lunedì 6 febbraio 2017

COMUNICATO STAMPA


Federazione fra le associazioni ed i sindacati nazionali dei dirigenti, vicedirigenti, funzionari, professionisti e pensionati della
Pubblica Amministrazione e delle imprese
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IL VICE SEGRETARIO GENERALE

COMUNICATO STAMPA



Roma,  febbraio 2017 - Un autorevole quotidiano nazionale pubblica una notizia con cui l'Agenzia delle Entrate informa che nell'anno 2016 il recupero del sommerso ammonta a ben 17mld. Il risultato è sicuramente apprezzabile ed a giusto titolo ne va fiera la dr.ssa Orlandi che  fornisce all'uopo significativi dati di comparazione riferiti agli anni 2014 (14,2mld) e 2015(14,9mld) ed indicativi di un trend in crescita.
Il direttore dell'Agenzia fiscale non ha però avuto neppure il tempo di gioirne appieno che già le viene ricordato che i 17mld recuperati nel 2016 ne comprendono quattro rivenienti dalla "voluntary disclosury" (praticamente una sanatoria!) con cui sono stati fatti rientrare dall'estero capitali illegali, e che re- sta comunque distante il tetto del sommerso stimato in oltre 108mld  di cui ben
40mld si stima riguardino l'iva ritenuta la  maggior fonte di evasione e con effetto di trascinamento di altri tributi quali le imposte sostitutive sui redditi di capi- tale,le plusvalenze,la cedolare secca e le imposte di registro e bollo.
La  sig.ra  Orlandi  rivendica  legittimamente  il  proprio  lavoro  e  quello dei dipendenti nonostante lo shock prodotto dalla sentenza con cui la Corte Costituzionale ha azzerato parecchie centinaia di nomine dirigenziali ritenute non conformi alle norme che regolano l'accesso alla dirigenza pubblica.
E' intervenuta pure la Corte dei Conti ed ha calato sulla massima Agenzia fiscale numeri che hanno il pregio della ufficialità e l'amarezza del contenuto.
Scrivono i giudici contabili che l'anno 2015 è stato fallimentare con un esito inferiore del 4% rispetto al precedente anno e addirittura inferiore di oltre il
16% rispetto al 2012. Vengono certificati per il 2015 incassi pari a 7,7mld rivenienti da accertamenti compiuti negli anni precedenti ed è rilevata la presenza di fenomeni patologici quali la flessione degli accertamenti,le imposte dichiara- te ma non versate e gli accertamenti eseguiti in via automatica, con spiega che la flessione degli accertamenti tra le diverse tipologie di redditi avviene proprio nei confronti delle maggiori società,così determinando un aumento esponenziale delle  imposte  evase.  La  Corte  dei  Conti  conclude  dicendo  che  i  risultati negativi sono da correlare alla notevole carenza di risorse umane, diminuite nel- l'ultimo quinquennio del 6,5% , e paralizzate dalle decisioni della Consulta.
Un attento sguardo d'insieme offre un orizzonte decisamente fosco.
Ora, giuste o sbagliate che siano, le critiche che piovono sui vertici dell'Agenzia delle Entrate non sortiranno beatificazioni, condanneranno al fuoco


eterno, così come per i pesanti rilievi della Corte dei Conti nessuno finirà sul patibolo.
E' vero però che individuare una gamma di colpe, qualcuna improbabile,sembra essere un furbesco giochino utile soltanto a nascondere la vera causa del disagio gestionale della macchina fiscale e chi ne è il principale responsabile.
In  aritmetica  un  problema  si  risolve  solo  in  base  ai  dati  in  esso
contenuti,non già inventando soluzioni fantasiose. Tanto per dire che occorre prendere contezza che Politica e PA devono avere vite parallele, ma non comuni, per la sola ragione che tutto ciò che può essere fatto nelle stanze politiche non può farsi in quelle amministrative, se non devastandole.
Allora l'antico "quid agam?" si risolve nel senso che va recuperato il controllo del territorio fiscale,e quel territorio può controllarlo solo chi lo vive e lo
abita.
Vanno bene le linee-guida,ma i programmi di intervento non possono esse- re prefissati col criterio del"questo si, quell'altro no"In altri termini la responsabilità delle scelte deve ricadere in via esclusiva sull'operatore in loco il quale dovrà poi risponderne fino alle estreme conseguenze, se sbaglia, anche in buona fede,ma dovrà essere portato sugli scudi se opera bene.
Bando quindi alle polemiche sterili e alle critiche di maniera che lasciano il tempo che trovano. Si guardi solo alla forza dei numeri,quelli indicati dalla
Corte dei Conti, di fronte ai quali anche Amleto rientrerebbe da ogni dubbio.
P semplicisticamente un vecchio adagio avverte che "Senza inchiostro la penna  non scrive!



Dr. Pietro Paolo Boiano