FEDERAZIONE FRA LE ASSOCIAZIONI ED I SINDACATI
NAZIONALI DEI DIRIGENTI, VICEDIRIGENTI, FUNZIONARI, PROFESSIONISTI E PENSIONATI
DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DELLE IMPRESE
Via Aonio
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Vicesegretario generale Dirstat
Un grande scrittore latino, Cornelio Tacito, nel
"DIALOGO DEGLI ORATORI" avvertiva che la verità del fatto si accompagna alla
verità del detto, intendendo dire che poche parole occorrono per affermare
che il bianco è bianco e molte ne occorrono invece per dare a vedere
che il nero è bianco.
Noi altri moderni voliamo più in basso e ci
affidiamo ai neologismi. Se ne sentono tanti, ma uno in particolare, pur pessimo sul piano
lessicale, è divenuto di gran moda. Il riferimento è al termine
"annuncite"che si traduce in una accusa al Governo, reo di non fare ciò che annuncia con dialettica
incalzante.
Se aveva buone ragioni Tacito, e sicuramente ne aveva,
sembra proprio che il neologismo ora ricorrente non abbia tutti i torti
essendo evidente che fiumi di parole e di termini presi in prestito dalla
lingua inglese servono soltanto per creare l'illusione ottica tra il bianco e il
nero e per dire tanto, sapendo di poter fare poco. A parte la digressione
letteraria e lessicale, la verità è che la nostra economia è afflitta da una serie
di malanni il più grave dei quali è che lo Stato spende più di quanto
incassa,e soprattutto ha una spesa pubblica improduttiva devastante. Il peggio
è che non si vede come si possano rimpinguare le esangui casse erariali se
permane immutato l'attuale tasso di evasione fiscale e se non sarà senza
quartiere la lotta alla economia criminale. Se ne è parlato,se ne parla sempre e
troppo,ma i grandi assenti restano i fatti. E' ben noto che in Europa non
esistono leggi contro il riciclaggio e l'autoriciclaggio, ma finora non risulta
che la questione sia stata posta con forza sul tavolo della presidenza che è nelle
nostre mani. In casa nostra c'è da reintrodurre il reato di falso in bilancio,ma non
si va al di là degli annunci e quindi sorge il sospetto che si tergiversi per non fare.
Il cambio della guardia al vertice dell'Agenzia delle
Entrate fece intravedere
una radicale inversione di tendenza. Le parole d'ordine
pronunciate furono di colpire le grandi frodi,di fermare l'evasione,di rivedere
i termini di prescrizione che appaiono esigui per smaltire l'arretrato,di colmare
il gap tra i 120mld di evasione stimati rispetto ai 12-13mld che si incassano.
L'attuale direttrice dell'Agenzia delle Entrate è persona saggia, conosce la
materia fiscale per averla gestita durante tutto il suo percorso amministrativo e
quindi ben sa quanto complicata sia l'attività di accertamento e verifica
delle posizioni fiscali complesse.
Ella sa anche che occorrono risorse umane adeguate
per quantità e qualità, che va alleggerito il fardello di una legislazione fiscale
complicata e spesso contraddittoria, e si starà pure accorgendo che la poltrona su cui siede è
per sua natura diversa da quella che occupava quando vestiva solo l'abito
amministrativo. Le cose da fare sono tante,sono complicate ma non vedranno mai la luce se
vi si frappongono interferenze esterne che debilitano l'azione del Fisco.
La signora Orlandi è stata chiara e compendiosa nel suo
dire,dando appuntamento alla società civile per un futuro migliore. Ci auguriamo
che non manchi, sorretti dall'auspicio che il vertice dell'Agenzia delle Entrate
voglia finalmente restringere la coniugazione del verbo fare eliminando il tempo futuro
e parlando solo al presente.
Non serviranno più fiumi di parole,promesse e annunci
quando a parlare saranno i fatti.
Dr.Pietro Paolo Boiano