Claudio Moffa, docente all’Università di Teramo, è uno degli intellettuali più ‘spessi’ e ‘spinosi’ che popolano l’Università italiana di questi anni, le sue riflessioni -che vanno dall’Africa e il Medio Oriente, alla Shoah (per le quali è stato ripetutamente tacciato -infondatamente- di negazionismo) a Enrico Mattei- non passano mai senza lasciare un segno e una ‘ferita’ intellettuale che stimola -a tratti animamente- pensiero e dibattito. Recentemente ha mandato alle stampe un libro sul tema caldissimo della sovranità monetaria e della rinegoziazione del debito(‘Rompere la gabbia. Sovranità monetaria e rinegoziazione del debito contro la crisi’, presentato da economisti e rappresentanti del mondo sindacale e confindustriale) nel contesto del quale gli ultimi accadimenti relativi a Bankitalia sono tutt’altro che estranei.
“Un golpe a tre teste, con i supremi organi dello Stato -Giorgio Napolitano e Laura Boldrini- al servizio dei banchieri privati che controllano da una ventina d’anni la Banca d’Italia? E’ questa la vera storia della comunque irrituale procedura seguita per blindare, in due o forse tre fasi, il decreto legge 133 del 30 novembre 2013, quello dell’abbinamento tra Imu e Banca d’Italia di cui agli scontri in Parlamento il 29 gennaio scorso?”. Esordisce Moffa impostando il tema della riflessione che conduciamo.
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