venerdì 20 gennaio 2017

ESTRATTO: PAG.60 IL VANGELO DI GIOVANNI DI Rudolf Steiner

Doveva comparire in un corpo di carne. Questo è successo per mezzo del Cristo-Gesù, e l’avvento storico del Cristo Gesù altro non significa, se non il fatto, che le forze dei sei Elohim o del Logos si sono incarnate nel Gesù di Nazareth, al principio della nostra èra; che erano realmente in lui nel mondo della visibilità. Di questo si tratta. Ciò che di forza interiore giace nel sole, la forza dell’amore del Logos, prese Figura umana Fisica nel corpo di Gesù di Nazareth. Perchè sulla Terra, per la coscienza sensoria dell’uomo, Dio ha dovuto presentarsi a quest’ultimo con Figura corporea, come un altro oggetto esteriore qualsiasi, come un altro essere. Che cosa è dunque questa entità che al principio della nostra èra ci si presentò come Cristo Gesù? Essa altro non è, che l’incarnazione del Logos, degli altri sei Elohim, ai quali era andato innanzi come preparatore quell’uno, il Dio-Jahve; e questa unica Figura di Gesù di Nazareth, in cui era incarnato il Cristo o il Logos, reca perciò quello che prima affluiva giù sulla Terra soltanto dal Sole, ciò che è contenuto soltanto dalla luce solare; lo ha portato nella vita dell’uomo, nella storia stessa dell’umanità: «Il Logos divenne carne!» Questo è ciò, a cui il Vangelo di Giovanni attribuisce maggior valore. E lo scrittore del Vangelo di Giovanni ha dovuto dar maggior valore appunto a questo fatto. Perchè è vero: dopo che alcuni dei discepoli iniziati del Cristo ebbero compreso di che si trattava, ne sorsero degli altri, che non potevano comprendere questo completamente; essi capivano bensì pienamente che a base di ogni materialità, di tutto ciò che ci si presenta come sostanza, vi è un animico-spirituale: ma ciò che non potevano comprendere si era, che in un singolo uomo il Logos stesso, una volta, si fosse incarnato in modo Fisico visibile per il mondo Fisico-sensibile. Questo essi non potevano capire. È in questo che ciò che si presenta a noi nei primi secoli cristiani, come «Gnosi», si differenzia dal vero cristianesimo esoterico. Lo scrittore del Vangelo di Giovanni accenna a questo con possenti parole: «No, non dovete considerare il Cristo come un essere permanentemente supersensibile e invisibile, che risiede a base di ogni sostanzialità, bensì dovete porre gran valore al fatto, che la Parola è divenuta carne, che essa ha  dimorato fra noi!» Questa è la sottile differenza fra il cristianesimo esoterico e la Gnosi originaria. La Gnosi conosce il Cristo come lo conosce il cristianesimo esoterico, ma soltanto come un’entità spirituale, e vede tutt’al più in Gesù di Nazareth un messo umano, più o meno collegato con questa entità spirituale. Essa vuole tener fermo al Cristo, che rimane invisibile. All’incontro il cristianesimo esoterico è stato sempre nel senso del Vangelo di Giovanni, che poggiava sul terreno solido della parola: «E il Logos è divenuto carne e ha dimorato fra noi!» Quegli, che era là nel mondo visibile, è una vera incarnazione degli altri sei Elohim, del Logos. Per mezzo di ciò, dunque, la missione della Terra, ciò che doveva divenire della Terra attraverso l’evento di Palestina, è Finalmente penetrato giustamente nella Terra. Prima tutto era preparazione. Come doveva dunque principalmente qualificarsi il Cristo che dimorava nel corpo di Gesù di Nazareth? Egli doveva principalmente qualificarsi, come il grande apportatore e vivificatore del libero essere umano autocosciente. Riassumiamo questa vivente dottrina del Cristo con brevi parole paradigmatiche. Dovremo dire: la Terra vi è, per dare all’uomo la piena autocoscienza, l’«Io sono». Prima tutto non era che preparazione per questa autocoscienza, per questo «Io sono»; e il Cristo fu colui, che diede l’impulso, perchè gli uomini tutti – ognuno come singolo essere – possano sentire l’«Io sono». Ora soltanto è stato dato il poderoso impulso, che ha dato agli uomini sulla Terra una vigorosa spinta innanzi. Possiamo verificare questo confrontando il cristianesimo con la dottrina del vecchio Testamento. In questa dottrina l’uomo non sentiva ancora completamente l’«Io sono» nella propria personalità. Egli aveva ancora un residuo di ciò, che era rimasto dall’antico tempo della coscienza trasognata, in cui l’uomo non si sentiva come un Sè, ma come un arto dell’entità divina, così come l’animale oggi ancora è un membro dell’anima di gruppo. Dall’anima di gruppo gli uomini sono usciti e sono progrediti fino a un’esistenza individuale indipendente, che sente l’«Io sono» in ogni singolo uomo – e Cristo è la forza, che ha portato gli uomini a questa libera coscienza dell’«Io sono». Contempliamo questo fatto nel suo pieno significato interiore.