Quantitative Easing, per gli amici QE, è l'ultimo argomento di moda (nei peggiori bar e (tele)giornali...).
Conosciuto anche come "il bazooka di Draghi" tutti i TG di oggi lo presentano come l'arma finale per far ripartire la crescita, sconfiggere la recessione, allontanare il rischio (?) di deflazione e spingere di nuovo su i consumi. Praticamente l'equivalente economico dell'elisir di lunga vita...
Ma che cos'è il QE? E perché non c'hanno pensato prima a questa bomba "fine di mondo (gramo)"?
Il quantitative easing è una manovra strettamente monetaria con la quale una Banca Centrale si impegna all'acquisto massiccio di titoli, di solito di Stato, per un periodo di tempo determinato, ma piuttosto lungo. Il risultato è che si immette una gran quantità di denaro nel circuito finanziario, nel presupposto che esso scarseggi e che sia questa scarsità a frenare gli investimenti ed i consumi. Quindi si "spara" denaro per aumentarne la massa in circolazione, cosa che dovrebbe portare ad un aumento dell'inflazione, sconfiggendo il rischio di deflazione, ed ad un aumento di disponibilità monetaria per gli operatori economici che avrebbero così più facilità di ricevere prestiti dalle banche.
A cascata ciò porterebbe ad un aumento degli investimenti, quindi dei posti di lavoro, quindi dei redditi, quindi dei consumi. Bello, no?
E siamo alla seconda domanda: perché hanno aspettato tanto? Perché in Europa c'è chi teme l'inflazione e vede nell'acquisto di titoli di uno Stato un aiuto allo Stato stesso, che piazza facilmente il suo debito, con il rischio di condividere con lui il "rischio Paese", ovvero che quei titoli in pancia alla BCE perdano valore se quello Stato fa default, e non onori il suo debito (non ci vuole Poirot per capire chi è "chi"...).
Siccome "chi" è piuttosto influente la BCE ha deciso che solo il 20% del QE sarà condiviso, mentre il rimanente 80% sarà onore ed onere delle BC dei singoli Paesi, le quali acquisteranno i titoli di Stato e ne risponderanno con i loro assets (leggi riserve auree e monetarie).
Prima di indignarvi per la mancanza di cooperazione (che non c'è mai stata dall'inizio di questa sedicente Unione Europea) vi do una notizia: il QE di Draghi non servirà a (quasi) niente.
Non lo dico io, che sono un dilettante (nel senso che mi diletto) di economia: lo dice qualche commentatore più qualificato, come Frances Coppola, Alberto Gallo (head of macro credit research at RBS) e... la BCE!
Frances Coppola in due splendidi articoli che vi invito a leggere "The fiscal theory of monetary expansion" e "Let's all play QE" ci dice sostanzialmente che il semplice stimolo monetario, senza un conseguente stimolo fiscale (spesa a deficit e/o riduzione tassazione), non può stimolare domanda e redditi, crea tensioni sui cambi con i partner finanziari e commerciali, soprattutto se la loro moneta ha un cambio fisso con l'euro, ed ha un effetto deflattivo, non inflattivo!
Alberto Gallo in "ECB QE will not make Europe a good investment" afferma sostanzialmente lo stesso, ovvero se gli Stati non fanno politiche espansive il QE non ha effetti nell'economia reale se non un momentaneo stimolo all'export extra UE per l'indebolimento dell'euro, creando solo aspettative di ulteriori iniezioni di liquidità nel mercato finanziario (come in Giappone) e la creazione di "bolle" mobiliari, spingendo su il prezzo ed il rendimento in conto capitale dei titoli.
Ciò favorirebbe il 10% circa della popolazione europea, detentrice di significative quantità di titoli; sfortunatamente questo 10% è quello che ha una propensione marginale al consumo 3 volte meno del 50% più povero della popolazione, rendendo di fatto ineffettivo lo stimolo derivante dal maggior reddito da capitale. (la propensione marginale al consumo sarebbe quella quota di maggior reddito che un soggetto destina al consumo. Intuitivamente più è il reddito di base, meno il suo incremento va ad aumentare i consumi: chi è più ricco se guadagna di più non consuma molto di più, differentemente dal povero che consuma gran parte del maggior reddito).
Chi ci fornisce questi numeri? Ma la stessa BCE, in un suo studio di marzo 2014 (citato da Gallo). In definitiva quindi lo studio della BCE ci dice che il QE della BCE... non funzionerà, se non per arricchire chi è già benestante e, aggiungo io, per comprare tempo agli Stati in difficoltà, rimandando l'inevitabile default o l'uscita dall'euro.
Non è fantastico? Buon QE a tutti...!
Conosciuto anche come "il bazooka di Draghi" tutti i TG di oggi lo presentano come l'arma finale per far ripartire la crescita, sconfiggere la recessione, allontanare il rischio (?) di deflazione e spingere di nuovo su i consumi. Praticamente l'equivalente economico dell'elisir di lunga vita...
Ma che cos'è il QE? E perché non c'hanno pensato prima a questa bomba "fine di mondo (gramo)"?
Il quantitative easing è una manovra strettamente monetaria con la quale una Banca Centrale si impegna all'acquisto massiccio di titoli, di solito di Stato, per un periodo di tempo determinato, ma piuttosto lungo. Il risultato è che si immette una gran quantità di denaro nel circuito finanziario, nel presupposto che esso scarseggi e che sia questa scarsità a frenare gli investimenti ed i consumi. Quindi si "spara" denaro per aumentarne la massa in circolazione, cosa che dovrebbe portare ad un aumento dell'inflazione, sconfiggendo il rischio di deflazione, ed ad un aumento di disponibilità monetaria per gli operatori economici che avrebbero così più facilità di ricevere prestiti dalle banche.
A cascata ciò porterebbe ad un aumento degli investimenti, quindi dei posti di lavoro, quindi dei redditi, quindi dei consumi. Bello, no?
E siamo alla seconda domanda: perché hanno aspettato tanto? Perché in Europa c'è chi teme l'inflazione e vede nell'acquisto di titoli di uno Stato un aiuto allo Stato stesso, che piazza facilmente il suo debito, con il rischio di condividere con lui il "rischio Paese", ovvero che quei titoli in pancia alla BCE perdano valore se quello Stato fa default, e non onori il suo debito (non ci vuole Poirot per capire chi è "chi"...).
Siccome "chi" è piuttosto influente la BCE ha deciso che solo il 20% del QE sarà condiviso, mentre il rimanente 80% sarà onore ed onere delle BC dei singoli Paesi, le quali acquisteranno i titoli di Stato e ne risponderanno con i loro assets (leggi riserve auree e monetarie).
Prima di indignarvi per la mancanza di cooperazione (che non c'è mai stata dall'inizio di questa sedicente Unione Europea) vi do una notizia: il QE di Draghi non servirà a (quasi) niente.
Non lo dico io, che sono un dilettante (nel senso che mi diletto) di economia: lo dice qualche commentatore più qualificato, come Frances Coppola, Alberto Gallo (head of macro credit research at RBS) e... la BCE!
Frances Coppola in due splendidi articoli che vi invito a leggere "The fiscal theory of monetary expansion" e "Let's all play QE" ci dice sostanzialmente che il semplice stimolo monetario, senza un conseguente stimolo fiscale (spesa a deficit e/o riduzione tassazione), non può stimolare domanda e redditi, crea tensioni sui cambi con i partner finanziari e commerciali, soprattutto se la loro moneta ha un cambio fisso con l'euro, ed ha un effetto deflattivo, non inflattivo!
Alberto Gallo in "ECB QE will not make Europe a good investment" afferma sostanzialmente lo stesso, ovvero se gli Stati non fanno politiche espansive il QE non ha effetti nell'economia reale se non un momentaneo stimolo all'export extra UE per l'indebolimento dell'euro, creando solo aspettative di ulteriori iniezioni di liquidità nel mercato finanziario (come in Giappone) e la creazione di "bolle" mobiliari, spingendo su il prezzo ed il rendimento in conto capitale dei titoli.
Ciò favorirebbe il 10% circa della popolazione europea, detentrice di significative quantità di titoli; sfortunatamente questo 10% è quello che ha una propensione marginale al consumo 3 volte meno del 50% più povero della popolazione, rendendo di fatto ineffettivo lo stimolo derivante dal maggior reddito da capitale. (la propensione marginale al consumo sarebbe quella quota di maggior reddito che un soggetto destina al consumo. Intuitivamente più è il reddito di base, meno il suo incremento va ad aumentare i consumi: chi è più ricco se guadagna di più non consuma molto di più, differentemente dal povero che consuma gran parte del maggior reddito).
Chi ci fornisce questi numeri? Ma la stessa BCE, in un suo studio di marzo 2014 (citato da Gallo). In definitiva quindi lo studio della BCE ci dice che il QE della BCE... non funzionerà, se non per arricchire chi è già benestante e, aggiungo io, per comprare tempo agli Stati in difficoltà, rimandando l'inevitabile default o l'uscita dall'euro.
Non è fantastico? Buon QE a tutti...!