Giorni fa nel consultare il sito internet di un Tribunale, sono rimasto stupito nel constatare la presenza di un file contenente avvertimenti al debitore esecutato, tra i quali la possibilità di richiedere la conversione del pignoramento (dietro versamento del quinto e richiesta di rateizzazione). Considerato che, nel precetto, deve essere indicata anche la possibilità di ricorrere alla procedura di risoluzione della crisi da sovraindebitamento, credo che sia necessaria e rispettosa del diritto di proprietà e di altri diritti fondamentali della persona l'introduzione di un comma, tra le norme del codice procedura civile, che imponga al creditore e alla cancelleria un'avvertenza ancora più importante: la possibilità di proporre opposizione all'esecuzione laddove si contesta la sussistenza di un valido titolo esecutivo!!!! Perché, prima di avvertire il debitore sulle modalità e possibilità di pagamento al fine di evitare l'espropriazione, non lo si avverte anche della possibilità di opporsi e di richiedere la sospensione della procedura per gravi motivi ex art. 624 c.p.c. e, se non abbiente, della possibilità di ricorrere anche al patrocinio a spese dello Stato? Perché si deve presumere che il pignorato sia sempre davvero debitore? Credo, poi, che sarebbe civile e rispettoso della dignità della persona umana, della salute dell'esecutato e della sua famiglia che, tra gli accertamenti preliminari alla vendita, vi sia quello volto ad accertare l'eventuale presenza, nell'immobile pignorato, di minori o anziani e, comunque, ad assicurare un sostegno psicologico impedendosi qualsiasi rilascio di abitazione se non dopo avere salvaguardato o quanto meno ridotto i rischi di pregiudizi di carattere psicofisico ai soggetti più deboli. Il diritto di credito non può prevalere sul diritto alla vita e alla salute!!!!
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