Il “popolo” considerando ovviamente sia i cittadini che le imprese, le forze sociali, ecc., quello che, per la geopolitica ha un comportamento che non può essere scisso dal territorio nel quale vive, nell’era moderna e nei paesi occidentali, non corrisponde più ai canoni tradizionali?
I cittadini, oltre che soggetti a eccezionali “mobilità” di trasporto e di comunicazione, sono sempre più un amalgama indistinto, multirazziale, e le forze politiche che questo popolo va ad esprimere, Parlamento e Parlamento Europeo, vanno per conto loro, sono strutture subordinate ad Istituzioni e Organizzazioni mondialiste. Le leggi che vengono promanate dai singoli Parlamenti, sono parto di direttive mondialiste che prescindono, anzi scavalcano e coartano gli interessi nazionali. E così i rispettivi governi.
Le imprese, non sono più espressione delle capacità tecnico manageriali di un popolo e delle sue risorse nel territorio, ma sono tutte un complesso di “azioni semi anonime” controllate dall’Alta finanza.
Ergo, il vecchio assioma – impresa nazionale, risorse del territorio, e politica nazionale - non esiste più, perchè ai nuovi proprietari, banche e multinazionali, il territorio interessa fino ad un certo punto.
Per fare un esempio, la vecchia Fiat di Agnelli, non esiste più e la nuova Fiat degli Elkan & Co., è legata solo marginalmente alle sorti ed agli interessi della politica nazionale, ma segue logiche di globalizzazione, di investimenti e mercati extra nazionali, laddove il profitto è maggiore e il costo del lavoro minore.
Ergo i popoli sono destinati a subire le decisioni mega politiche, mega economiche, mega sociali espresse dalle logiche dell’Alta finanza mondialista.
Le necessità vitali dei popoli, legate alle situazioni geografiche locali, hanno oramai un ruolo storico molto minore rispetto al passato.
Si veda chi comanda, chi decide certe scelte, chi impone certe direttive, sono uomini e Istituzioni del mondialismo, sia a livello Europeo, sia a livello nazionale?
Gli indirizzi, le scelte, le culture, le decisioni di ogni genere, a poco a poco, ma inesorabilmente vengono introdotte negli ordinamenti e nelle culture nazionali?
E sono tutte scelte, decisioni e culture: dagli indirizzi finanziari, alle politiche sul debito pubblico, alle scelte sociali, alle mode, ai gay, ai rapporti etnici, ai nuovi ordinamenti giudiziari, ecc., espressi nella lettera e nello spirito da logiche e ideologie mondialiste, che cambiano, giorno dopo giorno, il modo di vivere e di pensare delle persone.
Qui non siamo, come nel passato, in presenza di una qualsivoglia Nazione che impone il suo disegno egemone (neppure gli USA, sebbene siano la forza armata di questo processo mondialista), ma di una oligarchia, sfuggente e nascosta, permeata di un ben preciso disegno ideologico, che progetta, decide e indirizza le strategie mondiali. I Rothschild, per fare un esempio, non sono la Francia, l’Inghilterra o gli Usa, ma sono una potenza egemone finanziaria, politica ed economica spaventosa che non è definibile in termini di territorio. E ritorniamo al concetto di nemico “sfuggente”.
La Geopolitica quindi va tutta rivista alla luce della evoluzione planetaria delle forze storiche.
Il sogno atavico di una Repubblica Universale, a prescindere che possa realizzarsi o meno, si attua mediante politiche imposte da uomini, Istituti e Organizzazioni trans e over nazionali.
Si traggano le conseguenze.
Maurizio Barozzi