sabato 12 maggio 2012

COITO ERGO SUM O GOGITO?


Risposta a: SUICIDIO ULTIMO ATTO DI SOVRANITA'
L'accostamento proposto con lo stoicismo è azzeccato, per quanto qualunque -ismo vada bandito in linea di principio per la sua pretesa di regolamentare quell'unicità che ognuno di noi rappresenta così come l'essere umano è l'eccezzione che conferma la regola della vita su questo pianeta.
Infatti, se ricordo bene, riguardo all'egoismo che contraddistinguerebbe gli occindentali, già mi espressi convenendo che il suicidio alla kamikaze fosse ben più sano rispetto a quello cui siamo usi contemplare. Nondimeno, nella speranza di non essere il solo a pensarla in questo modo, ne consegue che non sia una prerogativa prettamente orientale bensì che lo sia invece il "bigottismo" di facciata cui si allude che sbagliando ne fa divieto etico. Tuttavia ho giurato da tempo ormai che quando arriverà il mio momento non sarà fine a me stesso perché non è peccato uccidere se per farlo si rinuncia alla propria stessa vita. Proprio poco fa, infatti, chiaccherando in privato con un amico ho detto che il modus "morendi" (si dirà così?) del kamikaze è quello del "se non per me, allora neanche per gli altri"... lo si potrebbe deprecare? Gesù porgeva l'altra guancia e sulla croce chiese il perdono dei suoi assassini, ma egli (a patto che sia realmente esistito e che quanto si dica sul suo conto sia vero) potè ben permetterselo, considerando quanto, per mano dei molti discepoli, impresse il suo amore in profondità nella sacra sindone del genere umano che ancora oggi lo ammira: e dunque morì soddisfatto. Ma cosa succede quando il condannato alla crocifissione è un illustre signor nessuno cui nessuno da retta che pertanto non è riuscito a diffondere il suo verbo dal momento che con ogni probabilità gli sono mancate persino le certezze per credervi egli stesso? Succede che il desiderio di lasciare un segno o, se preferite, restituire un senso alla propria vita prevale ugualmente perchè ognuno di noi è vivo tanto quanto lo fu Gesù se davvero lo fu. E allora, come giustamente Giuseppe osserva, "quando gli stati cadono in mano degli usurai può succedere di tutto"... perciò, ma lo ripeto da anni ormai, mettiamoci l'anima in pace che come l'elegio Ovidio scrisse mentre Gesù ancora succhiava il latte da una vergine mammella "tutto cambia", perciò se le cose non migliorano possono andare solo peggio e siccome al peggio non c'è mai fine sempre peggio.

A chi vive il presente soltanto, è dato di "essere il cambiamento che vuole vedere avvenire nel mondo" (inutile citare quest altro messaggero d'amore) perché solo a lui è dato di essere.
Il problema però è che questo "chi" è scisso in circa sette miliardi di cui la stragrande maggioranza è soggiogata da una sparuta minoranza: perciò re-stat in medio virtus (cioè noi e quelli come noi) di liberare dal giogo gli schiavi e con il loro aiuto gli schiavisti. In mezzo la virtù così come la vita, che poichè viva oscilla come un pendolo che quando si arresta muore com'è perduto chi si ferma. Cogito ergo sum, disse saggiamente qualcuno, eppure in tanti oggi si limitano al Coito... ergo sono bestie.
Quali saranno mai, difatti, quei pensieri che aleggiano nella mente dello schiavo che baratta l'ennesimo cellulare con l'ennesima cellula cerebrale, oppure quelli che stagnano nella brama di chi stipa l'ennesima richezza che non potrà mai godersi in vita per negarla a chi per contro ne avrebbe necessità vitale, a prescindere dal cogito? Pensieri macchinali, schematici o, se vogliamo, -ismi cui a un certo punto si ottempera senza l'avallo della gnosi.
Succederà quello che succederà, e chi lo sa, però noi "virtuosi" ci auto-obblighiamo a liberare con la forza della Verità tutti gli altri (al bar, per strada - a prop. proprio stasera davanti al pub ho sentito finalmente dei ragazzi parlare della nuova costituzione islandese scritta in rete da tutti i cittadini... peccato che poi qui a lecce abbia STRAvinto il Partito DLinquenti); non fosse altro perchè altrimenti avremmo vissuto senza nemmeno ricercare la sovranità, e quindi senza senso e senza segno.

Carlino Marco.