martedì 14 giugno 2016

DIRIGENZA PUBBLICA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE.

L'INTERROGAZIONE DELL'ON.LE RIZZETTO DIMOSTRA ANCORA UNA VOLTA LA GRAVE CRISI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CON NOMINE DIRIGENZIALI PARTICOLARMENTE DISCREZIONALI ED IN TOTALE VIOLAZIONE DELLE VIGENTI DISPOSIZIONI LEGISLATIVE PIENAMENTE CONDIVISIBILE L'ABROGAZIONE DELL'ART.19 C.6 DEL DLGS 165/2001 CHE HA DETERMINATO SOLO GRANDE MARASMA TRA GLI ADDETTI AI LAVORI PER GLI USI ED ABUSI COMMESSI.


ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08827

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 633 del 07/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: RIZZETTO WALTER 
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 07/06/2016

Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 07/06/2016
Stato iter: 
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08827
presentato da
RIZZETTO Walter
testo di
Martedì 7 giugno 2016, seduta n. 633
  RIZZETTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che:
l'interrogante con molteplici atti di sindacato ispettivo ha denunciato la violazione di fondamentali principi, come quelli di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione di cui all'articolo 97 della Carta costituzionale nell'affidamento degli incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione, dettati da scelte del tutto discrezionali e non meritocratiche;
si tratta di una illegittima prassi che sta diventando addirittura strutturale alla pubblica amministrazione italiana, con le gravi conseguenze che ne derivano se si pensa che la gestione arbitraria della dirigenza pubblica comporta l'attribuzione della direzione di importanti strutture amministrative a soggetti «graditi», per porre in essere quelle che l'interrogante giudica nomine di natura politica, se non clientelare che potrebbero provocare inquinamenti molto gravi dell'attività amministrativa;
ciò avviene, in particolare, presso le agenzie fiscali come già segnalato, tra i tanti atti, con le interrogazioni nn. 5/06572, 5/06681, 5/06775, 5/07621 che non hanno ancora ottenuto una risposta da parte dell'Esecutivo, il quale, tra l'altro, nonostante le ripetute segnalazioni, continua a non intervenire a fronte di nomine dirigenziali illegittime che, ad oggi, si perpetrano presso le agenzie fiscali. Sul punto, il 26 aprile 2016 il periodico settimanale « Panorama» con un articolo rubricato «Lo strano viavai di ex dirigenti all'agenzia delle entrate» ha denunciato il caso di ben sette ex funzionari interni che sono stati assunti a termine con incarico esterno dall'Agenzie delle entrate, per lo svolgimento di funzioni dirigenziali. Sul punto, oltre a segnalare la palese illegittimità di conferire incarichi dirigenziali esterni a impiegati interni di fascia media, si fa presente che tali funzionari erano decaduti dalle funzioni dirigenziali, il 26 marzo 2015, in seguito alla sentenza della Corte costituzionale che sancì l'illegittimità delle promozioni senza concorso di oltre 800 dirigenti dell'Agenzia. Pertanto, gli incarichi in questione sono stati affidati anche in contrasto con la predetta pronuncia che aveva fatto decadere le medesime persone dagli incarichi dirigenziali affidati discrezionalmente ed in violazione della normativa in materia;
il riconoscimento di incarichi attraverso procedure selettive non meritocratiche, sebbene particolarmente radicato nell'area agenzie fiscali, avviene di frequente in tutta l'amministrazione pubblica e tale prassi all'interrogante sembra, di fatto, non contrastata dallo stesso Governo Renzi. Al riguardo, si cita il caso di Rosa De Pasquale, ex parlamentare del Partito Democratico, nominata dal Governo nel mese di giugno 2015, capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ossia il dipartimento da cui dipende tutto il sistema scolastico nazionale. Ebbene, l'assenza delle necessarie competenze per svolgere tale incarico dell'ex parlamentare è comprovata da una sentenza della Corte dei Conti del dicembre 2015, che aveva annullato la sua precedente nomina, riconosciuta con apposito decreto del presidente del Consiglio dei ministri, a capo dell'ufficio scolastico regionale della Toscana; l'annullamento è stato pronunciato per la mancanza dei «requisiti di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell'amministrazione». È, dunque, paradossale che successivamente all'annullamento della nomina come capo ufficio scolastico regionale, Rosa De Pasquale sia stata nominata, su deliberazione del Consiglio dei ministri, capo dipartimento al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca assumendo un incarico al di sopra di dirigenti che svolgono quelle stesse funzioni per le quali non ha i requisiti, secondo la sentenza della Corte dei Conti;
oltre alle nomine dirigenziali predette, si mette in evidenza che si è proceduto all'attribuzione di incarichi esterni attraverso quella che appare all'interrogante un'applicazione distorta e di dubbia legittimità dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, applicabile soltanto in carenza di determinate professionalità all'interno della pubblica amministrazione;
si ribadisce che prediligere nomine fiduciarie significa favorire la scelta di persone che poco hanno a che vedere con le competenze dei dirigenti e che sono connesse ad interessi esterni collegati ai partiti politici e/o alle lobby. Pertanto, anche in prospettiva della riforma della pubblica amministrazione vanno adottati urgenti provvedimenti, al fine di riportare la legalità nell'affidamento degli incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione, garantendo che siano effettuate idonee procedure selettive nel rispetto dei princìpi di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione di cui all'articolo 97 della Costituzione. Ciò anche a tutela di coloro che sono legittimati a svolgere incarichi dirigenziali e che vengono esclusi da tali ruoli per favorire persone dai requisiti curriculari inferiori, in base a dinamiche che nulla hanno a che fare con la meritocrazia –:
quali siano gli orientamenti del Governo, per quanto di competenza, sui fatti esposti in premessa;
se e quali iniziative intendano assumere, affinché gli incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione siano conferiti attraverso idonee procedure selettive per assicurare la competenza tecnica della dirigenza, in conformità alla normativa in materia e alle pronunce giurisdizionali, troppo spesso disattese nell'attuale sistema;
se non ritengano di assumere idonee iniziative normative per procedere all'abrogazione dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, poiché tale disposizione, come hanno rilevato più volte la giurisprudenza amministrativa e quella contabile, viene di frequente utilizzata strumentalmente per conferire incarichi esterni illegittimi. (5-08827)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):
consiglio dei ministri
ordinamento scolastico
abrogazione