Non sono diventato matto all'improvviso: grazie a dio lo sono sempre stato. Ma una similitudine c'è. Saluti a tutti, Fabrizio Belloni
Viadotti,
Italia e Cartagine
Ieri in provincia
di Lecco, un tir carico di rotoli di acciaio, passando sopra un ponte, un
viadotto o che diavolo, è sprofondato nel vuoto, per cedimento dell’arcata del
ponte stesso. Ferito il rumeno alla guida. Un’auto è rimasta in bilico, come
nei film. Un anziano italiano è morto.
Immediatamente è
cominciata la pantomima delle responsabilità. More italico. La strada è una
“provinciale”, e la manutenzione è affidata all’Anas.
Colpa della
Provincia (per altro renzianamente moribonda, a parole), dice l’Anas.
No, bercia l’ente
pubblico (?), colpa vostra che ne avete per appalto la manutenzione.
Col cavolo,
ribatte l’Anas, noi siamo responsabili solo del manto d’asfalto, voi della
struttura. Mica vero, biascica la
Provincia.
Bravi! Andate a
raccontarlo alla famiglia del morto.
A parte la pazzia
demenziale della responsabilità a strati, a parte la montagna di burocrazia che
taglia verticalmente ed orizzontalmente a fette le strade (ricordate per
esempio lo scandalo delle fibre ottiche lungo le autostrade, scandalo ben
presto dimenticato, ovviamente), a parte lo stantio gioco infantile, vile,
maleodorante dello scarico di responsabilità, sempre e comunque (hanno
costruito un sistema perfetto di irresponsabilità codificata, quei parassiti
che ci governano da settanta e più anni), quello che mi dà il voltastomaco è
l’animo, lo spirito della classe che ci domina. Non esiste il dovere. Non
esiste la responsabilità. Non esiste l’obbligo di rendicontazione. Non esiste
il bene comune come stella polare……
Esiste solo l’io,
avido, spocchioso, arrogante, falso, corrotto, corruttore, incapace.
Le battaglie
sociali, una volta feroci ma umane, violente ma piene di speranza, erano
supportate da un cuore generoso, sia a destra che a sinistra. Le battaglie
politiche erano permeate da un giusto (guai se non ci fosse) grado di ambizione
personale, inferiore però al disegno proposto e fatto bandiera di una visione
statuale chiara, di un progetto politico di facile e non equivoca
interpretazione. Rossi, neri, bianchi con cespugli annessi avevano del patto
sociale una visione diversa ma intelligibile.
Oddio, a dirla
proprio tutta la nostra Costituzione, contrabbandata come la migliore, è il
frutto dei voleri e dei compromessi di tre potenze straniere: gli USA, tuttora
presenti ed occupanti, l’URSS, attraverso i trinariciuti del pci (la terza
narice serviva, secondo il suo inventore, l’immenso Guareschi, a far uscire i
fumi dal cervello), e il Vaticano attraverso la DC.
Con tutto ciò la
trimellenaria natura italiota è riuscita a ovattare la Costituzione ,
ignorandone allegramente gli articoli poco simpatici (12, 39, 40 ad es; o le
ignobili disposizioni…. “transitorie”) e vivendo il patto sociale secondo
desideri e volontà della classe parassita al governo.
Ma ora siamo
arrivati al dunque. La crisi economica sia del defunto socialismo che del suo
fratello capitalista, la scomparsa di ideologie e proposte, la bassezza della
classe politica incapace e proterva, ha portato la situazione al limita della
guerra civile, dietro la porta. Nel mondo si avverano rivolgimenti epocali, sia
in Europa che più lontano.
I nostri parassiti
al governo ed all’opposizione(?) invece ricordano tanto i sacerdoti di
Cartagine che si rifiutavano spudoratamente di prendere atto della realtà, e
facevano baruffa per la precedenza nel corteo che si recava al tempio, e che ne
determinava l’importanza socio politica.
Fuori le mura c’erano le Legioni di Scipione, le panzer divisionen
romane che avrebbero raso al suolo la
Città nemica.
Come vorrei ci
fosse uno Scipite ora qui e subito! Ma come disse Facta, nutro fiducia. La Storia ha ricominciato il
suo ciclo: le prime avvisaglie della rivolta le abbiamo viste: le barricate anticlandestini
sono i prodromi.
Il bello deve
arrivare.
E arriverà presto.
Sabato 29 ottobre
2016.
Fabrizio Belloni