mercoledì 30 settembre 2020

Continua la Censura inesorabile e silenziosa

I primi segnali della dittatura del “mono pensiero” erano già evidenti negli anni scorsi con l’imposizione del “politically correct” che in nome di un “perbenismo di linguaggio da salotto” di fatto ipocritamente nascondeva già una strisciante censura che in molti realizzavano come “autocensura” per paura di non essere accettati dalla “intellighenzia borghese” imperante. In nome di una etichetta del “linguaggio elegante”, di fatto pian piano non si è potuto più denunciare nulla, nemmeno le assolute evidenze. Nel frattempo i grandi social acquisivano consenso dal pubblico dando gratuitamente la possibilità di esternare i propri sentimenti e pensieri in piattaforme “pubbliche” ma di fatto assolutamente private e vergognosamente svincolate da normative di carattere nazionale, con la manifesta “predominanza di mercato” figlia del perverso neoliberismo, fino al punto che si è arrivati, in cambio di utilizzare la piattaforma gratuitamente, alla “profilazione” e raccolta dei dati (altro che legge sulla privacy) utili ai fini politici, sociali, commerciali e Dio solo sa ancora per cos’altro. Ma questo era solo l’inizio, già grave di per se ed anticostituzionale, è diventata ancora più grave nel momento in cui per una “net quiete” e la volontà di rendere i social un “Safe place” si invocano delle “regole della community” che nessuno conosce, che nessuno ha votato, che passano per essere della community, ma che di fatto sono l’alibi perfetto per incardinare il “mono-pensiero” per cui se un argomento non piace ai “proprietari privati” delle piattaforme viene eliminato senza possibilità di contraddittorio alunno se non solo di proforma! Tutto ciò fino al punto che viene cancellato sin anche un intervento parlamentare di uno stato sovrano che ti “concede di trasmettere” ed essere in rete a fare affari sul suolo italiano. Come se non bastasse tutto questo in diretto contrasto con l’articolo 21 della costituzione italiana dell’articolo 18 della carta internazionale dei diritti dell’uomo e dell’art, 10 della carta dei diritti fondamentali della Unione Europea. In questo modo viene realizzata la “polizia del pensiero” e del ministero della verità che indirettamente o direttamente dice cosa sia lecito pensare e cosa no semplicemente cancellando interi contenuti realizzati in anni di lavoro. Questa opera di censura ha l’obbiettivo di allineare tutti i pensieri non conformi al mono-pensiero di sistema per riportare il gregge nel giusto recinto. Oggi la censura è arrivata al punto che non solo non si può contrastare un argomento per dibatterlo, ma molte volte e sempre di più, non deve nemmeno essere trattato. In questa opera di censura sono caduti blogger, gruppi e pag. di face-book ed interi canali di you-tube (tu tv! Sic. sembra una presa in giro). In tutto questo, su you-tube ci sono delle regole che rasentano la violenza sul pensiero, una di queste è quella che se anche solo 3 video su 5000, non seguono queste “fantomatiche regole della community” vengono cancellati tutti e 5000, e tutti accettano silenziosamente. Anche Accademia della libertà che da 10 anni ha operato nella ricerca della verità su diversi fronti come: storia, sociale, economia, politica, religione, ambiente, manipolazione, social, spiritualità, medicina mercantilistica, ecologia ecc. è stata colpita inesorabilmente con la chiusura totale di ben due canali di cui uno il 9 settembre scorso con circa 27500 iscritti, oltre otto milioni di visualizzazioni e oltre 5000 video. Non sono anche questi parte della “community” ? Giuseppe Turrisi (uno dei fondatori di accademia della libertà!)