A passo felpato, va avvicinandosi l’appuntamento con le urne per le Elezioni
Europee ora, a fine Maggio e mai, come in questo momento, il nostro Esecutivo
versa in una gravissima crisi “confusionale”. Istanze spesso all’opposto (vedi il
caso Siri, il problema sui fondi per Roma Capitale, ma anche i contrasti sulla Tav
ed altri ancora...sic!) stanno trascinando il nostro Governo in una spirale di
sterili polemiche, che sembra non aver fine. Il tutto mentre la controparte dello
scenario politico, rappresentato da un’opposizione frastagliata e divisa, ma
unita dal collante dell’odio, in ispecial modo, verso Matteo Salvini, (reo di aver
dato inizio al non facile tentativo di risollevare le sorti di un paese stremato e
sfiduciato dalla crisi), si sta cominciando ad organizzare. A forza di slogan, uscite
buoniste e specialmente, instillando l’idea che la responsabilità dell’attuale fase
recessiva sia dell’attuale governo e non di una pesantemente sfavorevole
congiuntura internazionale, il variegato fronte delle opposizioni di cartapesta, va
organizzandosi, riuscendo ad ottenere qualche, sia pur minimo, risultato.
Qualche recente sondaggio, sussurra che in certe regioni il PD, nonostante la
sgangherata guida di Zingaretti, potrebbe riuscire a racimolar più consensi dei
Cinque Stelle. Inchieste e scandaletti spuntano qua e là come funghi,
coinvolgendo anche personaggi dello stesso entourage governativo, gettando
un’ombra di sinistra sfiducia sull’esecutivo. Il problema enorme di questo
governo è, ad oggi, rappresentato dall’incapacità di dare una risposta mediatica
forte ai latrati della simil-opposizione, accompagnata ad un’azione di governo
più decisa, forte delle proprie convinzioni e, pertanto, animata da idee
definitivamente chiare. Ed oggi di veramente chiaro vi è solo questa
considerazione: o si è a favore dei Poteri Forti e del Globalismo, con tutto quel
che ne discende, o ci si pone frontalmente contro questi ultimi, con tutto quel
che ne discende. Non si possono chiudere i porti, senza non pensare ad espellere
tutti gli immigrati/invasori clandestini presenti sul nostro territorio. Non si può
pensare di fare politiche economiche “forti” di tutela ed aiuto al lavoro italiano,
senza cercare di mettere in discussione quegli accordi commerciali
internazionali, stipulati senza l’accordo dei popoli e che oggi incatenano le
economie europee al carrozzone della finanza internazionale. Non si può varare
un Reddito di Cittadinanza di cui, per come questo provvedimento è stato
studiato, per lo più, fruiranno cittadini stranieri, qui residenti. Non si può parlare
di “Flat Tax” e lasciare gli italiani avviluppati in un mostruoso debito individuale,
rappresentato da cartelle, sanzioni, multe, bollette ed altre sempre più salate
forme di esazione. Non ci si può vantare di essere espressione diretta del mal di
pancia della gente e delle sue istanze di maggior libertà da una burocrazia
stupida, ottusa ed opprimente e poi permettere un obbligo vaccinale scolastico
delle dimensioni di quello che la famigerata legge Lorenzin ci ha imposto. Non si
può operare una coraggiosa trasformazione da movimento regionalista a
movimento a forte valenza nazionale e poi non far passare una legge in grado di
erogare dei finanziamenti speciali per una Capitale come Roma, Caput Mundi, la
cui situazione complessiva è, ad oggi, disastrosa. E questi sono solo alcuni dei
fatti, su cui si potrebbe discettare. Pertanto, non si può dichiarare di voler
rappresentare l’istanza principe contro il Globalismo ed i Poteri Forti e poi
cadere in certe contraddizioni. Fatti buoni ve ne sono certamente stati, ma
contornati da troppe indecisioni e svarioni, alimentati da inutili contrasti.
Sicuramente questo è il primo esecutivo anti-sistema della nostra travagliata
storia repubblicana, ma non basta. Sicuramente fatti positivi ve ne sono stati ma,
ad oggi ancora molto bisogna fare. Strano a dirsi ma, sinora, proprio quella che è
stata da più parti evocata, ovverosia la volontà popolare, è rimasta silente alla
finestra, ad assistere sgomenta allo spettacolo. Ma lo sgomento, la
rassegnazione, l’insoddisfazione, non portano a nulla se non animate da una
sana volontà popolare e ad una forte richiesta di cambiamento. Scendere in
piazza e chiedere “di più” senza fare sconti a nessuno. Ora come non mai, in virtù
della presenza di un governo particolare come questo, è ora di alzare il tiro delle
richieste, in modo da condizionare e spostare via via l’asse politico in modo tale,
da imprimere un più deciso orientamento identitario e sovranista all’azione
dell’esecutivo. L’esempio rappresentato dalla recente rivolta delle periferie
romane contro la presenza dei cosiddetti “nomadi”, dovrebbe servirci da
esempio e far da battistrada per una prossima e più incisiva, azione politica. Il
tutto senza voler considerare quanto sta accadendo Oltralpe con il fenomeno dei
“gilet gialli”. Sia quel che sia, obiettivamente, ad oggi, l’Italia continua ad esser
tassata, senza lavoro, in crisi, invasa da orde di“migrantes/invasori/stupratori”,
le nostre città immerse da immondizia e degrado, come non mai. Come abbiamo
già accennato, soffiare sullo scontento, oggi più che mai, può portare a risultati
insperati. Credere invece di tirare a campare, aggregandosi passivamente al
carrozzone di quei movimenti come la Lega (o anche i Cinque Stelle...), al
momento dati in netto vantaggio, per arrabattare qualche posticino al sole, è
quanto di più illusorio ed infruttuoso si possa concepire. Le cosiddette
opposizioni, supportate dai Poteri Forti, come abbiamo detto, non se ne stanno
con le mani in mano e, se non si cambia registro, eroderanno in poco tempo
consensi ed entusiasmi del momento. E per arrivare ad una logica conclusione
del tutto. Questa non vuole essere né una critica distruttiva, né un attacco
sconsiderato, né il risultato di repentini ed incoerenti cambi di posizione quanto,
l’obiettivo “reporting” di quanto in giro si percepisce e, pertanto, deve assurgere
a positivo incentivo a far meglio e di più, nell’ottica della costituzione di un
autentico fronte identitario e sovranista europeo.
UMBERTO BIANCHI