In questo contraddittorio tra Giovanni Zibordi e Marco Saba sulla creazione del denaro da parte delle banche:
Zibordi afferma che le banche creano denaro dal nulla che però devono restituire (a chi? domanda Saba) e che gli utili delle banche derivano da interessi, da obbligazioni e da attività finanziarie varie. Marco Saba invece , e con lui gli altri ricercatori del Centro Studi Monetari, tra i quali il presidente Antonino Galloni autore del libro “Bank – il futuro della banca”, afferma che il denaro creato dal nulla forma il reddito che non appare nei bilanci e che quindi non viene tassato.
Se fossero vere le teorie di Zibordi, ovvero che gli utili delle banche derivano dagli interessi allora come mai tanti economisti ed esperti in ragioneria bancaria affermano invece che l’interesse dovrebbe essere abolito?
Fra questi, ad esempio, Agostino Maria Trucco ( 1865-1940) fondatore dell’Hallesismo, che già nel 1928 previde la seconda guerra mondiale e che scrisse che il denaro era un fantasma , Giacinto Auriti, il premio Nobel per l’economia Maurice Allais, Nando Ioppolo, Bernard Maris, Howard Zikto, presidente della World University di Tucson, che afferma nell’intervista del 1971 riportata da Bernardino del Boca nella sua rivista Età dell’Acquario n. 24/1983 :
“
Alla radice di questa débacle economica in continuo peggioramento c’è il sistema degli interessi, e non solo si dovrebbe ridurre il tasso d’interesse a proporzioni governabili, ma lo si dovrebbe abolire del tutto.
L’interesse è qualcosa come il tempo: tutti amano parlarne, ma nessuno sembra far niente.”, Guido Taberllini, rettore dell’Università Bocconi di Milano che nel 2008 disse:
“ “…se ci si basa sul patrimonio della Banca d’Italia, la valutazione complessiva è intorno ai 20 miliardi di euro. Ma il patrimonio della Banca Centrale è frutto del signoraggio passato e appartiene a tutti i cittadini, non può essere riconosciuto alle banche azioniste”. (da “Il sole24ore” sabato 27-12-2008)
e tanti altri più o meno noti citati in parte anche da Saba.
Da quanto sopra emerge che molti economisti non conoscono le regole della ragioneria e pertanto non sono in grado di comprendere quanto affermano Saba e i ricercatori conoscitori delle regole di stesura dei bilanci.
Cordiali saluti.
Paola Botta Beltramo