martedì 10 aprile 2012

C'E SEMPRE UNO SCHELETRO DI GARANZIA


Non avevamo intenzione di intervenire sulla squallida vicenda della Lega che parla da sé, anche perché è chiaro che essendo la Lega uno dei pilastri di un sistema marcio non poteva che essere marcia, ma qualche errata interpretazione sui tempi dell’emergere di questo scandalo e sulle sue origini ci obbliga a riparlare della Lega. 
Lega che conosciamo bene, perché il giovane Umberto Bossi, a fine anni ‘80, attraversava il Lago Maggiore per venire a Domodossola ad imparare da Alvaro Corradini – fondatore dell’Uopa – Unione ossolana per l’autonomia – cos’erano l’autonomia ed il federalismo.
La conosciamo anche perché abbiamo combattuto la deriva che ha visto nei primi anni ‘90 più di un missino passare alla Lega, attratto da accattivanti parole d’ordine e da sperati quanto fasulli cambiamenti.
In una famosa e affollata cena tricolore, chi scrive ebbe l’onore di attaccare duramente la Lega, facendo impallidire una pattuglia di parlamentari o aspiranti parlamentari missini presenti in sala, che già prestavano particolari attenzioni alla Lega, per premunirsi un’ancora di salvezza in vista dell’arrivo del temuto sistema elettorale maggioritario che allontanava la speranza di un posto sicuro di parlamentare (qualcuno aveva già pronte le valigie per passare alla Lega, poi apparvero Alleanza Nazionale e la lobby berlusconiana e le valige furono disfatte).
L’abbiamo combattuta perché abbiamo capito subito che poteri forti e massoneria la foraggiavano e la spingevano per evitare che l’onda della protesta scatenata da Tangentopoli andasse a gonfiare troppo l’indesiderabile MSI, considerato comunque di ispirazione fascista e quindi pericoloso e, successivamente, l’abbiamo combattuta perché si profilava l’ingresso anche della Lega nella potente ricca e affarista lobby berlusconiana che si preparava a conquistare il potere.
Due mesi fa, sul nostro notiziario “La Vedetta”, in un articolo dedicato alle voci sulla bufera che si annunciava, terminavamo dicendo che “Forse, adesso, tocca a Bossi e alla Lega”, era sbagliato solo il “forse”.
Che i tempi di questa bufera siano sospetti è chiaro, ma non c’entra la lotta tra Maroni e Bossi e nemmeno l’attuale governo tecnico, perché quando i documenti hanno iniziato a girare e sono partite le inchieste Monti non era nemmeno al Governo.
E’ un’altra la prospettiva: la Lega è stata smascherata quando ha iniziato a mettere in discussione l’alleanza di ferro con la lobby berlusconiana.
Troppa gente, anche nella nostra “Area”, ha dimenticato in fretta la vicenda Pollari, Pompa, Tavaroli ecc., con le successive P3 e P4, vicenda bloccata dall’imposizione del segreto di Stato da parte di Berlusconi.
Quella vicenda trattava di centinaia di migliaia di persone intercettate, spiate, controllate, dai politici di ogni colore ai giornalisti, dai magistrati alle Forze dell’Ordine, dagli imprenditori ai semplici attivisti e militanti di ogni Partito, il tutto per consentire alla lobby berlusconiana di poter condizionare, ricattare, bloccare, comperare, intimidire dove occorreva e dove fosse necessario, il tutto per mantenere il potere.
O qualcuno crede veramente che Sircana, portavoce di Prodi, sia stato filmato per caso?  Che quattro carabinieri abbiano incastrato per caso Marrazzo?  Che per caso la famosa telefonata Fassino-Consorte sia stata portata alla famiglia Berlusconi, quando nemmeno gli inquirenti sapevano della sua esistenza? Che Boffo, ex direttore di Avvenire, sia stato spiato per caso? Che la storia della casa di Montecarlo di Fini sia uscita per caso, combinazione dopo la rottura con Berlusconi? Che i parlamentari comperati per salvare il governo nel dicembre 2010 siano stati scelti a caso e non per le loro debolezze, debiti, vizi e sospette appartenenze?
Oggi tocca all’ingrata Lega e ben gli sta, anzi, era ora che quest’altra fasulla invenzione politica creata per riciclare e salvare il sistema pagasse lo scotto delle sue cattive frequentazioni e alleanze.
Ma questo deve servire da lezione a tutti, a tutti quelli, anche della nostra “Area”, che pensano che per un po’ di visibilità o per qualche aiutino si possa tranquillamente avere cattive frequentazioni o contatti informali.
Nella potentissima e ricca lobby berlusconiana si può entrare facilmente o facilmente avere contatti o collateralismi, magari per attaccare un governo tecnico che la lobby deve fingere di appoggiare e che non può perciò attaccare  direttamente ma, dalla suddetta lobby poi è difficile uscire o sganciarsi, senza pagarne lo scotto.
A buon intenditor poche parole.
E adesso godiamoci la bufera sulla Lega!
Rebecchi Adriano