MARINE LE PEN: DILETTANTI ALLO SBARAGLIO
di
Francesco Mazzuoli
Ho avuto modo
di seguire il dibattito Macron-Le Pen e di leggere l'articolo di Marcello Foa
http://blog.ilgiornale.it/foa/2017/05/04/dibattito-le-pen-macron-chi-ha-vinto-davvero/ il quale probabilmente ha assistito allo
stesso evento bendato e con i tappi nelle orecchie...
Marine Le Pen è stata surclassata: Macron le ha fatto scuola e doposcuola (evidentemente, la lunga frequentazione con un'insegnante ha avuto diversi risvolti utili...).
Marine Le Pen è stata surclassata: Macron le ha fatto scuola e doposcuola (evidentemente, la lunga frequentazione con un'insegnante ha avuto diversi risvolti utili...).
Andiamo
all'analisi.
La strategia
di comunicazione della Le Pen è stata sbagliata e fallimentare: un attacco
continuo all'avversario dal primo minuto all'ultimo, invece di esporre a chiare
lettere il proprio programma e mostrare
l'inesistenza di quello dell'altro. Ciò ha consentito a Macron di
giocare di rimessa, non accusando
nessuno dei colpi della Le Pen, che si è
innervosita e si è fatta trascinare dalla emotività, perdendo lucidità e
consegnando il dibattito nelle mani dell'avversario. Macron, dal canto
suo, si è invece mostrato – come avrebbe dovuto fare la Le
Pen, che invece è apparsa psicologicamente già sconfitta - quale
presidente in pectore (dirò di più, già in carica), ed è riuscito addirittura a volgere a proprio vantaggio l'attacco subito
e ad accusare la figlia di Jean-Mariedi non avere un programma e di essere il
candidato della sconfitta e dell'odio; cosa che l'atteggiamento della Le Pen –
addirittura puerile nella sua sterile polemica fatta anche di battute non
andate a segno - nel contesto discorsivo
del dibattito ha pateticamente confermato.
E, purtroppo,
il dibattito ha anche comprovato che la Le Pen – non in grado neppure di condurre un confronto verbale come questo –
ben difficilmente sarebbe in grado di governare un grande Paese in un momento
così delicato della sua storia.
Per portare
un esempio sportivo, per chi avesse mai visto il famoso incontro di pugilato
del 1974 tra Moahmmed Ali e George Foreman, la dinamica è stata la stessa: otto
riprese di inutili, inefficaci pugni di
Foreman, per poi crollare improvvisamente e miseramente al tappeto. E Macron è
riuscito infatti anche a piazzare
tranquillamente il colpo finale: dopo l'ennesima superflua battuta della
Le Pen, ha concluso: "Madame Le Pen: Lei resti in televisione, io vado a
fare il presidente."
Chapeau:
questo sistema, dal quale non usciremo, se non orizzontali, non sceglie i suoi
uomini a caso: a volte sanno muovere i fili anche da soli.
Commentando
il dibattito e le elezioni francesi, Jacques Sapir si è espresso così
http://russeurope.hypotheses.org/5980 :
"...Marine Le Pen ha una gran parte di responsabilità in questa
situazione: si è mostrate incapace di portare il suo programma... Questo
programma aveva una coerenza e, a causa degli stravolgimenti dell'ultimo minuto,
ella ha contribuito ad offuscarlo.. Ella dice di aver ascoltato gli economisti
su numerose questioni, dall'euro alla globalizzazione, ma è evidente che non li
abbia ascoltati né compresi. I suoi cambiamenti alla fine della campagna,
dall'euro all'età per il pensionamento, sono stati disastrosi. Ciò mostra,
nella migliore delle ipotesi, un grande dilettantismo nel trattare questi temi
che sono essenziali per la Francia e per i francesi; nella peggiore,
invece, mostra un atteggiamento di
strumentalizzazione tanto dei suddetti temi, come, più in generale, della questione economica e sociale. Il suo stile
pugnace, si è trasformato in una aggressività senza limiti."
Le elezioni
francesi potevano costituire una battuta d'arresto per il mondialismo a trazione
americana. Adesso, prepariamoci al peggio. Un peggio che si chiama guerra, come
dice Sapir nello stesso articolo, anche civile.