giovedì 19 novembre 2020
BERLINO 18/11/2020 PER LA LIBERTA’ di Fulvio Grimaldi
BERLINO 18/11/2020 PER LA LIBERTA’ “Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa
chi per lei vita rifiuta” (Dante, Purgatorio, canto primo)..
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https://youtu.be/2NRzIN-vmoM
https://youtu.be/X099DRUUR38
https://youtu.be/FctzaNZxOEo
https://twitter.com/i/status/1329032294980591616
Intanto, da noi, il governo sprofonda nel ridicolo con la vicenda del
commissario della sanità calabrese (il millesimo cui distribuire pieni poteri
sui cittadini italiani?), vicenda in cui, cacciato dal regime, si salva il solo
Zuccareli per aver ribadito ciò che l’OMS, prima di essere meglio indirizzato,
aveva sentenziato: le mascherine non servono. Lo strillone della banda
tecnoscientifica perfeziona con nuove misure “restrittive”, o “nodo scorsoio”,
il sociocidio, fratello minore del genocidio. Tutto il fallimentare grumo del
potere istituzionale ribadisce la sua subalternità storica alla mafia (dal 1945,
grazie USA), invitando all’ingresso in maggioranza il di lei partito per
eccellenza, quello dell’attempato liftato, condannato, appunto, per mafia.
In Germania vanno più al sodo e fanno varare al Bundestag autocastrato, ridotto
a figurante al pari del nostro parlamento, una legge che, al di là di ogni
emergenza virus, vera o fabbricata, attribuisce al regime Merkel poteri
bio-tecno-totalitari che rendono quelli adottati nel 1933 una strigliata di
preside. Quella del 1933 è la misura che permise ai nazisti di imporre leggi
senza approvazione parlamentare e contro la quale, poi, morirono in Europa 50
milioni di persone, soprattutto civili. Senza peraltro conquistare una vera
libertà, dalla quale, infatti, si avviò un processo che oggi culmina
nell’evoluzione bio-tecnologica di quel 1933 e seguenti.
E più al sodo vanno anche i cittadini tedeschi ancora liberi nel pensiero e non
rinunciatari rispetto alla sottrazione della libertà fisica. A migliaia,
demascherinizzati, hanno manifestato, per l’ennesima massiccia volta, contro la
dittatura tecno-sanitaria basata sul Covid e contro le sue terrificanti derive
in termini di abolizioni delle libertà fondamentali, di distruzione
dell’economia e di povertà dilagante, di catastrofe psicofisica subita da tutto
il popolo, di prospettive di aberrante
Stato di Polizia
tecno-digitale. Hanno superato i blocchi e sono penetrati nell’area del governo
e della simbolica Porta di Brandenburgo (dietro alla quale un tempo viveva il
meglio della Germania, la DDR, dai fratelli dell’Ovest desertificata e
colonizzata). Si sono battuti contro un ritorno a un passato elevato
all’ennesima potenza tirannica. 10.000 per la polizia e per gli ossequiosi e
timorosi media italiani. Ma se tanto mi dà tanto, cioè se il milione del 1.
Agosto, a Berlino, era stato ridotto a 18.000, ieri nella capitale della
Bundesrepublik, a prendersi le botte e l’acqua gelida dei pretoriani della
coalizione CDU-SPD, erano almeno in 50.000 (vedi immagini).
Sotto il Bundestag Nell’occasione, come del resto minacciato dalla Merkel,
inviperita per l’ennesima sentenza del tribunale di Berlino che aveva annullato
il divieto di manifestare, la polizia, richiamata da tutto il paese, è passata,
al metodo francese. Quello che si conosce come il più brutale del mondo, quelle
delle vittime mortali, o accecate, o picchiate a sangue e poi trascinate
sull’asfalto. E, infine, neutralizzati dall’arma più violenta: il Covid.
A maniere forti, maniere forti. Ne va, come sappiamo del futuro del mondo.
Perché come gli statunitensi sono primatisti dello strumento riduzionista del
vaccino, così la classe antropofaga tedesca, ancora una volta, è mosca cocchiera
della disumanizzazione psicofisica. La legge che il Bundestag va varando
istituzionalizza, cioè rende permanente, il diritto (!) di ricorrere
all’eliminazione dei diritti civili e umani fin qui limitati all’emergenza in
qualche modo “giustificata”, da virus, guerra, o altro. Lockdown a volontà,
isolamento e digitalizzazione universale, spada di Damocle perenne sui
movimenti, sull’azione, sull’espressione del pensiero, sulla vita individuale e
collettiva.
E' il "manifesto" che dà degli "ultradestri" ai manifestanti di Berlino. Vi
dicono, con logori stereotipi, a cui amici del giaguaro e utili idioti
s’inchinano per non avere guai, o sentirsi fuori dal seminato, che quelli di
Berlino erano tutti ultradestri, nazisti e, con infame analogismo, negazionisti
(e non si accorgono che apparentano il virus all’olocausto, magari senza neanche
tanto sbagliare). C’erano tutti, a
Berlino,
anche stavolta, e quelli che c’erano, qualunque sia la loro sigla, già solo per
essersi battuti contro questo nuovo leviatano postumano, sono di quella parte
che si batte per la verità/liberta. Un tempo si chiamava sinistra.
Berlino, bandiera DDR alla Porta di Brandenburgo