NONDUM
MATURA EST….
Esopo, Fedro….. la
saggezza dei narratori antichi!
Spacciandole e contrabbandandole per fiabe per bimbi, si erano trasformati in
macchine fotografiche viventi e scriventi, tramandandoci, attraverso i racconti,
verità e saggezza al di là del tempo e della cultura. Forse, anzi, di sicuro,
ha ragione Massimo Fini, (quello serio, lo scrittore) che afferma che dopo i
Greci, ad esempio, in filosofia si è fatta solo confusione. Iperbole, ma nel
pensiero antico vi era già tutto. In egual misura le polluzioni, le miserie, le
grandezze dell’animo umano vengono da secoli racchiuse nelle fiabe, nei
racconti. In quelli classici, greci e soprattutto latini. Ma anche nelle
gotiche fiabe germaniche, così piene di “furor germanicus”, che ritroviamo sia nei
campi di battaglia, sia nella musica sinfonica di Wagner, di van Beethoven, oppure nelle struggenti fiabe
scandinave, ed ancora nelle sanguigne fiabe spagnole e russe, che tanto si
assomigliano, piene di rosso di nero, di giallo-oro e di bianco abbacinante; ed
anche nella delicata e soffusa ferocia delle fiabe giapponesi, o nel languore
sensuale di quelle arabe delle “mille ed una notte”…. Fiabe, racconti…
Oggi mi è tornata
alla memoria la fiaba della volpe e dell’uva. Non riuscendo a saltare quanto sufficiente
per addentare il grappolo, la volpe, coda fra le gambe, se ne va, dichiarando a
se stessa, a consolazione, un clamoroso giudizio organolettico mistificatorio:
“..tanto non è ancora matura…”. Cioè una solennissima balla.
Tale mi è sembrata
la pseudo soddisfazione dei politichetti nostrani all’indomani delle elezioni
di ieri. Al solito, chi ha vinto, si pavoneggia: rubacchia qualche penna dalla
coda dei pavoni della storia, se le agghinda, credendo di diventare da
cornacchia che era, un regale pavone. Sempre corvaccio restando, però.
Chi ha perso
imputa agli elettori restati a casa la colpa della sconfitta: “non hanno capito
il nostro messaggio”. Come sempre in Italia la colpa è degli altri.
Due regioni:
Emilia Romagna e Calabria. Nella prima aveva sempre regnato la “pax
trinariciuta”: manco il fido in banca ti prendevi se non iscritto al partito.
In Calabria regnava la “pax clientelare e della ‘ndrangheta”, tradimento del
Popolo. Nella prima ha votato il 37,07% degli aventi diritto, nella seconda un poco
di più: il 40,4%.
Dire che i partiti
sono finiti, dire che questo sistema è crollato, imploso, dire che la divisione
fra ricchi e poveracci ha trasformato il fossato sociale in un baratro
invalicabile fra Popolo e classe dominante, celebrare il funerale della
democrazia, larva putrefatta che striscia nella Storia, lasciando liquame
marcio di sé, in attesa di un calcio che la mandi fra i rottami del passato….
Dire queste cose che vado conclamando (non solo io, anzi sempre di più, in
crescita esponenziale) diventa noioso ed inutile.
Se la casta fosse
formata da uomini cui è rimasto anche solo il 10% di dignità, andrebbe davanti
al Popolo e annuncerebbe elezioni per una Nuova Costituente, che rinnovi il
PATTO FRA ITALIANI. E’, ma purtroppo
dico che sarebbe, l’unico atto di amore verso la propria Gente. Poi che ognuno
la pensi come crede. Ma questo sistema non ha più la forza di respirare:
accanimento terapeutico e arraffante.
L’alternativa è la
rivolta. Che si sa come comincia ma nessuno è in grado di dire come finisce.
“Muoia Sansone con tutti i Filistei”? Non credo abbiano neppure la grandezza
del gigante capelluto dell’antico testamento. Si trascinano tra uno scandalo e
l’altro, fra un disastro e l’altro, fra un arresto e l’altro. Come nel film “i
Magnifici Sette”, quando Steeve McQueen racconta al bandito Calvera la storia
di quello che cadeva dal decimo piano, ed ad ogni piano diceva a se stesso “Per
ora va bene, per ora va bene…”. Siamo arrivati all’altezza del secondo piano.
Ma tanto, l’uva
non è ancora matura….
Fabrizio Belloni