sabato 11 agosto 2012

TROPPO POCO TEMPO PER TROPPA CONOSCENZA



TROPPO POCO TEMPO PER TROPPA CONOSCENZA
La conoscenza è troppa per questo buco di vita che ti concede uno scorcio di tempo dentro un pezzo biologico in un fazzoletto di terra, un elemosina  di luce della grande illuminazione universale. Una umiliazione infernale che ti fa solo pregustare la pienezza  della consapevolezza eterna. L'umana natura è un inferno, un gabbia,  per categorie infinite come l'amore, la conoscenza, la potenza. La costrizione temporale e spaziale, o meglio spaziotemporale è il limite fisico del processo naturale della continua generazione dell'universo, che a sua volta continua a generare vita ed energia stessa nelle varie forme. La consapevolezza eterna nel mondo materiale non ti è concessa, la si può solo intravedere, ma non comprenderla. La comprensione significa prendere con se. Contenere, quale conoscenza potrebbe mai essere contenuta nella nostra piccola mente che genera il tempo ma allo stesso tempo lo distrugge. La battaglia infernale della memoria dell'uomo che tenta di fissare sui libri tutta l conoscenza che può affinché la materia non distrugga il suo grado di consapevolezza e di conseguenza il suo tempo. Tutta la conoscenza nel mondo materiale può coesistere nello stesso tempo, ma non può coesistere nello stesso spazio, ecco perché rispetto alla piena consapevolezza il tempo è un errore dello spazio, per la mente. La materia è una necessità della mente che senza riferimenti fissi si troverebbe senza significato ontologico. La mente ha necessità di "ridurre" le fenomenologia trascendentali in fenomenologia immanente, proprio per comprenderla, diversamente non riuscirebbe ad essere. Lo spazio ed il tempo solo l'alibi della mente per non farla impazzire. Nella vita dell'uomo c'è il germe dell'energia dell'infinto, ma questa non può "essere" nel limite dello spaziotempo, sarebbe una contraddizione o meglio sarebbe un sistema non coerente. Forse dopo una serie di passaggi, sconosciuti alla mente legata al proprio tempo storico, ma l'altra parte  del cervello non conosciuta (l'altro emisfero) che non dialoga con la mente e neanche sa della sua esistenza, salvo rare sinapsi che generano visioni, dejavu, illuminazioni, raccoglie informazione per ogni livello di consapevolezza raggiunto, fino a raggiungere la consapevolezza universale che non ha più bisogno di tempo e quindi di spazio. L'energia pura non ha   necessità della materia, e la materia che nel suo limite ha necessità di nuova energia decadute per ritrasformarsi. La ristrettezza della mente limita nel tempo l'apprendimento, mentre la conoscenza avrebbe bisogno di eternità. Essa sarà raggiungibile solo dopo aver conosciuto l'assenza del limite del tempo. Perché mai un individuo cellula prima della energia nasce in un tempo storico e non in un altro? Non c'è ragione logica se non nel divenire della continua generazione ed espansione, e mentre lo spirito nella continua morte e resurrezione va verso la sintesi e la perfezione, la materia va verso la espansione ed il disordine universale, in una melma di energie La consapevolezza dell'essere, anche se può passare dal buco della mente, è prima di ogni tempo, e prima della mente. La materia che è una fenomenologia dell'energia, costringe la consapevolezza ad avere dei limiti dimensionali. Per la consapevolezza universale la vita terrestre (i diversi passaggi) è un inferno poiché restringe e costringe le vere facoltà della vita assoluta che è consapevolezza universale. Il tempo cosi come lo spazio è una visione di contesto che delimita e limita la visione generale, per questo la vita ha due strumenti per raggiungere al conoscenza la mente puramente come determinazione e misura del mondo rappresentativo del materiale e  lo spirito che è lo strumento della conoscenza che esula dalla necessità spazio-temporale per esistere, la mente e lo spirito non lavorano insieme perché lavorano su categorie fondamentalmente diverse, per esempio la mente usa la logica che per estrinsecarsi ha necessita di un processo e come ogni processo ha un inizio ed una fine ossia di tempo, lo spirito invece usa l'illuminazione che non ha necessità di utilizzare la logica, e che può arrivare in un contesto anche temporale, ma solitamente in una unità di tempo cosi infinitesimale che risulta assolutamente atemporale se non per il fatto che in quel momento è arrivata l'illuminazione per la conoscenza. La doppia natura per chi ne comprende di possederle  entrambi sono un inferno per la parte spirituale, poiché utilizzare la mente in lunghi processi di logica per arrivare alla conoscenza, significa perdere essenza (possibilità di essere) per la conoscenza dell'illuminazione. La distanza si misura in centimetri, ma questi non bastano e si ricorre ai metri poi a Chilometri poi alle unita astronomiche (150 milioni di km) ed in fine per misurare lo spazio enorme è necessario utilizzare il tempo. Se ritorniamo in dietro nella varie scale di misurazione ma lasciando il tempo ci renderemo conto che la nostra casa si può esprimere in secondi al metro quadro? Cosi la nostra massa corporea si può esprimere in secondi o millisecondi al cubo. Non solo ma se la nostra vita che dura 60/80 anni è misurata in tempo per il principio di equivalenza corrisponderà uno spazio, spazio che ha fatto alla allargare (espandere) l'universo di qualche centimetro, possiamo anche dire senza essere incolpati di incoerenza che se l'intera umanità muore, muore tutto il tempo,e quindi anche lo spazio a questo legato. Una dimostrazione che il tempo è un errore dello spazio è la presenza dei sinestesiti dello spazio dove l'allocazione del tempo ha un'altro significato rispetto alla normalità (se normalità può esistere). La nostra mente (salvo nell'attività onirica) ricorda percepisce ed immagina sempre "spazi" mai il tempo.  Lo spazio ed il tempo è come una coppia di forze che lavorano in opposizione l'una all'altra e la risultante è proprio la natura fisica. Già ai primi del novecento sia la teoria della relatività di Einstein (o chi per lui) e la teoria di quanti di Planck, non che il principio di indeterminazione di Heisenberg  e Schrödinger  mettono a dura prova tutto ciò che di chiaro era la percezione del tempo rispetto allo spazio.  Un tempo "determinato" (limitato) ma indeterminabile sulla costante cosmica, che determina di fatto una materia non precisamente misurabile se non solo grossolanamente. Giuseppe Turrisi