Come cambiano i tempi, ma sempre in peggio
Ricordi, pensieri e parole in libertà
di Maurizio Barozzi
Ve lo ricordate? C’erano un tempo, diciamo anni ’50 e primi dei ’60, tanti comunisti nostrani che scrivevano sui muri: “Adda venì baffone!” e credevano veramente che la Russia fosse la patria della libertà, dell’uguaglianza e della prosperità.
Se un altro comunista sottovoce e timidamente li avvertiva che i Russi, i paladini della pace, erano entrati con i carri armati in Ungheria, gli dicevano: “Compagno l’Unità non lo dice!”. Quando poi l’Unità finalmente doveva scrivere quello che era avvenuto, glielo edulcorava e infinocchiava con il solito ritornello della “risposta dei paesi socialisti per prevenire le manovre delle vipere dell’Imperialismo”. E quei compagni se la bevevano, eccome. Poveracci, tutto sommato, in genere erano anche delle persone per bene e dei gran lavoratori. Un vero peccato.
Poi vennero i primi “strappi”: il Manifesto, i gruppi marxisti leninisti, i cinesi, ecc., a cui si aggiungeva la politica della lobby atlantico britannica dei Berlinguer, intenta a occidentalizzare il partito. Ma ci fosse stato uno “strappo” che avesse portato i comunisti italiani ad aprire gli occhi a divenire, se pur sempre marxisti, almeno avveduti e obiettivi. No, tutto andava verso un peggioramento, ovvero verso l’assimilazione dei comunisti nelle ideologie e nelle tendenze neoradicali. Nasceva il compagno radical chic che oggi è divenuto Liberal. Di costui spesso non si può certo dire che sia un gran lavoratore.
Al compagno operaio e contadino, magari ottuso, degli anni ’50, ma che almeno aveva una sua dignità, veniva a prenderne il posto questa nuova ributtante figura di “comunista” a parole, il compagno lettore di Repubblica e Liberazione, il comunista al caviale, quello che ha partecipato alla liquidazione e svendita di tutto il patrimonio sociale e sindacale del nostro paese e che in molti casi aderisce di buon grado alla “Sinistra per Israele”. Il chè è tutto dire.
A destra, c’era poco da dire: un ambiente marcio, dove alla ragione e alla riflessione ha sempre prevalso la retorica. Bastava un: “Camerati: saluto al Duce” per irretire torme di gonzi o nella migliore delle ipotesi di ingenui. E a questi gli facevi bere quello che volevi. Un altro vero peccato perchè spesso tra questi “ingenui” c’erano fior di ragazzi e meno giovani generosi e idealisti.
Nel 1946 i camerati vennero portati a Destra, perchè a sinistra del parlamento, gli dicevano, ci sono gli assassini: come se a Destra, tra badogliani e liberali ci fossero gli amici. Quindi gli inventarono la barzelletta del “non rinnegare, non restaurare”, una bella trovata per fingersi avveduti e al passo con i nuovi tempi, ma in realtà atta a nascondere che, di fatto, si era rinnegato rinnegato tutto, ma proprio tutto, del patrimonio sociale e nazionale del fascismo, anzi addirittura si stavano tradendo gli interessi nazionali in ossequio a mamma Usa.
Ovviamente portarono i camerati, per fortuna non tutti, a parteggiare per la Nato: altrimenti arrivano i Russi, gli dicevano.
Quindi gli fecero idealmente dividere il mondo in due: da una parte il mondo libero, Israele compreso, da difendere comunque perchè, si sosteneva, era il “male minore”, e dall’altra i “rossi”, quelli che volevano portare i cosacchi ad abbeverarsi nelle fontane di S. Pietro. E questi imbecilli se la sono bevuta e giù a scazzottarsi con i rossi dovunque capitava: “più si menavano e più venivano a destra” ebbe il coraggio di confidare un giorno un certo Caradonna, il cui nome a pronunciarlo già dà un senso di fastidio. Sangue, feriti, qualche morto, mesi o anni di galera, con grande gioia di un pugno di farabutti che ci hanno rimediato un posto al sole del Parlamento o del Comune, mentre gli Usa erano soddisfatti che l’Europa si era divisa in fans del Patto di Varsavia e fans della Nato: praticamente Scemi e più scemi, proprio come tornava utile alla divisione e colonizzazione del continente stabilita a Jalta.
Al centro della politica nazionale poi, imperava la Chiesa con il suo parroco che dal pulpito e dal confessionale si rigirava le animelle come voleva, con grande vantaggio di quell’agglomerato di famelici arraffa poltrone che era la Democrazia Cristiana. Se si considera che ogni paesino ha il suo parroco e ogni famiglia ha bisogno di qualche raccomandazioncella, si fa presto il conto e si comprendono le conseguenze elettorali.
Semplificando e tralasciando i vecchi partitelli minori, PLI, Repubblicani, PSDI, ecc., funzionanti da collante per le alchimie politiche governative, possiamo anche dire che il panorama appena illustrato, rappresentava la Prima Repubblica, nata dalla Resistenza e deceduta negli scandali anche se ad arte manipolati proprio per farla cadere.
E’ così arrivata la Seconda Repubblica: peggio che andar di notte. Le Istituzioni si sono adeguate a quelle dei paesi anglosassoni, i partiti hanno perso quella minima residualità ideologica e quel poco di collocazione sociale che avevano e sono tutti diventati dei puri e semplici gruppi di potere. Se prima poteva esserci un pò di pudore e di messa in scena per entrare in un partito e farci carriera: il social comunista nel PSI o nel PCI, il neofascista e il qualunquista nel MSI, il cattolico nella DC e così via, recitando una parte falsa e ipocrita, appunto da comunista, da neofascista e da buon cristiano, ma pur sempre da doversi sostenere in pubblico e in qualche modo mantenere, ora non era neppure più necessario: si sceglieva un partito unicamente per come poteva tornare utile per migliorare la propria professione, per trarne vantaggi e soldi, senza nessun orpello ideale, al massimo un generico, sfumato e intercambiabile, molto intercambiabile, “conservatori” da una parte e “progressisti” dall’altra.
Una pacchia per le Lobby e le Consorterie che da sempre, come gli Usa insegnano, stanno dietro i pagliacci che vengono eletti con questa peculiarità istituzionale da modello americano e li manovrano come marionette.
Non che queste Consorterie, prima di allora, non finanziassero e non controllassero un Berlinguer, un Almirante o un Andreotti, ma questi condizionamenti erano in qualche modo filtrati dalle segreterie dei parti, dallo loro finzione ideologica, dalla loro base elettorale, cioè dagli orpelli e bandierine che questi “camerieri dei banchieri” avevano dovuto indossare.
I partiti non potevano quindi avere quella “velocità” di esecuzione e di obbedienza che una Consorteria, specialmente di natura finanziaria, richiede. E poi ti poteva accidentalmente scappar fuori un Mattei, un Moro, un Craxi, che spesso creavano seri problemi. Non a caso e per esempio, per avere dei governi, guidati totalmente dai “tecnici”, leggi dagli uomini delle lobbies finanziarie, ci voleva la Seconda Repubblica.
E così ora, per la gente di sinistra: addio alle marce per la pace, il pane e libertà e contro la guerra, oggi si accetta invece di bombardare la Serbia, di votare le spese per le missioni militari italiane impegnate nelle guerre in nome e per conto degli interessi Occidentali. E addio difesa dello Stato sociale, della Sanità e delle pensioni, delle aziende strategiche di Stato, ora si accetta di liquidare tutto per consentire ai banksters di impinguarsi con il taglieggiamento della nazione così come pianificato dalle Istituzioni mondialiste.
In questo nuovo andazzo, per i democristiani e i missisti non c’era neppure il pericolo si creassero delle crisi di coscienza visto che il passaggio da un era all’altro per loro poco cambiava.
I primi, infatti, sempre presenti nelle stanze del potere o si riciclavano a destra o a sinistra oppure si spezzettavano in due o tre partitelli tutti intenti a fungere da mediatori e occupa poltrone a seconda se il governo fosse a tinte di centro destra o di centro sinistra.
Ai secondi, ai destristi, il passaggio epocale rispecchiava, di fatto, la politica che avevano sempre praticato quali servi sciocchi del capitale e del padronato: cosa vuoi che cambiava ora che dovevano servire gli interessi dei banchieri e dovevano andare a genuflettersi a Gerusalemme? D’altronde servi della Nato lo erano sempre stati, quindi.
E così oggi le Chiese e le Botteghe delle ideologie politiche si sono chiuse e in cambio si sono aperti i baracconi della politica all’americana con le loro belle “primarie”, magari abbellite da qualche majorettes.
Se prima ognuno credeva come un deficiente al proprio partito, leggeva solo il giornale del proprio partito, tipica attitudine dell’imbecille, oggi la gente non crede più a niente o meglio pensa di non credere più a niente, in realtà crede, si muove automaticamente e reagisce agli stimoli che i mass media gli infilano in testa. E neppure se ne accorge. La televisione ovviamente la fa da padrone. Le tecniche della persuasione di massa, in soggetti così lasciati a sè stessi, si sono talmente perfezionate che il cervello, si fa per dire cervello, nelle teste oramai vuote delle persone, si ritiene persino di essere pregno di idee.
Ne volete un esempio? Prendiamo qualche caso cruento. Gli assassini di Saddam Hussein e di Gheddafi e la criminale distruzione e il saccheggio delle loro nazioni.
I mass media iniziano alla lontana con informazioni false e denigrazioni verso questi capi di Stato, fino a poco prima magari alleati e comunque sodali in varie attività imprenditoriali con l’Italia. Quando poi i criminali dell’Occidente, scatenano l’apparato militare e preparano l’invasione, questi capi di governo diventano mostri, depravati sessualmente e dicesi si facevano il bagno nelle vasche con i rubinetti d’oro, mentre il popolo patisce la fame.
Il giochetto è fatto: nei cervellini dei nostri connazionali si insinua il virus della propaganda di guerra, così quando si scatenano i bombardamenti, per carità chirurgici e seguiti dal lancio di qualche scatolone di viveri e medicinali, nei bar, nei posti di lavoro, dappertutto insomma, questi lavati nel cervello dire con fastidio: “era ora che li mettessero a posto!”
E così la coscienza è ripulita, il pensiero messo in pace e si tira avanti. Noi, ovviamente, tiriamo avanti, perchè loro, i “liberati” dai liberatori, si ritrovano con le macerie di una nazione riportata all’età della pietra, centinaia di migliaia di morti e di invalidi, guerra civile, classi dirigenti mercenarie e tutte le risorse, spesso ingenti, del paese saccheggiate e divise dalle multinazionali.
Pensierino finale: con questa massa decerebrata, condizionata, rimbecillita che cosa ci puoi fare se non agitarla per benino per delle stupidaggini, per una partita di calcio, per un referendum idiota, per farla votare anche nelle primarie e fargli persino pagare uno o due euri per parteciparvi, o per spedirla a comprarsi il nuovo modello di Ipod?
Tutto è pronto affinchè si palesi in pieno la società del Grande Fratello.