estate il momento era anche propizio per scatenare una bella “guerra delle lapidi” che avrebbe fatto salire l’interesse su tutta questa vicenda.
Il 6 ottobre scorso, infatti, l’Anpi, l’associazione dei partigiani, deponeva una sua lapide, al cancello di villa Belmonte, a rivendicare la fucilazione di Mussolini e la fine del fascismo. E giù altre polemiche. Da una parte si accusavano i “nostalgici” di aver infranto i luoghi sacri alla liberazione dal fascismo, dall’altra si accusava l’Anpi di aver scritto falsità sulla sua lapide e di aver appositamente ignorato l’assassinio di una donna, ecc. Neppure un giorno di vita della lapide dell’Anpi, che questa veniva notte tempo trafugata.
Altre polemiche e proteste e l’immediato impegno “partigiano” a rimetterla sul posto. Polemiche su polemiche, ma ci si guardava bene dall’evidenziare che, comunque sia, davanti a quel maledetto cancello di Villa Belmonte ci fu solo una macabra messa in scena con una finta fucilazione e due cadaveri buttati lì in terra.
Ma come dire: tutto fa brodo.
Ed ecco che ora il giornale la PROVINCIA DI COMO in questi giorni titola:
<<Primo pullman turistico sulle orme di Mussolini>> e il testo dice:
<<COMO - Manca poco all'inaugurazione del «Percorso storico tematico sulla fine della seconda guerra mondiale», un progetto messo a punto dalla provincia con riguardo a Mezzegra e al tracciato tra Casa De Maria di Bonzanigo e Villa Belmonte a Giulino dove secondo le più accreditate versioni sarebbe avvenuta la fucilazione di Benito Mussolini e Claretta Petacci. Sono interessati all'iniziativa altri comuni dove sono accaduti gli ultimi eventi legati all'epilogo del fascismo, Menaggio, Musso, Dongo, Grandola e Uniti, Germasino e per una pagina poco conosciuta anche Moltrasio...
A Mezzegra il percorso da Bonzanigo a Giulino attraverso il borgo antico è stato completamente riqualificato e manca solo la collocazione dei cartelli con la scritta in due lingue, italiano e inglese...
L'iniziativa ha risvolti storici, culturali e anche turistici in quanto a distanza di 67 anni dagli eventi la riscoperta di una tra le più importanti pagine della storia d'Italia sta assumendo sempre maggiore interesse. Sono attesi gruppi, scuole, associazioni...>>.
E così: con da una parte il business turistico e dall’altra quella frase: <<secondo le più accreditate versioni sarebbe avvenuta la fucilazione di Benito Mussolini e Claretta Petacci>> si è violentata la verità storica.
ALLEGO ARTICOLO INVIATO AD ALCUNI ORGANI DI STAMPA CHE PERO’ SI SONO GUARDATI BENE DAL RIPORTARE.
MAURIZIO BAROZZI