venerdì 14 giugno 2013

Perché in Italia un suicidio “non fa la rivoluzione”?

di Enrico Galoppini
Sono due-tre giorni che mi chiedo quale differenza passi tra un tunisino, venditore ambulante, che si dà fuoco per protesta davanti alle autorità locali che gli hanno confiscato la merce, e un italiano, di professione fioraio, che s’immola allo stesso modo negli uffici del suo Comune lanciandosi poi dal balcone per dimostrare la sua disperazione a chi non vuol concedergli la concessione per l’uso dello spazio prospiciente il negozio.

Evidentemente non c’è alcuna differenza: sono entrambe storie di persone esasperate che per un motivo o per l’altro non vedono più una via d’uscita per la loro situazione.

Ma in un caso, quello tunisino, è “scoppiata la rivoluzione”, e tutto il mondo ha saputo dell’immolazione del giovane Bou Azizi. Nell’altro, quello italiano, a malapena ci si ricorda, passata la “notizia di cronaca”, della fine orrenda del povero Antonio Formicola. Al massimo si organizza una raccolta di firme per cacciare il sindaco di Ercolano e il capo dei Vigili Urbani.


prosegue su:
http://europeanphoenix.it/component/content/article/3-societa/636-perche-in-italia-un-suicidio-non-fa-la-rivoluzione