martedì 4 maggio 2021

VERITA’ CHI OFFRE DI PIU?

In un modello neoliberista di società tutto deve essere il più possibile privato, perché il mantra (neoliberista) dice che "privato è bello e funziona meglio" anche la comunicazione-informazione si trova stritolata dalle stesse leggi di competizione selvaggia della economia. Tutto deve avere un prezzo, tutto si deve comprare e vendere, tutto deve avere un mercato, tutto deve avere un prezzo, ecc. e cosi facendo anche la "verità" della informazione finisce per avere un prezzo di mercato. Il resto va da se che chi ha più soldi se la può comprare, per nasconderla, o per metterla nel cassetto e tirarla fuori a sua convenienza, e chi invece non ha i soldi non può nemmeno diffonderla, poiché ogni mezzo di diffusione oltre ad essere già pesantemente occupato da pochi in posizione predominante, di fatto è costoso. Per cui oggi ci troviamo in una condizione aberrante che la verità ha un costo insostenibile ed è difficile da dissotterrare dalla montagna di menzogne o di notizie inutili che vengono colate in broadcast per mantenere costante un livello di confusione e distrazione tale da scoraggiare chiunque abbia voglia ed amore di ricercar la verità. Si pone il problema etico quindi in questo sistema aberrante di chi debba "finanziare la verità" (posto che la verità in un sistema normale debba essere finanziata)! Allora ecco che i vari modelli conosciuti sono tanti. ma tutti con problemi di interferenza decisionale. Finanziamenti statali? Non ne parliamo. Donazioni? sempre troppo poche! Pubblicità! Quale brand accetterebbe una inchiesta contro se stesso? Sottoscrizioni lasciano il tempo che trovano. Cooperative o azionariato diffuso? Durano poco un socio e poco due sono troppi! I social che sembrano aver dato un gradi di libertà maggiore alla verità di fatti si sono rivelati per quello che sono sempre stati uno strumento di controllo e di manipolazione del mono pensiero (neoliberista) applicando censure più o meno violente, chiudendo interi canali e pagine. Ma del resto era ed è una pia illusione quella di andare in un territorio privato (quello che sono i social) e pensare di dire tutto quello che si vuole anche sui proprietari di questi social che direttamente o indirettamente sono promotori del neoliberismo che vuole che tutto sia privato (come i social) Insomma la informazione libera sembra una strada difficile e torulosa. Anche i più virtuosi nella “controinformazione” sembrano autoinfliggersi una autocensura pur di non perdere la “piazza” dei social, oppure si va via cercando avventure solitarie in territorio di lupi dove è facile cadere in preda a mania di grandezza, o peggio in un incastro che prima o poi ti presenta un conto da pagare, e non potrai pagare, finché non arriva un generoso finanziatore che ti toglie da tutti i problemi finanziari, in cambio di una “verità più buona” e tutto va come deve andare e tutto va come sempre! Se non si comprende che il neoliberismo è una dittatura peggiore delle dittature tradizionali sarà difficile sbrogliare la matassa, perché il mantra sarà sempre quello che “senza soldi non si può fare nulla”. Questo è il mantra che vuole l’usuraio devi pensarlo sempre che senza soldi non si può fare nulla. Perché il suo mondo usuraio vive sulla moneta che mancherà sempre, e chi c’è l’ha potrà comprarsi sempre tutto compreso la verità o la “non verità”. Se non si libera la moneta dall’usuraio anche la verità sarà sempre usurata. Roma 04/0/2021 Giuseppe Turrisi