E… fu subito NOTTE di Antonio Pantano
Su IL BORGHESE di marzo 2015 è in uscita il 20 febbraio l'articolo: E… fu subito NOTTE diAntonio Pantano
Piedigrotta italiana. Giochi pirotecnici. Forniti dalla premiata ditta Wall Street. Artificieri jankees. Sorveglianti PDL e PD meno Elle. Salmerie di sostegno “Stantìa Ecologìa Elle”, trans genici e gender, sciolta civica, transfunghi, sottobosco. Osanna corale: “habemus… papam”.
In Italyland colonia italiana la politica rotola. Vecchia sceneggiatura incisa nella pietra. E la “fiction” (finzione, che il cinematografo fa essere “vulgata”) viaggia. Il popolino, reso beota, è beato. Mormora, compiaciuto: “Che bravi, veloci, quattro votazioni, hanno scelto il più serio!”, “quel giovane risolve tutto con le sue idee!”. Cambio di foto negli edifici pubblici. Cossiga su sfocato grigio Andreotti, redivivo dalla Sicilia: là i baci saldarono nozze eterne. In cantina l’ovulo-pelato savoiardo, apprezzato dal 1953 nella Casa Madre americana! Ora nuova “icona”. Vanta ascendenti graditi ed usati dai “liberatori” fin dal 9 luglio 1943. Piedigrotta. Il frastuono pirotecnico distrae per giorni. Lodi sperticate. Virtù al cannolo. Fuochi a sinistra. Buttafuoco, a destra. Panda grigia (lasciapassare in ZTL). Messa e monachelle. Foresteria in Consulta. Sobrietà. Bacco fu con Saragat, fino ad ieri. In vino veritas. Cossiga e Napolitano. Lingua sciolta, senza sosta.
Poi s’acquetano i gemiti dei coiti; torna la banalità. Tornano a galleggiare a iosa le riforme. Le vecchie “riforme” del regime. Che da 70 anni riforma. E sta sempre in forma. Formaggi. Omaggi ai poli affaristici e contropartite a tutti. Consociativismo. Cooperazione. La coop sono loro. Il debito pubblico sarà consolidato. Ma sempre lievitante. Musica da vent’anni. Orchestra concertante B.C.E. e coro del ministero italiota della economia. Il “popolo” non ha diritto di verifica. Deve avere fiducia. E votare su chiamata. Le aziende bancarie incassano in anteprima la tangente di spettanza. Filtrano. E usano nebbiogeni, oscurando tutto. Il P.I.L.. Spauracchio. Tutti lo temono. E nessuno sa cosa sia!
Questo è il marchingegno. Cilindro del ciarlatano affabulatore. I corifei e lo stupore. Estratto il “proboviro” d’occasione. Le gazzette di regime confermano. Tutto “sotto controllo”. Dai tempi della rivelazione di “echelon” (1989). Ed anche prima del “watergate” (1972). Le intercettazioni telematiche? Dal tempo di Meucci! Simultanea, la ragnatela maligna intercetta. Spiattella sul web una conversazione. Novembre 2014. Un attendibile boss nel solito caffè. Preannuncia. Messaggio di fine anno: dal vecchio la “obbligata rinuncia”. E chi subentra? chiede un compare. “Sergio, … il siciliano”. “Renzi così farà, è bravo.” Tutto spontaneo. Dal cilindro. Tutto per bene. Stabilito. Da chi prevede. Da chi vuole. Da lontano. Italy. Obbedisce. Italy.
Trattato di Maastricht. Il SEBC (Sistema Europeo Bancario Centrale) stabilito a Maastricht. Dai politici. Politicanti. Trattato irrevocabile. Imposto dalla “costituzione più bella del mondo”. Il guitto toshano - lazzi da borgatara “casa del popolo”- cantò la costituzione. Milioni Rai. “costituzione immutabile”. Impossibili i referendum popolari abrogativi. Su tasse e trattati internazionali il popolo non conta. Il popolo …beve e canta. Trattato di Maastricht. Titolo VI “Politica economica e monetaria”. Nel Capo 2 “Politica monetaria” con gli articoli dal 102 al 109. Qui le imposizioni. E divieti per gli Stati. Imperativi. Poi Capo 3 “Disposizioni istituzionali”: gli articoli dal 109A al 109D. Spolverata di vaniglia: il Capo 4 “Disposizioni transitorie” : gli articoli dal 109E al 109M. Rapina della sovranità monetaria. E della sovranità bancaria. Per l’Europa. LORO. Dei banchieri. Non europei. Globalisti. Pecunia non olet. Alet. Nutre. Monopolisti.
Il popolo è “liberato”. Come nel 1945. Soggiace. Da 70 anni. 7 febbraio 1992. Il “popolo” ignorava. In silenzio. Sordina mediatica. I Biagi, Bocca, Scalfari, e plagiari di regime: tutti zitti. Firmarono Guido Carli & Gianni de Michelis. Scaltri. Ceduta la cassa e il denaro. Per l’Europa. Senza contropartita. Totale cessione di sovranità italiana. In nome del presidente della repubblica del tempo. Chi fu? Il “generoso” Francesco Cossiga; pedissequo “framassone coperto”. Sarda tribù di solidi “fratelli”, tra destra centro e sinistra partitica. Cossiga – strano! - si dimise, 80 giorni dopo. Subito il surrogato. Confratello di sacrestìa Scalfaro Oscar Luigi; già praticante magistrato nella fascista RSI. Tutti più solidali e solidi dei Carabinieri. “USI OBBEDIR TACENDO”! Carabinieri? Arma antica. Maastricht e il trattato di Libona (13 dicembre 2007) la annullerà e dissiperà. Finis Italiae.
Da anni esiste il “debito pubblico”. DOGMA. Imposto ed indiscutibile. Dai governanti. Tutti “allegri e festosi” i governanti nostrani! Zelanti. Verso i creditori. Che nessuno conosce. Ma il debito/fantasma impone gli interessi. Uscita all’estero di 100 miliardi di interessi: previsione del 2015. Lo Istat – Ist. Accertamento Tragedia – conferma. Nel 2010 furono fatti fuggire oltre confine 71,15 miliardi. Nel 2011 fatti espatriare oltre 78 miliardi. Nel 2012 (garante il Monti Mario anche per mesi dell’anno successivo) imposti in fuga 86,47 miliardi. Nel 2013 all’estero miliardi 82,04. Debito. Debito? Contratto verso chi? E quando? Come? E perché? Fuori il nome e la faccia del creditore! Per diritto e per logica. E gli atti di impegno tra creditore e debitore? Fuori le carte! Ma “il segreto bancario” lo vieta! È “insopportabile incombenza”! La “privacy”! E quale magistrato si applicherebbe ad indagare? In gioco carriera e… vita. La “bolla” del debito pubblico. Inventata da ignoti ogni giorno. Lievita. Gonfia a dismisura. S’ingigantisce. All’infinito. E appare sempre più “balla”. “credere, obbedire e combattere”, imperativo per i cittadini italiani! Bravi sudditi. Fu imperativo dell’antico “nefasto” regime. Regime che, però, i conti dello Stato gestiva senza danno. I debiti li pagava. Anche quelli giganteschi della Grande Guerra. Li creò la massoneria savoiarda. In silenzio! 2,3 miliardi di dollari oro del 1919. “Nefasto regime” che li pagò. E alla sua fine – fase repubblicana della R.S.I. – lasciò nelle casse pubbliche e agli italiani 20,9 miliardi di lire. Attivo. Fine aprile 1945. La R.S.I. inglobò nello Stato la banca d’Italia. E gli Alleati contenti, poi! Registrarono. Asportarono. Lasciarono AMlire. Fino al 1950. Fino al 1965. Atti parlamentari! Spontaneo un dubbio. Gli interessi “fuggono ogni anno all’estero”. Quanta “tangente” oltre confine va agli intermediari? Ai gestori della politica italiana? PONGO il QUESITO! Non a me, o a chi legge! Lo pongo a qualcuno. A solerti docenti di diritto costituzionale. Uno di loro oggi è in alto. Classe 1941. Maturo. Frequentò sacri palazzi dal 1980. Vocazione di famiglia. In altalena tra scuola e bottega. Da ultimo, 3 anni e 4 mesi in corte costituzionale. Proto, attento! Non maiuscole a questo organo statale a servizio dei cittadini! Minuscole!
Proto, hai mai letto la “costituzione della repubblica italiana”? Ti spiego, proto! 139 articoli. Più XVIII disposizioni finali e transitorie. Eterne anacronistiche. Maiuscole solo a chi gestisce il potere. “popolo, cittadini, contribuenti” sempre e solo scritti con la minuscola! (Il guitto saltimbanco citato mai se ne accorse! Soldoni contava, sbrodolando lazzi). Leggiamo! Primo articolo: il “popolo” [entità viva, attiva, pensante, operosa] è minuscolo; la “Costituzione” [documento cartaceo, inerte, passivo] è al maiuscolo. Secondo articolo: “Repubblica” è al maiuscolo; “uomo” e “sua personalità” al minuscolo. Terzo articolo: “cittadini” al minuscolo; l’astratto collettivo “Repubblica” è maiuscolo! Si sovrasta “la persona umana” e “tutti i lavoratori”, costretti nel “Paese”. La parola “Italia” fece e fu negata! E l’articolo 4. Sminuisce il primo: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Infatti l’art. 4 recita: “La Repubblica [maiuscolo!] riconosce a tutti i cittadini [minuscolo!] il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Ammettiamolo! Non avevano idee chiare nel 1947 i “redattori del documento costituzionale”! Anche se molti (Moro, Fanfani, l’elenco è lungo!) “educati” nei G.U.F. – Gruppi Universitari Fascisti. Ove non avevano brillato. L’Ingrao Pietro lo dimostrò nei tanti Littoriali vissuti, e mai vinti. Torniamo allo articolo 1. Se è “Repubblica”- la povera nostra Italia – è inutile qualificarla “democratica”. Termini identici! Il primo più preciso ed incisivo. Discende dal latino. “Res publica” è cosa pubblica! (Ma c’è chi al bar ordina un “caffè caffè”! Non vuole surrogato. Chiaro?). Poi. Repubblica “fondata sul lavoro”. Non fondata sullo “ozio”! Lo statuirono i “costituenti”, solerti e buontemponi. Vo a pag. 307, volume XII dei 21 del Grande Dizionario della Lingua Italiana (Utet, tra 1961 e 2002) del Battaglia: “la condizione di quiete, di riposo, di distensione, di pace, di tranquillità psicologica, di assenza di preoccupazioni e di tensioni,” e “condizione di chi trascorre il proprio tempo libero operosamente, dedicandolo a occupazioni (soprattutto lo studio e le attività letterarie) diverse dagli svaghi e dai normali impegni lavorativi” è ozio. Non ci cada il “cittadino” italiano! Scevri da nozioni umanistiche (piacevano al bieco precedente regime!) i costituenti ignorarono: il “negozio” è “negazione dell’ozio”! Costituenti incatenati nel pragmatico “style of life”. Lo imposero i vincitori la guerra che avevano servito. Salvarono solo il “negozio”. L’affare, il mercato, il maneggio e lucro di denaro. Statuirono l’obbligo del “lavoro”. Prassi di fondamento democratico. Articolo 1 il “lavoro” (sa di “condanna”!) è fondamento della “Repubblica”. Articolo 4 la “Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. La repubblica, lontana, “riconosce … il diritto al lavoro”. Ma non lo assicura! Ne “promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Si limita! È “sponsor”. Come per la squadra di calcio. Condiziona soldi al risultato di ogni partita! È organo lontano dai cittadini. Senza i quali non c’è vita e non esiste la repubblica.
Ma galleggia il regime! Intanto un vespaio di ciarlatani ronza. Sciocchezze in parlamento. Millanta conati di riforme inutili. Stracolme di verbosi dettagli. Vantaggio solo per le bande. Che quel consesso assediano e gestiscono.
Ecco una UMANA PROPOSTA! Riforma alla carta costituzionale! Non nelle “scemenze elettorali” (proposte dai furfanti che usurpano il potere!) . Ma “Diritto alla vita e alla fantasìa creativa, ozio e negozio”. E aggiunta della omissione di base, trascinata da 70 anni. Lo “obbligo di rendiconto contabile” quotidiano ad ogni cittadino! Lo Stato deve garantire ad ogni cittadino la vita e il lavoro. In ogni espressione. Anche la virtù “oziosa”. Nessuna “promozione”! Il “rendiconto” ora è obbligo naturale! Vige la simultanea via telematica elettronica. I dati volano con l’elettrone. Così i bilanci di ogni ente pubblico. Anche come “prima nota”. Sciocco e ingannatore è chi obietta che il lavoro (la produzione) discende solo dagli attivi di bilancio e non dai debiti. Gli si tappi la bocca! Chi lucra su qualsiasi attività produttiva (la scuola, l’arte, la creazione, la sanità, l’amministrazione retta della giustizia, il pensiero, la scienza, sono “lavoro” al pari di ogni atto produttivo, agricolo, industriale, commerciale) deve corrispondere tasse allo Stato, ed al fisco, in quantità maggiore – fino ad essere totale! – di ciò che ogni individuo conferisce.
Parlo della odiosa azione parassitaria esercitata (per secolare falsa tradizione nata da fraintendimenti, “malate consuetudini”, travisamenti e alterazioni storiche) da mille aziende bancarie operanti in Italia e mediante l’Italia. Da decenni prestano denaro del Popolo! Da decenni evadono tasse ed imposte. E s’inventano bilanci che autocertificano. Mai hanno esercitato la VERA funzione del credito, e della raccolta e salvaguardia del risparmio. Il denaro oggi è virtuale. Senza vera riserva di garanzia. Il denaro è mera convenzione. Somministrata da estranei ad ogni creazione produttiva. Convenzione e suo controllo che va reso ai cittadini tutti. Allo Stato, se veramente li tutela. Poi i dettagli.
Lo Stato è serio se diminuisce e conduce ad umano livello le erogazioni di stipendio (ora ingiuste ed esorbitanti) verso chiunque occupa ruoli politici ed amministrativi in tutta la cosa pubblica. Ed abolisce ogni privilegio e “rimborso forfettario” o beneficio. E le “dotazioni”, oggi aggiunte a favore di chi “comanda”. Chi “comanda” o gestisce il potere è SOLO al servizio del Popolo e dei Cittadini tutti. Diversamente… è buio profondo. Altrimenti, come sta accadendo, sarà subito eterna notte!
Piedigrotta italiana. Giochi pirotecnici. Forniti dalla premiata ditta Wall Street. Artificieri jankees. Sorveglianti PDL e PD meno Elle. Salmerie di sostegno “Stantìa Ecologìa Elle”, trans genici e gender, sciolta civica, transfunghi, sottobosco. Osanna corale: “habemus… papam”.
In Italyland colonia italiana la politica rotola. Vecchia sceneggiatura incisa nella pietra. E la “fiction” (finzione, che il cinematografo fa essere “vulgata”) viaggia. Il popolino, reso beota, è beato. Mormora, compiaciuto: “Che bravi, veloci, quattro votazioni, hanno scelto il più serio!”, “quel giovane risolve tutto con le sue idee!”. Cambio di foto negli edifici pubblici. Cossiga su sfocato grigio Andreotti, redivivo dalla Sicilia: là i baci saldarono nozze eterne. In cantina l’ovulo-pelato savoiardo, apprezzato dal 1953 nella Casa Madre americana! Ora nuova “icona”. Vanta ascendenti graditi ed usati dai “liberatori” fin dal 9 luglio 1943. Piedigrotta. Il frastuono pirotecnico distrae per giorni. Lodi sperticate. Virtù al cannolo. Fuochi a sinistra. Buttafuoco, a destra. Panda grigia (lasciapassare in ZTL). Messa e monachelle. Foresteria in Consulta. Sobrietà. Bacco fu con Saragat, fino ad ieri. In vino veritas. Cossiga e Napolitano. Lingua sciolta, senza sosta.
Poi s’acquetano i gemiti dei coiti; torna la banalità. Tornano a galleggiare a iosa le riforme. Le vecchie “riforme” del regime. Che da 70 anni riforma. E sta sempre in forma. Formaggi. Omaggi ai poli affaristici e contropartite a tutti. Consociativismo. Cooperazione. La coop sono loro. Il debito pubblico sarà consolidato. Ma sempre lievitante. Musica da vent’anni. Orchestra concertante B.C.E. e coro del ministero italiota della economia. Il “popolo” non ha diritto di verifica. Deve avere fiducia. E votare su chiamata. Le aziende bancarie incassano in anteprima la tangente di spettanza. Filtrano. E usano nebbiogeni, oscurando tutto. Il P.I.L.. Spauracchio. Tutti lo temono. E nessuno sa cosa sia!
Questo è il marchingegno. Cilindro del ciarlatano affabulatore. I corifei e lo stupore. Estratto il “proboviro” d’occasione. Le gazzette di regime confermano. Tutto “sotto controllo”. Dai tempi della rivelazione di “echelon” (1989). Ed anche prima del “watergate” (1972). Le intercettazioni telematiche? Dal tempo di Meucci! Simultanea, la ragnatela maligna intercetta. Spiattella sul web una conversazione. Novembre 2014. Un attendibile boss nel solito caffè. Preannuncia. Messaggio di fine anno: dal vecchio la “obbligata rinuncia”. E chi subentra? chiede un compare. “Sergio, … il siciliano”. “Renzi così farà, è bravo.” Tutto spontaneo. Dal cilindro. Tutto per bene. Stabilito. Da chi prevede. Da chi vuole. Da lontano. Italy. Obbedisce. Italy.
Trattato di Maastricht. Il SEBC (Sistema Europeo Bancario Centrale) stabilito a Maastricht. Dai politici. Politicanti. Trattato irrevocabile. Imposto dalla “costituzione più bella del mondo”. Il guitto toshano - lazzi da borgatara “casa del popolo”- cantò la costituzione. Milioni Rai. “costituzione immutabile”. Impossibili i referendum popolari abrogativi. Su tasse e trattati internazionali il popolo non conta. Il popolo …beve e canta. Trattato di Maastricht. Titolo VI “Politica economica e monetaria”. Nel Capo 2 “Politica monetaria” con gli articoli dal 102 al 109. Qui le imposizioni. E divieti per gli Stati. Imperativi. Poi Capo 3 “Disposizioni istituzionali”: gli articoli dal 109A al 109D. Spolverata di vaniglia: il Capo 4 “Disposizioni transitorie” : gli articoli dal 109E al 109M. Rapina della sovranità monetaria. E della sovranità bancaria. Per l’Europa. LORO. Dei banchieri. Non europei. Globalisti. Pecunia non olet. Alet. Nutre. Monopolisti.
Il popolo è “liberato”. Come nel 1945. Soggiace. Da 70 anni. 7 febbraio 1992. Il “popolo” ignorava. In silenzio. Sordina mediatica. I Biagi, Bocca, Scalfari, e plagiari di regime: tutti zitti. Firmarono Guido Carli & Gianni de Michelis. Scaltri. Ceduta la cassa e il denaro. Per l’Europa. Senza contropartita. Totale cessione di sovranità italiana. In nome del presidente della repubblica del tempo. Chi fu? Il “generoso” Francesco Cossiga; pedissequo “framassone coperto”. Sarda tribù di solidi “fratelli”, tra destra centro e sinistra partitica. Cossiga – strano! - si dimise, 80 giorni dopo. Subito il surrogato. Confratello di sacrestìa Scalfaro Oscar Luigi; già praticante magistrato nella fascista RSI. Tutti più solidali e solidi dei Carabinieri. “USI OBBEDIR TACENDO”! Carabinieri? Arma antica. Maastricht e il trattato di Libona (13 dicembre 2007) la annullerà e dissiperà. Finis Italiae.
Da anni esiste il “debito pubblico”. DOGMA. Imposto ed indiscutibile. Dai governanti. Tutti “allegri e festosi” i governanti nostrani! Zelanti. Verso i creditori. Che nessuno conosce. Ma il debito/fantasma impone gli interessi. Uscita all’estero di 100 miliardi di interessi: previsione del 2015. Lo Istat – Ist. Accertamento Tragedia – conferma. Nel 2010 furono fatti fuggire oltre confine 71,15 miliardi. Nel 2011 fatti espatriare oltre 78 miliardi. Nel 2012 (garante il Monti Mario anche per mesi dell’anno successivo) imposti in fuga 86,47 miliardi. Nel 2013 all’estero miliardi 82,04. Debito. Debito? Contratto verso chi? E quando? Come? E perché? Fuori il nome e la faccia del creditore! Per diritto e per logica. E gli atti di impegno tra creditore e debitore? Fuori le carte! Ma “il segreto bancario” lo vieta! È “insopportabile incombenza”! La “privacy”! E quale magistrato si applicherebbe ad indagare? In gioco carriera e… vita. La “bolla” del debito pubblico. Inventata da ignoti ogni giorno. Lievita. Gonfia a dismisura. S’ingigantisce. All’infinito. E appare sempre più “balla”. “credere, obbedire e combattere”, imperativo per i cittadini italiani! Bravi sudditi. Fu imperativo dell’antico “nefasto” regime. Regime che, però, i conti dello Stato gestiva senza danno. I debiti li pagava. Anche quelli giganteschi della Grande Guerra. Li creò la massoneria savoiarda. In silenzio! 2,3 miliardi di dollari oro del 1919. “Nefasto regime” che li pagò. E alla sua fine – fase repubblicana della R.S.I. – lasciò nelle casse pubbliche e agli italiani 20,9 miliardi di lire. Attivo. Fine aprile 1945. La R.S.I. inglobò nello Stato la banca d’Italia. E gli Alleati contenti, poi! Registrarono. Asportarono. Lasciarono AMlire. Fino al 1950. Fino al 1965. Atti parlamentari! Spontaneo un dubbio. Gli interessi “fuggono ogni anno all’estero”. Quanta “tangente” oltre confine va agli intermediari? Ai gestori della politica italiana? PONGO il QUESITO! Non a me, o a chi legge! Lo pongo a qualcuno. A solerti docenti di diritto costituzionale. Uno di loro oggi è in alto. Classe 1941. Maturo. Frequentò sacri palazzi dal 1980. Vocazione di famiglia. In altalena tra scuola e bottega. Da ultimo, 3 anni e 4 mesi in corte costituzionale. Proto, attento! Non maiuscole a questo organo statale a servizio dei cittadini! Minuscole!
Proto, hai mai letto la “costituzione della repubblica italiana”? Ti spiego, proto! 139 articoli. Più XVIII disposizioni finali e transitorie. Eterne anacronistiche. Maiuscole solo a chi gestisce il potere. “popolo, cittadini, contribuenti” sempre e solo scritti con la minuscola! (Il guitto saltimbanco citato mai se ne accorse! Soldoni contava, sbrodolando lazzi). Leggiamo! Primo articolo: il “popolo” [entità viva, attiva, pensante, operosa] è minuscolo; la “Costituzione” [documento cartaceo, inerte, passivo] è al maiuscolo. Secondo articolo: “Repubblica” è al maiuscolo; “uomo” e “sua personalità” al minuscolo. Terzo articolo: “cittadini” al minuscolo; l’astratto collettivo “Repubblica” è maiuscolo! Si sovrasta “la persona umana” e “tutti i lavoratori”, costretti nel “Paese”. La parola “Italia” fece e fu negata! E l’articolo 4. Sminuisce il primo: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Infatti l’art. 4 recita: “La Repubblica [maiuscolo!] riconosce a tutti i cittadini [minuscolo!] il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Ammettiamolo! Non avevano idee chiare nel 1947 i “redattori del documento costituzionale”! Anche se molti (Moro, Fanfani, l’elenco è lungo!) “educati” nei G.U.F. – Gruppi Universitari Fascisti. Ove non avevano brillato. L’Ingrao Pietro lo dimostrò nei tanti Littoriali vissuti, e mai vinti. Torniamo allo articolo 1. Se è “Repubblica”- la povera nostra Italia – è inutile qualificarla “democratica”. Termini identici! Il primo più preciso ed incisivo. Discende dal latino. “Res publica” è cosa pubblica! (Ma c’è chi al bar ordina un “caffè caffè”! Non vuole surrogato. Chiaro?). Poi. Repubblica “fondata sul lavoro”. Non fondata sullo “ozio”! Lo statuirono i “costituenti”, solerti e buontemponi. Vo a pag. 307, volume XII dei 21 del Grande Dizionario della Lingua Italiana (Utet, tra 1961 e 2002) del Battaglia: “la condizione di quiete, di riposo, di distensione, di pace, di tranquillità psicologica, di assenza di preoccupazioni e di tensioni,” e “condizione di chi trascorre il proprio tempo libero operosamente, dedicandolo a occupazioni (soprattutto lo studio e le attività letterarie) diverse dagli svaghi e dai normali impegni lavorativi” è ozio. Non ci cada il “cittadino” italiano! Scevri da nozioni umanistiche (piacevano al bieco precedente regime!) i costituenti ignorarono: il “negozio” è “negazione dell’ozio”! Costituenti incatenati nel pragmatico “style of life”. Lo imposero i vincitori la guerra che avevano servito. Salvarono solo il “negozio”. L’affare, il mercato, il maneggio e lucro di denaro. Statuirono l’obbligo del “lavoro”. Prassi di fondamento democratico. Articolo 1 il “lavoro” (sa di “condanna”!) è fondamento della “Repubblica”. Articolo 4 la “Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. La repubblica, lontana, “riconosce … il diritto al lavoro”. Ma non lo assicura! Ne “promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Si limita! È “sponsor”. Come per la squadra di calcio. Condiziona soldi al risultato di ogni partita! È organo lontano dai cittadini. Senza i quali non c’è vita e non esiste la repubblica.
Ma galleggia il regime! Intanto un vespaio di ciarlatani ronza. Sciocchezze in parlamento. Millanta conati di riforme inutili. Stracolme di verbosi dettagli. Vantaggio solo per le bande. Che quel consesso assediano e gestiscono.
Ecco una UMANA PROPOSTA! Riforma alla carta costituzionale! Non nelle “scemenze elettorali” (proposte dai furfanti che usurpano il potere!) . Ma “Diritto alla vita e alla fantasìa creativa, ozio e negozio”. E aggiunta della omissione di base, trascinata da 70 anni. Lo “obbligo di rendiconto contabile” quotidiano ad ogni cittadino! Lo Stato deve garantire ad ogni cittadino la vita e il lavoro. In ogni espressione. Anche la virtù “oziosa”. Nessuna “promozione”! Il “rendiconto” ora è obbligo naturale! Vige la simultanea via telematica elettronica. I dati volano con l’elettrone. Così i bilanci di ogni ente pubblico. Anche come “prima nota”. Sciocco e ingannatore è chi obietta che il lavoro (la produzione) discende solo dagli attivi di bilancio e non dai debiti. Gli si tappi la bocca! Chi lucra su qualsiasi attività produttiva (la scuola, l’arte, la creazione, la sanità, l’amministrazione retta della giustizia, il pensiero, la scienza, sono “lavoro” al pari di ogni atto produttivo, agricolo, industriale, commerciale) deve corrispondere tasse allo Stato, ed al fisco, in quantità maggiore – fino ad essere totale! – di ciò che ogni individuo conferisce.
Parlo della odiosa azione parassitaria esercitata (per secolare falsa tradizione nata da fraintendimenti, “malate consuetudini”, travisamenti e alterazioni storiche) da mille aziende bancarie operanti in Italia e mediante l’Italia. Da decenni prestano denaro del Popolo! Da decenni evadono tasse ed imposte. E s’inventano bilanci che autocertificano. Mai hanno esercitato la VERA funzione del credito, e della raccolta e salvaguardia del risparmio. Il denaro oggi è virtuale. Senza vera riserva di garanzia. Il denaro è mera convenzione. Somministrata da estranei ad ogni creazione produttiva. Convenzione e suo controllo che va reso ai cittadini tutti. Allo Stato, se veramente li tutela. Poi i dettagli.
Lo Stato è serio se diminuisce e conduce ad umano livello le erogazioni di stipendio (ora ingiuste ed esorbitanti) verso chiunque occupa ruoli politici ed amministrativi in tutta la cosa pubblica. Ed abolisce ogni privilegio e “rimborso forfettario” o beneficio. E le “dotazioni”, oggi aggiunte a favore di chi “comanda”. Chi “comanda” o gestisce il potere è SOLO al servizio del Popolo e dei Cittadini tutti. Diversamente… è buio profondo. Altrimenti, come sta accadendo, sarà subito eterna notte!