“Gli specialisti delle denunce”: incontro con “Alba Mediterranea” (a cura di E. Galoppini)
Europeanphoenix incontra “Alba Mediterranea” (http://www.albamediterranea.com), italico sodalizio di uomini liberi protagonista di azioni che, visti i tempi, son da definire “coraggiose”. Iniziative, le loro, volte a rompere il “muro del silenzio” su questioni di vitale importanza per tutti e sulle quali il “mondo della politica” e della “informazione” glissano abbondantemente, presi come sono ad imbonire la gente su ordine dei loro padroni (le banche e i signori del denaro). In particolare, il “coraggio” in questione è quello che li ha condotti a sporgere regolari denunce, presso i Carabinieri, praticamente contro tutte le cosiddette “autorità” di questo Stato-burletta, in relazione ad una serie digravissimi illeciti - a termini della legge cosiddetta stessa (va sottolineato) - da esse perpetrati senza che nessun organo preposto al controllo e alla sanzione di tali reiterati illeciti sia mai intervenuto. Con queste denunce, “Alba Mediterranea” (che dispone di uncanale ALBAMED su YouTube ricco di filmati originali caricati a ritmo quotidiano) intende come minimo dimostrare che almeno non tutti hanno mandato il cervello all’ammasso. Ma soprattutto punta a mettere “nero su bianco” che se anche chi sarebbe tenuto a farlo non si muoverà dopo queste circostanziate denunce, saremo di fronte all’ennesima dimostrazione che questo Stato è un abisso di corruzione e di malaffare come mai si è visto prima. Una “cosa pubblica” cosiddetta, una finzione messa a bella posta per abbindolare i cretini e gli ignavi, nella quale gli unici interessi che contano sono solo quelli di soggetti privati che hanno abusivamente occupato lo Stato, alla faccia dell’”interesse generale”.
Per parlare delle iniziative di “Alba Mediterranea”, abbiamo posto alcune domande a Giorgio Vitali, uno degli animatori del sodalizio.
Per prima cosa, Giorgio, vorrei che illustrassi ai lettori che cos’è, precisamente, “Alba Mediterranea”. Un’associazione? Un comitato? Un movimento?
“ALBAMED”, ma anche e soprattutto ACCADEMIA DELLA LIBERTÀ nonchéALBAMEDITERRANEA, è un sodalizio “fra pochi”, che hanno convenuto spontaneamente un’agenda dell’agire comune. Sottolineo il concetto di spontaneità, perché veramente spontaneo è stato ed è tuttora il nostro agire.
Quando si è costituita, e perché?
“Il nostro sodalizio, come ho sostenuto pocanzi, è nato spontaneamente, e senza tante domande sul “che fare”; domande che si pongono tutti coloro che hanno una certa ruggine nel cervello e nelle ossa. Qui c’è ben poco da domandarsi. Si tratta della risposta ad una urgente percezione del pericolo. Ovviamente, il pericolo lo percepiscono quei poche che, animali, piante o esseri umani, hanno questa sensibilità e vivono nel presente conoscendo il passato. Senza la conoscenza del passato, come scrisse per primo Cicerone, si è sempre bambini. E non a caso gli italioti sono “eterni bamboccioni”, che mi ricordano i romani del Belli e del Pinelli. Strafottenti, bellimbusti e inutili. Ed avrebbero anche tollerato per sempre il “Regno del Papa”, compresi tutti i soprusi connessi, se qualcuno non glie lo avesse tolto da sotto le natiche nel 1870. È circa un anno e mezzo che operiamo sistematicamente per un impulso interno ad agire. Ovviamente al momento agiamo nell’unica maniera che ci è concessa, e tu giustamente hai scritto in apertura di quest’intervista che il nostro è un agire politico attraverso i mezzi di cui disponiamo”.
Quali sono i cavalli di battaglia di Alba Mediterranea? I suoi punti programmatici irrinunciabili alla luce della vostra diagnosi della situazione generale della nostra nazione, dell’Unione Europea e del contesto più generale in cui sono inserite?
“I cavalli di battaglia nascono da una lunga consuetudine con lo studio dei problemi d’Italia e quindi d’Europa. Essi partono dalla constatazione delle pregresse “guerre civili europee”. Si parla di guerre civili europee dal momento della percezione di una fondamentale unità storica, politica, culturale dell’Europa, per cui tutte le guerre che insanguinarono il nostro continente per secoli - guerre di religione e di potenza - cominciano ad essere percepite in termini di guerre interne ad uno specifico territorio, visto unitariamente. Fermo restando che questa percezione nasce nell’istante stesso in cui il problema si pone. Consideriamo che nella prima metà dell’800 italiano erano pochissimi coloro che si ponevano il problema dell’Unità Nazionale italica. Uno dei primi a creare il problema fu “l’italico” Napoleone a ridosso della sua prima conquista d’Italia. Ed il dibattito conseguente, che vide per lo più scrittori “cattolici” non solo per fede ma anche per appartenenza ad ordini religiosi, si sviluppò stancamente assieme alla polemica cattolicesimo-massoneria-laicismo. A questo punto possiamo fare riferimento al genio di Mazzini che anticipò il concetto di Confederazione di Stati Europei nel lontanissimo 1834, con la fondazione della “Giovine Europa”, dopo aver fondato la Giovine Italia (1831).Tra parentesi, Ciro Menotti fu sacrificato nel 1831 per aver appena elaborato un progetto “non conforme”, e, tanto per fare un altro nome, don Enrico Tazzoli è impiccato nel 1852, “solo” vent’anni dopo, non prima di essere stato sospeso “a divinis” da Pio IX, altrimenti non avrebbero potuto ‘esecutarlo’. Queste date per sottolineare i tempi della Storia. Specie quella italiana.
Il problema della Confederazione di Stati europei si ripropone oggi, con la constatazione che il progetto unitario è stato utilizzato da “Lorsignori” per annullare la sovranità degli Stati a favore di un potere unitario sovranazionale che, del tutto “causalmente”, coincide con quello della Banca Centrale Europea, cioè di “Lorsignori”, i quali, sempre “causalmente”, gestiscono il potere finanziario e bancario.Pertanto, i punti programmatici sono pochi: sovranità degli Stati e quindi libertà del cittadino europeo, esautorazione del potere finanziario in tutte le sue manifestazioni, col ripristino dell’autorità dello Stato nazionale confederato. L’esempio ci viene dalla Confederazione degli USA, dove un solo stato, il North Dakota, ha sempre conosciuto una notevole prosperità grazie al fatto di non aver accettato l’imposizione del Federal Reserve. Ciò è stato possibile, anche a fronte del cedimento di tutti gli altri Stati, proprio grazie alla conservazione di un’autonomia statale propria degli statuti confederali. Il ripristino dell’autorità statale, va da sé, non è possibile senza una profonda trasformazione del Potere Giudiziario, che è quello che tiene bloccato il nostro paese da almeno settant’anni. Sappiamo tutti il perché”.
“Alba Mediterranea” si è fatta conoscere soprattutto per una serie di clamorose denunce a carico di praticamente tutte le cosiddette “alte cariche dello Stato”. Puoi parlarcene in sintesi?
“Abbiamo ritenuto di fare una scelta fondamentale come quella di denunciare le alte cariche di questo pseudo-stato, perché è, per il momento, l’unica scelta possibile per chi voglia ribellarsi a questo regime imposto dall’alto di un’occupazione militare che esiste fin dal 1943. Stiamo dimostrando che l’operato di queste alte cariche è palesemente illegale ed anticostituzionale, che è possibile incastrare questi “camerieri dei banchieri”, come li definiva Ezra Pound, attraverso le leggi cosiddette vigenti, ed infine che questa magistratura è profondamente corrotta”.
Quali risultati pensate di raggiungere con la vostra azione? E quali sono stati quelli più importanti sin qui concretizzatisi? Le denunce summenzionate hanno avuto un qualche seguito, degli sviluppi?
“Come ho dichiarato in precedenza, i tempi italiani sono lunghissimi. E non solo quelli dei processi lumaca. Tuttavia, la somma tra la rivoluzione informatica e l’azione nostra, che si somma a quella di altre forze che si stanno risvegliando, ci garantisce che il risultato è imminente”.
Che cosa ci puoi dire riguardo all’esigenza di unire le “intelligenze scomode”, condividere le esperienze mirate al medesimo obiettivo, far sì che gli sforzi di svariati soggetti orientati sulla vostra stessa lunghezza d’onda non vadano dispersi a causa della mancanza di un coordinamento?
“Nel sistema dell’informazione, gestire anche solo una fetta, peraltro sempre crescente, di informazione, è già una conquista notevole. Pensiamo al Medioevo, quando le uniche sacche di resistenza erano i conventi dove si ricopiavano i “classici”. Pensiamo al Cinque-Seicento, quando un minimo soffio d’indipendenza mentale portava dritti al rogo. Questi paragoni devono essere sempre fatti. Per quanto riguarda l’esigenza di riunire le “intelligenze scomode”, ritengo che questa unione esista di fatto. Qualsiasi tentativo di unire in un patto formale intelligenze che per la loro natura rifuggono da legami, costituisce una perdita di tempo”.
Qual è la vostra posizione riguardo alle elezioni? Ritenete che sia meglio astenersi dai “ludi elettorali”? Pensate di presentarvi anche voi, perché comunque val la pena tentare? Credete alla strategia dell’”entrismo” o comunque dell’influenza su qualche candidato di altra sigla politica?
“Qui occorre esser chiari. Le elezioni non sono un feticcio. Le elezioni sono comunque uno strumento di lotta da prendere in seria considerazione. Non si tratta a questo punto di essere dei “fanatici democratici”, quelli che credono al ruolo escatologico delle elezioni. Perché il controllo sulle elezioni da parte del potere è ferreo. Si tratta di valutare le elezioni come una scaramuccia nell’ambito di una battaglia molto più grande”.
Giochiamo al “se comandassi io…”: che cosa farebbe Alba Mediterranea una volta vinte le elezioni? Quali sarebbero i primi necessari provvedimenti da prendere per uscire dalla “crisi”? In poche parole, dammi alcuni buoni motivi perché gli elettori dovrebbero scegliervi.
“Anche questa domanda richiede una risposta che è più semplice di quello che potrebbe sembrare. Intanto, le elezioni (poniamo… politiche) non sono mai totali. Devi sempre spartire il potere con qualcuno che rappresenta “Lorsignori”. Poi, occorre confrontarsi col sistema burocratico ( c’est à dire… i direttori generali dei Dicasteri, quelli che contano veramente e che hanno solo un problema, peraltro del tutto naturale: difendere il loro potere). Infine c’è la Magistratura. Se vogliamo capire qual è il ruolo della magistratura basta seguire con attenzione la battaglia che questa magistratura ha condotto contro Berlusconi. E poiché Berlusconi ha compiuto alcune, poche, azioni realmente importanti (ha sottratto la Mondadori dalle grinfie di De Benedetti, ed ha siglato accordi con Gheddafi e con Putin), è facile capire nell’interesse di chi agisce questo “Potere autonomo dentro lo Stato italiano”. Ciò detto, è facile comprendere come sia del tutto impossibile stabilire un ruolino di marcia per un eventuale governo in Italia. D’altronde è proprio la vittoria di Obama negli USA che ci chiarisce come stanno le cose. Infatti, proprio nel momento in cui, dopo la conferma, questo presidente americano ritiene di avere margini di potere aumentati, nel suo Paese e nel mondo sta scoppiando il putiferio”.
Un parere sul Movimento 5 Stelle: lo considerate effettivamente un’alternativa al presente stato di cose oppure no?
“Rilevo l’importanza di queste domande. Il Movimento 5 stelle nasce su una “predicazione” pluridecennale di Grillo. Non è spuntato dal nulla. Secondo punto: tale movimento può rappresentare qualcosa solo se ha un radicamento storicamente rilevabile. C’è qualcuno che ipotizza essere il movimento nel quale s’identifica la nuova classe sociopolitica: “gli uomini del web”. È possibile. In tal caso avrà un successo durevole. Altrimenti può ridursi in una masaniellata. Rischio al quale pare destinata la Lega (forse per la poca capacità politica dei suoi dirigenti…), che appariva nata dall’attrazione sociale per il Centro Europa, vecchissimo polo di gravitazione della Padania (possiamo dire fin dal Medioevo). In ogni caso, al presente, questo movimento dovrebbe essere sostenuto ad oltranza, e per ragioni intuibili”.
Infine, una domanda su questo “governo dei banchieri”. Quanto durerà secondo voi? Gli italiani ritroveranno un po’ di fiducia nella politica? Ma quale politica?
Il “Governo dei Banchieri” e degli androidi non può avere una lunga vita. La politica ha sempre il sopravvento. Tra parentesi: non è detto che la politica abbia risvolti meno negativi di questo ammasso di tagliagole…..Vorrei concludere con un’asserzione: ladifferenza tra Mario Monti e l’androide Data di Star Trek consiste nel fatto che Data ha anche dei… riflessi umani!
(intervista a cura di Enrico Galoppini per Europeanphoenix)