venerdì 8 settembre 2017

IL PUNTO DI Giovanni Armando-Zero



La storia unitaria è stata, in gran parte, connotata
da un fenomeno di divergenza tra le due macroaree, che solo durante la golden age – in maniera ininterrotta e non solo per merito della congiuntura internazionale favorevole, ma anche per effetto dell’opera condotta con l’intervento straordinario – hanno conosciuto una significativa convergenza, conseguendo il risultato di una sostanziale riduzione del divario meridionale. Le vicende del periodo successivo, tra le crisi petrolifere, la ristrutturazione del sistema industriale, la prevalenza di una forma di liberismo senza regole, l’avvento dell’euro e la nuova crisi finanziaria internazionale, hanno restituito, quasi per intero, al territorio meridionale (privato di un intervento pubblico di notevole valore, come quello della Cassa per il Mezzogiorno) il suo divario, allontanandolo sempre più dall’obiettivo della convergenza e dell’annullamento del dualismo economico.Amedeo Lepore, Seconda Università di Napoli.

A questo mi permetto di aggiungere che gli investimenti per aumentare la produttivita' del settentrione nel decennio 1850/1860 furono fatti da Cavour ricorrendo all'indebitamento(compreso il corso forzoso dei biglietti di banca), che detto debito fu accollato anche al meridione dopo l' unita' politica(legge Pepoli). In aggiunta :l' istituto godente il PRIVILEGIO dell' emissione monetaria, nel far-west caratterizzante il primo decennio di unita', era la Banca Nazionale Nel Regno, dove gli azionisti erano TUTTI settentrionali e stranieri. La politica liberista favoriva il nord(contiguita' con i mercati di esportazione) e sfavoriva il sud(assenza di infrastrutture che favorissero i trasporti). A questo aggiungiamo la guerra civile combattuta nel meridione(inappropriatamente chiamata brigantaggio). 
Tutto ciò per dovere di cronaca e affinche' si impari dalla Storia e dagli errori(orrori).