Federazione fra le
associazioni ed i sindacati nazionali dei dirigenti, vicedirigenti, funzionari,
professionisti e pensionati della Pubblica Amministrazione e delle imprese
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IL SEGRETARIO
GENERALE
Roma, 21 gennaio 2014
SINTESI
DEL DOCUMENTO SULLE PENSIONI
Il giorno 27 gennaio p.v. alla Camera dei Deputati
ci sarà un dibattito su una reiterata iniziativa dell’On.le Giorgia Meloni, la
quale intenderebbe ridimensionare tutte le pensioni (pubbliche, private,
giornalisti e forse anche i vitalizi dei parlamentari) con l’adozione del
metodo contributivo per il calcolo delle pensioni stesse.
Lo scopo sarebbe quello di
“ridistribuire” fra i pensionati meno abbienti le risorse racimolate.
L’iniziativa appare non
fattibile, sia tecnicamente che giuridicamente (violazioni dei diritti
acquisiti).
Tecnicamente perché gli
Uffici/Enti/Aziende non hanno più le “carte” (come ha asserito l’On.le Fassina),
già Vice Ministro dell’Economia, cioè gli uffici non hanno più l’ammontare dei
contributi versati dai lavoratori 20, 30 o 40 anni orsono.
Giuridicamente, in alcuni casi,
sarebbero violati i diritti acquisiti, in quanto ci sarebbe un’ appropriazione
indebita (sarebbe meglio dire truffa) degli stessi contributi pensionistici.
Cosa più grave: il metodo contributivo
danneggerebbe proprio i pensionati che hanno versato contributi irrisori o
che non hanno versato alcun contributo. Paradossalmente, ma giustamente,
farebbe aumentare le pensioni di coloro che si intendono colpire: infatti i
contributi versati per 5, 10 e più anni in eccedenza a quelli versati per 40
anni di servizio, sarebbero così valorizzati ai fini del calcolo e non “sterilizzati”
come è successo finora.
In un Paese ove l’evasione
fiscale certificata dalla Corte dei Conti è di circa 160 miliardi di euro su
base annua e tale cifra è destinata a salire a 390 miliardi di euro sempre
annualmente parlando, (per i noti riciclaggi e le note tangenti), sarebbe più
opportuno dedicarsi seriamente a reperire risorse in questi settori, così da
avere in mano un mucchio di miliardi per risolvere globalmente i
problemi del Paese.
Ci rendiamo conto,
purtroppo, che è più facile fare demagogia, drogando l’opinione pubblica e gli
sprovveduti, al fine di raccattare voti basati sull’odio generazionale.
Arcangelo
D’Ambrosio