lunedì 17 novembre 2014

LA VERITA’ DEL DETTO E LA VERITA’ DEL FATTO (DIRSTAT)

                                                                                  


FEDERAZIONE FRA LE ASSOCIAZIONI ED I SINDACATI NAZIONALI DEI DIRIGENTI, VICEDIRIGENTI, FUNZIONARI, PROFESSIONISTI E PENSIONATI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DELLE IMPRESE

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Vicesegretario generale Dirstat
                                  
              LA VERITA’ DEL DETTO  E LA VERITA’ DEL FATTO

 Un grande scrittore latino, Cornelio Tacito, nel "DIALOGO DEGLI ORATORI" avvertiva che la verità del fatto si accompagna alla verità del detto, intendendo dire che poche parole occorrono per affermare che il bianco è bianco e molte ne occorrono invece per dare a vedere che il nero è bianco.
 Noi altri moderni voliamo più in basso e ci affidiamo ai neologismi. Se ne sentono tanti, ma uno in particolare, pur pessimo sul piano lessicale, è divenuto di gran moda. Il riferimento è al termine "annuncite"che si traduce in una accusa al Governo, reo di non fare ciò che annuncia con dialettica incalzante.
Se aveva buone ragioni Tacito, e sicuramente ne aveva, sembra proprio che il neologismo ora ricorrente non abbia tutti i torti essendo evidente che fiumi di parole e di termini presi in prestito dalla lingua inglese servono soltanto per creare l'illusione ottica tra il bianco e il nero e per dire tanto, sapendo di poter fare poco. A parte la digressione letteraria e lessicale, la  verità è che la nostra economia è afflitta da una serie di malanni il più grave dei quali è che lo Stato spende più di quanto incassa,e soprattutto ha una spesa pubblica improduttiva devastante. Il peggio è che non si vede come si possano rimpinguare le esangui casse erariali se permane immutato l'attuale tasso di evasione fiscale e se non sarà senza quartiere la lotta alla economia criminale. Se ne è parlato,se ne parla sempre e troppo,ma i grandi assenti restano i fatti. E' ben noto che in Europa non esistono leggi contro il riciclaggio e l'autoriciclaggio, ma finora non risulta che la questione sia stata posta con forza sul tavolo della presidenza che è nelle nostre mani. In casa nostra c'è da reintrodurre il reato di falso in bilancio,ma non si va al di là degli annunci e quindi sorge il sospetto che si tergiversi per non fare.
Il cambio della guardia al vertice dell'Agenzia delle Entrate fece intravedere
una radicale inversione di tendenza. Le parole d'ordine pronunciate furono di colpire le grandi frodi,di fermare l'evasione,di rivedere i termini di prescrizione che appaiono esigui per smaltire l'arretrato,di colmare il gap tra i 120mld di evasione stimati rispetto ai 12-13mld che si incassano. L'attuale direttrice dell'Agenzia delle Entrate è persona saggia, conosce la materia fiscale per averla gestita durante tutto il suo percorso amministrativo e quindi ben sa quanto complicata sia l'attività di accertamento e verifica delle posizioni fiscali complesse.
Ella sa anche che occorrono  risorse umane adeguate per quantità e qualità, che va alleggerito il fardello di una legislazione fiscale complicata e spesso contraddittoria, e si starà pure accorgendo che la poltrona su cui siede è per sua natura diversa da quella che occupava quando vestiva solo l'abito amministrativo. Le cose da fare sono tante,sono complicate ma non vedranno mai la luce se vi si frappongono interferenze esterne che debilitano l'azione del Fisco.
La signora Orlandi è stata chiara e compendiosa nel suo dire,dando appuntamento alla società civile per un futuro migliore. Ci auguriamo che non manchi, sorretti dall'auspicio che il vertice dell'Agenzia delle Entrate voglia finalmente restringere la coniugazione del verbo fare eliminando il tempo futuro e parlando solo al presente.
Non serviranno più fiumi di parole,promesse e annunci quando a parlare saranno i fatti.

                                                                              Dr.Pietro Paolo Boiano