mercoledì 24 giugno 2020

Floyd, proteste, rivolte e Trump

Prima di trattare l'argomento Floyd mi corre ribadire ai lettori, che non sono tenuti a conoscerla, la mia posizione personale sugli Stati Uniti e chi li rappresenta oggi, ieri e (probabilmente) domani. Questo per non ingenerare equivoci su simpatie ed antipatie più o meno personali che, come in tutti gli esseri umani, esistono e spesso influiscono sui giudizi che si esprimono.
Per me gli States rappresentano per genesi, modalità di creazione e fondazione, composizione sociale dei fondatori e degli immigrati che li hanno nel tempo "rimpolpati", una anomalia dello sviluppo del genere umano. 
Con l'indipendenza del 1776, passando per la sanguinosissima guerra civile e due guerre mondiali, sono arrivati ad essere indiscutibilmente la maggior potenza della terra : politica, economica e militare. 
Sempre a mio parere, a differenza di tutti i precedenti imperi del mondo, non hanno portato quel contributo di civiltà "reale" di progresso sociale, civile e di benessere che hanno segnato la storia della umanità, pur tra grandi sofferenze  ed anche crimini censurabili. 
Hanno, fin dal primo momento, aggredito e sterminato popoli (gli indiani d'America o nativi americani), aggredito stati confinanti e sovrani, annesso territori "fuori" dalla propria collocazione geografica (vedi le Hawaii) e persino comprato l'Alaska dallo zar di Russia. Sempre, o quasi sempre, con le cattive .. con la forza delle armi e la potenza economica per strangolare governi e popolazioni che osassero ribellarsi. 
Cosa che, ovviamente, continua pure al giorno d'oggi contro chiunque abbia il coraggio di dire No al presidente turno : Trump in questo caso. 
Gli Stati Uniti sono il Grande Satana.. come li ha definiti, marchiandoli come meglio non poteva, la Guida Suprema iraniana Khomeini. 
E si può mai pensare che una nazione simile, prosperata anche grazie alla schiavitù, non abbia problemi di razzismo all'interno dei suoi 50 stati federati ? 
E qui, scusandomi per la lunga premessa (desueta per mio costume) arriviamo a George Floyd morto (o meglio ammazzato) durante un fermo di polizia a Minneapolis (Minnesota) il 25 maggio scorso. 
Grazie alla spietata e cinica "manovra di blocco" di un innominabile agente che lo ha "strozzato" per circa 8 minuti schiacciandogli il collo sotto lo scarpone. Manovra, tra parentesi, che la polizia statunitense ha "in comune" con i "fratelli sionisti" di israele. I quali non esitano certo a praticarla sui Palestinesi, anche ragazzini, senza però suscitare "lo sdegno del mondo". 
Ovvio si scatenasse la sacrosanta reazione della comunità afroamericana che, non esistono dubbi, è diversi gradini "sotto" nella scala sociale economica (meno in quella politica) rispetto non solo ai bianchi ma pure agli ispanici e, forse, persino agli asiatici. 
Solo che, alle proteste del movimento BlackLivesMatters, si è aggiunta la presenza degli AntiFa. 
Veri e propri guerriglieri di professione che combattono assieme ad YPG in Siria e guidano i numerosissimi saccheggi ed incendi che stanno mettendo a fuoco e fiamme varie città, senza trovare freno da parte della polizia e delle autorità locali (democratiche, per lo più).
Considerato che giorni fa un altro afroamericano, Rayshard Brooks,è stato ucciso a pistolettate da un agente ad Atlanta per essersi ribellato violentemente all' arresto, si capisce quale sia la gravità della situazione. Estremamente complessa pure da analizzare anche per la risposta globale alla morte di Floyd nel senso di "esportazione" nel mondo.
 "Forte" e molto "visibile"...Anche spropositata in rapporto alla figura della vittima : non un leader della comunità afroamericana od un personaggio di spicco della stessa. Piuttosto una persona pregiudicata, fermata per un reato minore. Ma la modalità brutale del decesso e la organizzazione che la sinistra mondiale mette in campo in queste occasioni, ha fatto il resto. Ovviamente con la "scorta" degli antifascisti di tutte le nazioni, specie occidentali, dove la convergenza tra tutte le anime dei cosiddetti antirazzisti, democratici, ambientalisti, verdi, radicalchic e persino robuste presenze di pacifisti doc ha trovato la benedizione dei governi "amici", quasi tutti a guida di sinistra. 
Questi hanno schierato in forze non la polizia, che ha lasciato fare e vandalizzare statue e negozi, ma tutti i media legati al potere i quali hanno così amplificato la protesta stessa (notevole per numeri, sia chiaro) facendone un caso planetario. 
In altre nazioni, più autome e distaccate dal gioco (vedi Iran, Venezuela, Siria etc.) si è preso spunto per attaccare la amministrazione Trump come razzista e causa dei disordini stessi. 
Nulla di particolarmente sorprendente, però : è accaduto nel passato, accadrà ancora. Aggravandosi, ne sono certo. Anche le forze che non si riconoscono negli schieramenti pro Floyd, magari eterogenei ideologicamente e di varia composizione sociale, prima o poi si stuferanno di dover subire violenze etniche "al contrario" o di assistere alla devastazione delle proprie città. Reagiranno con la forza come a Londra dove, per difendere la statua di Churchill, si è radunata una gran folla di gente non disposta a vederla abbattuta. E non lo è stata ..ma, oggi, non possiamo valutare eventi che ancora non si sono realizzati.-
Ora, rifacendomi alla premessa, è cosa nota a chi abbia interesse per le mie "opinioni manifeste" che ritengo Trump un criminale in politica estera, come TUTTI, i suoi predecessori. 
L'assassinio di Soleimani ed altri esponenti militari irakeni ed iraniani lo ha ampiamente dimostrato. Come lo dimostrano le sanzioni applicate ad Iran, Siria e Venezuela che affamano le popolazioni colpite, in particolare i bambini. 
Ma, in politica interna, ho opinioni differenti su cosa stia accadendo negli Stati Uniti. Trump corre contro Obama ed i potentati dello stato profondo, anche repubblicani, che non hanno trovato un leader dopo la sconfitta disastrosa della Clinton. Dietro tutte le manifestazioni di rivolta dei nuovi talebani americani c'è lui, il Premio Nobel per la pace che ha aggredito la Libia, facendo linciare Gheddafi e distruggendola. Quello che, non contento, ha armato le primavere arabe per rovesciare Assad e dividere la Siria. 
Non a caso è saltata fuori anche Hillary Clinton e tutti assieme, con il mecenate di proteste Soros, vogliono metter sotto Trump e tutta l'America che questi rappresenta (perlomeno metà degli statunitensi). Biden, che si è messo avanti alle proteste, è solo un fantoccio.
Le elezioni come finiranno ? Se Trump dovesse vincere nuovamente, alla faccia dei media e dei sondaggi, ritengo che gli USA rischierebbero una nuova guerra civile ma lui, Donald, rischia già ora la pelle .. 

Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello