martedì 10 aprile 2012
PER UNA STORIA DELLA MASSONERIA
PER UNA STORIA DELLA MASSONERIA
PREMESSA
Massoneria. Un termine che evoca, in chi lo pronuncia, una molteplicità di
sensazioni, tutte però accomunate da un unico ed onnipresente
denominatore: il mistero, proprio perché si parla di un’ordine esoterico,
ovverosia legato ad una modalità di rapportarsi con la realtà, legato all’idea di
una conoscenza nascosta rivelata per simboli e per ciò stesso, comprensibile
solamente a pochi eletti. Massoneria non costituisce solamente “un” ordine
esoterico tra i tanti bensì, a detta di taluni, “l’ordine” esoterico par excellence,
rappresentando “de facto” l’ultima parvenza ufficiale, in un’Occidente
fondamentalmente scettico ed agnostico, di un sapere misterico tale da poter
vantare una plurisecolare presenza sullo scenario occidentale. Massoneria
evoca complotti, uomini incappucciati, servizi deviati e chissà quali altre
oscure trame, ma anche interi pezzi di storia patria che videro le
organizzazioni massoniche fornire un rilevante apporto ideologico, culturale
ed alfine operativo alla realizzazione del disegno dell’Unità d’Italia.
Massoneria è tutto questo, ma anche di più. Massoneria ci riporta ad una
modalità d’agire antica quanto l’uomo stesso, ovverosia quella di legarsi in
società segrete che prendevano le proprie mosse dall’esigenza di rapportarsi
ad un totem protettore, ad un animale sacro che spesso richiamava alla
mente degli adepti l’uccisione di un padre primordiale, al cui posto
quest’ultimo veniva eretto, a monito e simbolo dei limiti all’azione degli
appartenenti al clan comunitario. Freud a parte, la società segreta
rappresenta l’esaltazione dell’idea di un’azione sottoposta a particolari vincoli
ed obblighi, nel nome di un particolare status o appartenenza, generalmente
inseriti in un più ampio contesto comunitario. Ci vengono alla mente le
società segrete di adolescenti rinvenibili nei contesti tribali di mezzo mondo
quale, per esempio, quella degli “uomini-coccodrillo” della Nuova Guinea, o di
altre consimili nel continente africano, tutte caratterizzate dai cosiddetti “riti di
passaggio” da un’età ad un’altra e di cui fanno parte anche le donne nel
passaggio dalla pubertà all’età adulta. Queste società non svolgono
solamente un’azione di definizione ed esaltazione di particolari ruoli
comunitari legati al singolo momento della vita dell’individuo, bensì
divengono un vero e proprio contenitore di conoscenze segrete destinate ai
più virtuosi della comunità, inizialmente anziani e guerrieri, ma in seguito (e
qui risiede il punto di discrimine) anche ad altri individui in grado di mostrare
la propria “valentia”, nel settore di competenza all’interno di una comunità.
Iniziamo allora a vedere come, per esempio tra gli indiani Hopi del Messico o
tra le popolazioni della Sierra Leone e della Costa d’Avorio esista il Poro, una
vera e propria società segreta, i cui membri occupano le più importanti
cariche all’interno delle comunità di riferimento.
LE ORIGINI
Volgendo il nostro sguardo all’Europa, i primi gruppi esoterici di cui si abbia
ufficiale conoscenza, sono quelli riferiti al contesto della civiltà classica, con
particolare riferimento ai praticanti dei cosiddetti “misteri di Eleusi”, (che
traevano origine dalla complicata vicenda del rapimento di Kore-Persefone,
figlia di Demetra, dea delle messi, da parte di Ade-Plutone) ai seguaci
dell’Orfismo ( ovvero di tutta quella serie di conoscenze che traevano spunto
dalla vicenda mitologica di Orfeo) ed a quelli del filosofo greco Pitagora, le
cui idee di matematica e di musica sacre, rimandavano ad un ordine occulto
della realtà, di cui solo pochi eletti avrebbero potuto intendere il senso
compiuto. Questi ultimi due gruppi, in particolare, presentano le
caratteristiche di un primo compiuto corpus dottrinale teologico, inserito
all’interno della cornice di società a carattere iniziatico, tanto da far
sobbalzare dall’indignazione due grandi della filosofia di quel tempo, quali
Parmenide ed Eraclito che, in quel primevo tentativo di dare un ordine logico
allo sterminato corpus mitologico ellenico, avevano ravvisato un qualche
tentativo di privazione della libertà del pensiero. Sia come sia, anche
all’interno della quanto mai algida e razionale società greca, le correnti di
pensiero esoterico continuarono a farsi silenziosamente strada. I semi gettati
dal pitagorismo, al pari delle suggestioni platoniche che invitavano l’uomo a
rivolgere le proprie attenzioni alla iperurania dimensione del mondo delle idee
(da “idein/vedere”), avrebbero dato i loro frutti con la vicenda dell’Ellenismo,
ovvero quando, in seguito alle conquiste di Alessandro Magno, la cultura
greca verrà a stretto contatto con i principali filoni religiosi del Vicino Oriente.
La sintesi della cultura ellenica con le culture egizia, anatolica, fenicia,
iranica, giudaica, darà luogo ad altrettante svariate misteriosofie,
rispondendo in questo alle necessità di salvezza individuale ed al turbamento
che la fine della polis greca e l’insediamento dell’impersonale stato
universale ellenistico avevano ingenerato nelle coscienze dei cittadini della
sterminata ecumene ellenistica. Il fenomeno del sincretismo ellenistico non
può però essere completamente compreso se non se ne comprende la
matrice culturale neoplatonica e gnostica alla base delle quali sta la tendenza
del pensiero platonico ad assumere via via una valenza sempre più
radicalmente dualista ed emanazionista. Il mondo materiale è separato ed al
contempo legato all’Uno di matrice spirituale, attraverso una serie di
emanazioni che ne rappresentano degli stadi intermedi, nella veste di vere e
proprie degradazioni, sino alla dimensione della materia. Mentre però il
neoplatonismo tramite Plotino, Ammonio Sacca, Porfirio, Giamblico ed altri,
manterrà una visione sostanzialmente olistica, cioè unitaria dell’intera realtà,
considerando la stessa materia nella propria negatività, quale prodotto del
principio di complementarietà che anima l’intero neoplatonismo per cui Uno e
molteplice, materia e spirito, pur nella loro radicale differenza sono
accomunati ad una visione organica d’insieme, ad un logos che ne anima e
ne giustifica l’esistenza. Con la Gnosi, invece, materia e spirito sono qui
intese quali inconciliabili dimensioni, tra cui non vi può essere alcun punto in
comune. L’impatto della Gnosi si ripercuoterà sul mondo tardo antico, sino
all’Evo Medio, accompagnato dalla versione iranica di quest’ultima, il
Manicheismo, che rappresenterà una forma ancor più estrema di dualismo. E
sarà il dualismo il grande protagonista delle dottrine eretiche che renderanno
insonni le notti della Chiesa romana. Pauliciani, Bogomili ed infine Catari
saranno i tragici ed involontari protagonisti di un’epopea che si concluderà
con la cosiddetta “crociata degli Albigesi”, ovvero una delle più spaventose
operazioni di pulizia etnica e di persecuzione ideologica, condotta in
Linguadoca da una Chiesa cattolica decisa a farla finita con chiunque
deviasse dalla propria versione della dottrina di Cristo. Di poco posteriore a
quella dei Catari, vi è un’altra persecuzione che rappresenterà uno dei
fondamentali pilastri ideologici della nascita della futura massoneria: la
soppressione dell’ordine misterico-cavalleresco dei Templari decisa nel 1312
per mano di Filippo il Bello sotto l’immancabile spinta della Chiesa romana,
ambedue interessati all’immenso patrimonio detenuto da quest’ultimo. Il
Rinascimento assisterà ad un vero e proprio risveglio delle scienze umane e
della filosofia neoplatonica, nella sua versione più misteriosofica ed aperta
alle suggestioni offerte dalla riscoperta di tutti quei testi fondamentali
dell’ermetismo e dell’alchimia che, in auge durante l’Ellenismo, con la fine del
mondo antico erano invece caduti in una sorta di vero e proprio
dimenticatoio. Il cardinal Bessarione, Pomponio Leto, Marsilio Ficino, Pico
della Mirandola e tanti altri saranno i protagonisti della speranza nella
rinascita di una cultura “altra”, in grado di collocarsi cioè, oltre le pastoie
dell’arido aristotelismo di S. Tommaso e della Scolastica. Quel grande afflato
di entusiasmo misterico che attraverserà l’intera Rinascenza troverà
simbolicamente la propria tragica conclusione nel 1600 con il rogo del filosofo
ermetico Giordano Bruno a Campo dè Fiori, in un’Europa attraversata da
conati di oscurantismo e dai sussulti di un guerra civile interreligiosa che
vedeva orami contrapporsi “ urbi et orbi” i fautori della Riforma Protestante e
del suo nazionalismo mercantilistico ed i sostenitori del vecchio ordinamento
cattolico a carattere universalistico, che nella Controriforma avevano trovato
una risposta all’iniziale espansionismo luterano. Ma non sarà solo in Italia
che le varie misteriosofie troveranno terreno fertile. Quando nel 1583 Rodolfo
II, imperatore del Sacro Romano Impero, deciderà di trasferire la capitale
dell’Impero da Vienna a Praga, la splendida città boema diverrà un vero e
proprio salotto per esoteristi, scienziati e filosofi di mezzo mondo, questo
grazie agli interessi culturali ed al mecenatismo di questa controversa figura
di imperatore. Suoi illustri ospiti saranno scienziati del calibro di Tycho Brae e
di Keplero, o esoteristi come il mago inglese John Dee, il medium Edward
Kelly e l’alchimista Michael Sendivogius, senza contare la presenza di pittori
del calibro di un Arcimboldo, di un Giambologna o di un Albrecht Durer.
Resta preminente però, il fatto che la Praga in quegli anni balzerà agli onori
della cronaca in quanto capitale europea del pensiero magico, ruolo questo
perduto dal Bel Paese che,all’indomani del Concilio di Trento era oramai
tornato sotto l’asfissiante tutela ecclesiastica. La speranza di fare di Praga la
capitale di un pensiero “altro” andrà però infrangendosi su una serie di
delusioni, rappresentate inizialmente dalla ingloriosa fine del regno di Rodolfo
II e successivamente dalla disastrosa battaglia della Montagna Bianca che
vedrà nella sconfitta della lega protestante guidata da Federico V, margravio
del Palatinato, la fine di una speranza. Costui aveva difatti, con un gesto
simbolico, reinsediato la propria corte a Praga, attirando presso di sé le
speranze dei vari cenacoli esoterici europei, che in lui avevano visto un
redivivo Rodolfo II. Ben presto sarà l’Inghilterra a dare ospitalità ai vari gruppi
in fuga da quel continente europeo, afflitto da un pesante clima di intolleranza
e che, contrariamente a quanto si può credere, favorirà il sorgere di gruppi e
consorterie esoteriche in grado di fungere da porto franco e punto d’incontro
tra persone di differenti estrazioni politiche e religiose. Delle vere e proprie
zone grigie ove poter dialogare, confrontarsi e ricercare obiettivi comuni,
senza incorrere nei rigori delle censure delle confessioni religiose
d’appartenenza, cattoliche o protestanti che fossero. A tal proposito va
menzionato un episodio significativo: l’apparizione nel 1614 a Kassel
di “Fama Fraternitatis Rosae Crucis”, un anonimo opuscolo avente per
oggetto le peregrinazioni esoteriche di Christian Rosencreuz, a cui l’anno
seguente seguirà un altrettanto anonimo “Fama Fraternitatis”, sino alla
pubblicazione nel 1616 di “Le nozze chimiche di Christian Rosencreuz”, da
parte del teologo Johannes Valentino Andreae. Tutti e tre gli opuscoli sono
intrisi di cultura ermetica ed alchemica e, anche se i primi due sono anonimi,
qualcuno ha supposto che fossero frutto della mano stessa di Andreae. Sia
come sia, la loro apparizione generò un grande scalpore nell’intera Europa;
qualcuno, tra cui lo stesso Andreae, parlò di uno scherzo tirato ad arte; fatto
sta che gli autori, o l’autore, dei pamphlet non fu mai scoperto, creando in tal
modo la leggenda di un misterioso cenacolo formato dalle menti più
illuminate dell’epoca, portatore di una misteriosa conoscenza ermetica e che,
tra i propri sodali avrebbe addirittura annoverato personaggi come Leonardo
da Vinci e Giordano Bruno. E qui arriviamo alla nascita della vera e propria
massoneria.
LA NASCITA
In seguito ai prodromi della guerra dei Trenta Anni, molti esponenti di spicco
dei vari cenacoli esoterici, migrarono in Inghilterra e Scozia, dove trovarono
un clima più favorevole allo studio dell’astrologia e dell’esoterismo in
generale. Alcuni tra questi gruppi, per darsi più lustro, cominciarono a voler
far affondare le proprie origini nelle antiche corporazione dei costruttori di
piramidi egizi, tra i “colegia fabrorum” romani o tra i mastri costruttori di
cattedrali dell’Evo Medio. Per questo motivo, legato più che altro ad una
moda culturale, personaggi di elevato lignaggio iniziarono a frequentare le
varie corporazioni professionali o logge allora esistenti, sino a snaturarne
completamente l’essenza, sancendo in tal modo il passaggio dalla
massoneria cosiddetta “operativa” (cioè legata meramente ad un ordine
professionale, quale il muratore, lo scalpellino, l’architetto, etc.) a
quella “speculativa”, cioè imperniata all’edificazione di una costruzione per le
anime, un vero e proprio tempio di conoscenze, a cui l’adepto avrebbe
dovuto attingere, quale appunto quello mitico di Salomone, la cui costruzione,
macchiata dall’omicidio rituale del suo architetto Hiram Abif, diverrà parte
integrante della mitografia massonica. Le varie Logge diverranno così il
ricettacolo delle menti illuminate dell’epoca, avendo come primo esempio il
misterioso “Ordo Rosicrucianum”. Come abbiamo sinora visto, le società
segrete trovano origine nella notte dei tempi, ma la Massoneria “si et si”, o
quantomeno per come noi la conosciamo nella sua attuale veste, ha i propri
natali ufficiali in quel di Londra, il 24 giugno del 1717, con la fondazione della
Gran Loggia di Londra, più tardi Gran Loggia d’Inghilterra. Nata
dall’unificazione di tre differenti gruppi massonici o logge, annovera
immediatamente tra le proprie fila letterati, uomini di pensiero e religiosi come
quel James Anderson, pastore presbiteriano che, con le sue “Costituzioni”
cercherà di dare un primo, fondamentale, assetto istituzionale ed ideologico
alla novella muratoria. Fondamentale è, tra l’altro, quella prescrizione che
richiede agli adepti l’adesione al credo in un “Grande Architetto
dell’Universo”, termine con cui si suole indicare il credo in un’entità metafisica
superiore, al di là di qualsiasi particolarismo religioso confinato alla sfera del
libero arbitrio dell’individuo. Ma, al di là dell’apparente compattezza
ideologica e dottrinale, ben presto le Logge massoniche, nel loro sorgere e
prender piede in Francia, Scozia e Germania, inizieranno anche a
differenziarsi in quelli che ne avrebbero dovuto essere i comuni principi
ispiratori. Tra questi a primeggiare, sarà l’Illuminismo. Molti, anche se non tra
tutti i suoi ispiratori, daranno la loro adesione alle Logge massoniche,
all’epoca un vezzo comune a molti famosi personaggi. Basterebbe solo
pensare ad un Goethe, ad un Mozart o ad un Newton, solo per citarne
alcuni, tralasciando volutamente il caustico Voltaire. E qui già ci dovremmo
porre la domanda su cosa sia realmente stato il fenomeno illuminista, almeno
ai suoi albori. Da parte di vari autori si è parlato di una forma di
neoplatonismo poi travolta da una deriva di tipo scientista-materialista. Come
abbiamo già accennato, la letteratura ufficiale massonica fa risalire
la “veneranda istituzione” ad un comune bagaglio di conoscenze misteriche
che partendo dalle corporazioni dei fabbricanti egizi di piramidi, attraversa i
secoli incarnandosi via via in organizzazioni quali i “collegia fabrorum”
romani, le corporazioni dei costruttori di cattedrali dell’Evo Medio, i Cavalieri
Templari, sino ai misteriosi adepti alla Rosacroce.
SUCCESSIVI SVILUPPI E CONCLUSIONI
L’evocazione di comuni radici non nasconde, però, il dato di fatto che la
massoneria nasca già attraversata da profonde discrepanze. La prima e più
rilevante, sorge su uno dei punti più importanti delle “costituzioni” di
Anderson, cioè la già citata prescrizione riguardo al credo nel “Grande
Architetto dell’Universo”. Così accanto alle varie fratellanze massoniche
legate all’idea-base dell’esistenza di un Entità Suprema, sorgeranno presto
gruppi massonici ispirati al più radicale laicismo ed ateismo, che, nella
Francia sconvolta dalla Rivoluzione, per esempio, troveranno il proprio ideale
brodo di coltura e terreno di affermazione grazie all’influenza giacobina, non
senza condividere il proprio percorso con altri simili gruppi, come quello
germanico degli Illuminati di Baviera. Ma le divisioni non riguarderanno
solamente il concetto di laicità. Massoneria Scozzese, Gran Loggia
d’Inghilterra, Grande Oriente d’Italia, ma anche il Rito di Memphis e Misraim,
gli Eletti Cohens” seguaci sia di Martinez De Pasqually (Martinesisti) che di
Claude De Saint Martin (Martinisti), la Massoneria Neotemplare di Von Hund
e tanti altri ancora, rappresentano gruppi tendenti a privilegiare uno o più
aspetti di quel percorso del sapere esoterico di cui abbiamo poc’anzi parlato.
Come in un immane caleidoscopio, le varie logge massoniche accolgono al
proprio interno cabalistica, Vangelo di S.Giovanni, sapienza egizio-
alessandrina, pratiche astrologiche, conoscenze alchemiche, neoplatonismo,
Gnosi, pitagorismo, neopaganesimo e sinanche occultismo, in tal modo
accentuando quel carattere di contradditorietà, includente tutto ed il suo
contrario. Qui le conclamate simpatie per la razionale civiltà dei Lumi,
faranno il paio con l’occultismo di personaggi alla Papus, alla Eliphas Levi,
alla Oswald Wirth o alla Ciro Formisano (Kremmerz), destando non poche
inquietudini nella società occidentale. Alla massoneria saranno attribuite
adesioni di personaggi circondati da un alone di mistero, come il conte
Cagliostro ed il principe di Sansevero, ma anche di intere dinastie regnanti, di
uomini politici ed esponenti di punta dell’economia e della finanza mondiale,
alimentando in tal modo la “leggenda nera” di un complotto ispirato
da “superiori sconosciuti”, in nome della creazione di uno stato universale,
così come preconizzato dall’intellettuale “fin de siecle” Yves D’Alveidre, nel
suo “L’Archeometra”. Persino di città come Washington, Parigi o Londra si
dice portino l’impronta di un progetto esoterico, ispirato dalle varie
obbedienze muratorie, con un occhio alla posizione degli astri e del Sole. A
volte tollerata, a volte perseguitata da Chiesa e Stato ma mai, comunque,
ufficialmente riconosciuta, la massoneria appoggerà indifferentemente
insurrezioni e contro insurrezioni, ribellioni e restaurazioni. E così accanto al
conclamato appoggio alla Rivoluzione Americana, a quella Francese, ai vari
Risorgimenti europei (ed in primis, a quello italiano) avremo il beneplacito
sostegno a regimi ultraconservatori e reazionari come quello dell’anti italiano
Napoleone 3°. In Italia, in particolare, dal Risorgimento sino al Ventennio, la
maggior parte dei governi sarà più o meno espressione dei desiderata della
massoneria, che esprimerà rivoluzionari alla Garibaldi e alla Mazzini (il quale,
in un momento successivo, criticherà duramente l’eccessiva moderazione e
la poca propensione all’azione rivoluzionaria dell’istituzione, ponendosene de
facto, al di fuori, sic! riformisti e moderati come Cavour, Crispi, Giolitti e
Nathan (sindaco di Roma), ma anche quella casa Savoia che a fine
Ottocento non esiterà a ricorrere alle cannonate del generale Bava Beccaris
per sedare le giuste rivendicazioni del popolo affamato, sino alla sinistra
figura del generale Badoglio ed alla sua coorte di traditori che, durante
l’ultimo conflitto mondiale contribuiranno alla sconfitta ed alla resa italiana,
grazie alle loro relazioni di affiliazione massonica con la Gran Bretagna e le
sue logge. Proibite o messe “in sonno” durante il Ventennio, le logge
massoniche dal dopoguerra ad oggi, continueranno a rappresentare una
silenziosa, ma costante presenza nella vita del nostro paese. Le vicende
legate alla loggia P2 di Licio Gelli ed ai risultati della commissione Anselmi,
torneranno a conferire all’intera istituzione massonica quell’aura di negatività
superata solamente dalla propaganda del Ventennio. L’elezione di Gustavo
Raffi quale guida del Grande Oriente d’Italia(la più antica e numerosa delle
istituzioni massoniche italiane), accompagnata da un’attività di apertura al
mondo esterno, tramite conferenze, etc., aperte a chiunque, sembra proprio
voler rappresentare un momento di forte discontinuità e rottura con l’idea di
una massoneria “coperta” e semi clandestina nel suo relazionarsi con la
società. Tutte queste vicende, però, non tolgono i dubbi sulla reale essenza e
portata di un fenomeno quale quello massonico che, a ben vedere, si
presenta molto più variegato e complesso rispetto a certe vicende ufficiali.
Per esempio, qualcuno ha, per associazione d’idee, accostato alla
massoneria anche realtà che, con quella ufficiale, avrebbero in verità poco o
nulla da spartire, quali per esempio gli Ariosofi di Von Sebottendorf e Von
List, l’Ordo Templum Orientis di Aleister Crowley, i Teosofi, Anne Blavatsky e
addirittura alcune alcune realtà del satanismo. E’ anche vero, però che, la
storia e la genesi di tutte queste realtà sono in qualche modo legate ed
interconnesse a deviazioni ed interpretazioni di quel comune filone di
pensiero esoterico, delle cui vicende abbiamo già parlato. Arrivati a questo
punto della nostra analisi, non ci si può esimere dall’interrogarci su quale
coerenza possano avere gruppi che, nel loro proclamarsi fautori
dell’egualitarismo democratico e del liberalismo, quali dirette filiazioni
dell’Illuminismo, adottano invece rituali e simbologie che rimandano a realtà e
tradizioni che si situano sul versante opposto. A ben vedere, la tradizione
egizia, non può certo richiamare alla mente l’ideologia liberale e la stessa
osservazione vale per tutte le altre tradizioni richiamate dalla massoneria:
dall’elitario ed antidemocratico pitagorismo, passando attraverso la tradizione
ermetica o a quella alchemica, o ai cavalieri del Tempio, nulla ci sembra
evocare un’idea di eguaglianza, anzi. Certe espressioni del sapere esoterico,
sono per definizione quanto di più ristretto ed esclusivo possa esistere.
L’unica tra le radici massoniche che, in qualche modo ci può riconnettere ai
contenuti fondanti della Modernità è quella ebraica. Questo perché lo spirito
biblico sta alla base dello spirito della svolta economicista e mercantilista
della Modernità, per l’appunto tutta imperniata sul protestantesimo di marca
calvinista. Ma, a ben vedere, la stessa Qabbalah, libro sacro di
quell’esoterismo ebraico tanto caro a certe comunioni massoniche, altri non è
che un concentrato di sapere misterico imperniato su un’idea di esclusivismo
gerarchico tale, da far addirittura contemplare delle precise indicazioni sul
diritto di appartenenza, esclusivamente ereditario, alla casta dei rabbini-
maghi, rappresentata in questo caso dagli appartenenti alla tribù dei Levi. Di
fronte a questa incoerenza ontologica, si può dare una risposta la cui valenza
deve rientrare per forza nell’ambito della ricerca psicanalitica e sociologica.
La tendenza innata dell’uomo a costituire degli alvei di appartenenza
privilegiata all’interno dei contesti sociali in cui vive, porta anche all’adozione
di determinati simboli, in quanto richiami ad un passato prestigioso, anche a
costo di snaturarne valenze e significati. Il grande Renè Guenon ebbe a
descrivere un processo simile, nei termini di una scienza iniziatica i cui
simboli verrebbero rigirati e stravolti nel nome di una perversa ed innaturale
eterogenesi dei fini. Quella stessa eterogenesi che, dunque, sembra guidare
l’intera storia di certa massoneria e dei suoi sviluppi nei secoli. Da cenacoli
iniziatico-sapienziali a vere e proprie congreghe politico-affaristiche di elevato
lignaggio, certe massonerie divengono il miglior veicolo per l’elaborazione, la
pianificazione e la messa in opera di un’azione volta ad assoggettare il
mondo all’unica, omologante legge di stampo occidentale, che del primato
dell’economia finanziaria sull’uomo e sulla sua vita, fa il proprio asse
portante. Inizialmente portato avanti dallo stato-canaglia britannico, il
progetto mondialista avrà negli USA e nei propri stati-satellite il miglior
prosecutore. Oggi, in piena Post- Modernità, le ramificazioni del progetto
mondialista non necessitano più né di una nazione di riferimento, né delle
vecchie istituzioni massoniche, oramai superate ed abbandonate in favore di
molto più potenti ed efficaci “Club”, “Commissioni” e via dicendo. A proposito
di mondialismo, abbiamo sinora parlato di “certe” massonerie, proprio perché
riteniamo pericoloso e fuorviante parlare in certi termini di un’esperienza che,
proprio in quanto esoterica, non è facilmente catalogabile secondo criteri di
scienza esatta. Figure come un Reghini, un Armentano, un Frosini ed altri
ancora, attraverso il tentativo di rifondare la massoneria, riattivando il Rito
Filosofico Italiano e partecipando in prima persona all’esperienza del Gruppo
di Ur, impressero all’istituzione massonica una svolta in direzione di quel
neopitagorismo che, con un forte richiamo al paganesimo romano e
mediterraneo, si situava in una prospettiva ideologica e dottrinale ben lontana
da suggestioni cabalistiche. Questi personaggi di sicuro, con la Massoneria
non ci fecero certo i soldi, né ricevettero gratificazioni di altro tipo ma, in
compenso, cercarono di dare un contributo ed una spinta chiarificatrice a
quel contesto di idee “tradizionalista” che allora, sulla falsariga
dell’esperienza fascista, iniziava a muovere i propri primi passi, in direzione
di un proprio specifico assetto. Il discorso potrebbe continuare ancora per
intere pagine, senza però portarci ad alcun risultato certo, se non quello della
fondamentale ed occidentalissima “ambiguità” ontologica dell’esperienza
massonica. Il che ci porta, giuocoforza, ad essere prudenti nell’emettere
giudizi affrettati per non ricadere in stereotipi che altro non fanno il gioco di
chi, invece, ha tutto l’interesse a confondere le acque.
UMBERTO BIANCHI