venerdì 22 marzo 2024

23 marzo 1944, le vittime dimenticate di via Rasella

Con una bomba piazzata dentro un carretto della spazzatura Bentivegna e compagni, fulgidi esempi di combattenti a viso aperto (mimetizzati nella propria uniforme di spazzini), “spazzavano” da via Rasella in Roma 32 territoriali atesini del battaglione Bozen. Spedendoli in un attimo al Creatore, assieme ad un bambino innocente ed un innocuo passante.
I defunti ed i feriti, per la storiografia repubblicana ed i tribunali, non furono mai considerati che vittime sacrificali da offrire alla dea “resistenza”. Così si tacque, per legge, su chi fossero, da dove venissero, se avessero avuto una vita precedente ed una famiglia. Essendo via Rasella la causa, dal dopoguerra in poi si condannò e celebrò soltanto l’effetto…le Fosse Ardeatine. La chiesa (quella dalla c minuscola), comprensiva dei vari papi e vicari di Roma, mai ha pubblicamente rivolto un pensiero od una orazione a quei caduti. Pur, per quanto se ne sappia, nella maggior parte cattolici fino al momento del violento trapasso.
Non parliamo poi del povero bimbo, addirittura messo in discussione come vittima. Le Fosse Ardeatine hanno ottenuto, come giustamente dovuto a tutti i morti, il rispetto dovuto. I militari del Bozen (ed i civili) di via Rasella, no. 
La “democrazia”, che ha vinto, ha tentato di cancellarli, la chiesa pure. 
La memoria degli “altri”, NO ..

Grazie per l’attenzione
Vincenzo Mannello 


(riflessioni già condivise in rete nel 2014)