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IL
SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO
CONTROLLI FISCALI
COMUNICATO STAMPA
Roma, novembre 2017 - L'evasione fiscale è un'antica ferita,
purtroppo non la sola che il Paese Italia non riesce a rimarginare. Se ne fa un
gran parlare la cui eco risuona come un mantra nel dibattito politico. E' però
evidente che il contrasto all'evasione fiscale non è cosa che può farsi
nei cenacoli e neppure ex cathedra ,ovvero parlandone ed eseguendo i
controlli,come si dice a"tavolino" Non è più tempo infatti per
sperare che le esangui casse erariali si rivitalizzino con la
"voluntary disclosure" o con la cosi detta "compliance
dichiarativa". Tanto per dire che, a parte il fatto che la lingua
italiana è ricca di vocaboli, non si può pensare che bastino roboanti
inglesismi per arginare il massiccio e diffuso fenomeno della evasione fiscale. L'Amministrazione Fiscale deve
invece capire che le locuzioni inglesi, se pure adornano l'estetica discorsiva, al redde
rationem assomigliano a quei solenni candelabri che illuminano ma non
riscaldano.
L'evasione fiscale, quella praticata
dagli esercenti minori, anche se ampia e diffusa, si realizza con metodi
quasi dozzinali e quindi anche un semplice questionario può fungere
da deterrente ed indurre il ravvedimento. Ciò non accade con le così dette
grandi cappelle che non si turbano per le locuzioni albioniche e non si
intimoriscono al cospetto di corposi questionari, se mai li ricevano. E'
qui che si annida la grande evasione, ed è qui che il fenomeno assai spesso
assume anche contorni criminali. Mettere sotto controllo il territorio è
la sola arma necessaria per sconfiggere la grande evasione.
Bisogna guardarli in faccia questi
figuri, bisogna passare a setaccio le contabilità aziendali per
individuare ogni elemento utile a smascherare le magagne che la veste
formale ineccepibile copre abilmente. Per ciò fare serve però un
agguerrito corpo ispettivo di funzionari che sappia ricercare la
materia imponibile occultata, di guisa che la irrogazione delle
sanzioni sia la conseguenza immediata dei tributi evasi e non il presupposto
del controllo fiscale. L'intima connessione tra la imposizione diretta e
quella indiretta richiede che i controlli siano sempre
eseguiti con accesso aziendale e con metodo globale. L' AF ha già sperimentato
tale tipologia di controlli, ma i risultati furono tutt'altro che
soddisfacenti sia per le profonde distanze esistenti tra il comparto
delle Imposte Dirette e quello delle Imposte Indirette, ed anche perché i controlli da
eseguire venivano scelti mediante sorteggio.
Cotale modus operandi avveniva nel
secolo scorso. Ora che le Agenzie delle Entrate amministrano la totalità dei tributi, indubbiamente ne risulta
facilitato il compito a condizione però che l'Amministrazione Centrale e
soprattutto la politica facciano la loro parte in termini di risorse umane
ed economiche. Serve Personale di alto profilo
professionale, servono seminari di studio ed aggiornamento, serve materiale didattico di elevato prestigio
editoriale, servono mezzi che diano lustro al delicato lavoro da svolgere.
Non serve alla bisogna lo sfoggio
di incomprensibili termini presi in prestito da lingue diverse dalla nostra se si vuole evitare di raccogliere il
frutto amaro del "vaffa" di casa nostra che continueranno
a spedire tutti coloro che non pagano le
tasse.
Dr.
Pietro Paolo Boiano