BRUNO AMOROSO Centro studi Federico Caffè
Avviso ai naviganti: la nave Euro si sta
schiantando contro un iceberg. Bisogna sganciare alcuni missili. Fuori di
metafora, nazionalizzare le banche e riprendere il controllo della sovranità monetaria.
Il Titanic Euro è ormai a vista d'occhio
dalla collisione con l'iceberg della speculazione finanziaria internazionale. A
bordo il capitano, Mario Draghi, con l'ausilio del personale
precario e dei mozzi - Merkel, Sarkozy e Monti - mantiene la calma e si accinge
a pulire i vetri della nave con i pannicelli caldi chiamati
«liberalizzazioni» e «disciplina di bilancio», e del «mercato del
lavoro».
Qualche telefonata arriva dalla terra
ferma dagli attoniti osservatori (Wolf, Galbraith, Krugman ecc.),
che raccomandano di mettere in mare le scialuppe di salvataggio per
salvare quanti più paesi è possibile e tentare di fermare l'iceberg prima dello
scontro. Mario Draghi e i suoi mozzi hanno già pronti gli elicotteri per il
loro salvataggio.
Le misure estreme da prendere - estreme perché ormai è già tardi - sono quelle di inviare dei missili ben mirati che frantumino l'iceberg della finanza e del gruppo di potere che ha pilotato l'Europa dalla zona dell'Ue alla zona della Grande Germania. Il primo missile, che potrebbe partire dall'Italia, è quello di nazionalizzare le grandi banche nazionali togliendogli ogni ruolo nel campo del credito e del controllo finanziario, mettendole in liquidazione mediante il trasferimento delle loro funzioni al sistema del credito cooperativo e popolare nelle sue varie forme assunte dal credito locale.
Questa è la vera liberalizzazione da
fare smettendola con il fumo dei fuochi d'artificio dei taxisti e delle
farmacie. Il secondo missile va diretto alla Banca d'Italia e Banca centrale
europea, uffici regionali della Goldman Sachs, restituendo il controllo
e la sovranità monetaria ai governi dei paesi e ai rispettivi
«Ministeri del tesoro pubblico».
Il terzo missile - lasciamolo ai
francesi che di omicidi mirati se ne intendono come hanno dimostrato da ultimo
in Libia - deve colpire le società di rating, accecando così il
sistema di rilevazione e di pilotaggio della speculazione, e i paradisi fiscali
che sono i centri di benessere della speculazione. Queste società vanno bandite
dall'Europa (la guardia di finanza e l'antimafia potrebbero prendersi carico
del compito unificando così la lotta all'evasione con quella alla mafia), e le
Borse che ne seguono gli indirizzi vanno immediatamente «sospese» come si fa
normalmente quando interviene una disturbativa d'asta a scopo speculativo.
Il quarto missile non deve contenere
una bomba, ma un annuncio ai cittadini europei che il debito sovrano va
riportato dentro i confini dei vari paesi con l'annullamento di tutti gli
impegni su titoli ceduti a tassi che superano il corretto interesse
bancario (2,5-3 % max), e collocandoli tra i propri cittadini con un prestito
nazionale solidale così come fu fatto in Italia con il «prestito per la
ricostruzione» del dopoguerra. Cessioni di titoli al prestito internazionale
devono essere contrattati a livello dei governi dei vari paesi, dentro norme e
costi concordati in modo trasparente e con la garanzia solidale dell'Ue.
Le ricchezze così recuperate devono costituire la base di un nuovo patto sociale tra i paesi europei che preveda, insieme alla ricostituzione di un «serpente monetario flessibile», quella di una «divisione europea del lavoro» che metta al bando le mire di competizione e rivalità neocoloniali della vecchia Europa, sia dentro che fuori dei suoi confini, e ne fissi invece le scelte produttive dentro un programma di cooperazione internazionale che parta dal riconoscimento delle priorità di crescita e organizzazione sociale, concordate in modo sinergico con le grandi aree mondiali (Asia, America latina, Africa, ecc.). Questa può essere la base per una riorganizzazione delle istituzioni europee che avvii un reale processo d'istituzione dell'Europa federale. Un programma minimo, senza il quale i cittadini europei, colori che si salveranno dall'inabissamento della nave Euro saranno ridotti al ruolo di lavavetri di una nave sul fondo del Mediterraneo.