BEFFARDI E AUDACI
La Beffa di Buccari, fu un raid militare nella baia
di Buccari (città della Croazia), portato a termine da incursori della Regia Marina, nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918, durante la Prima guerra mondiale. Essa fu
annoverata dagli storici "tra le imprese più audaci" del conflitto
con una "influenza morale incalcolabile", anche se purtroppo
"sterile di risultati materiali".
Nonostante
le limitate conseguenze materiali, tale azione ebbe l'effetto di risollevare il
morale italiano, fortemente messo a dura prova dallo sfondamento
di Caporetto di alcuni mesi prima. Al comando di Costanzo Ciano, all'azione
parteciparono i M.A.S. 96 (al comandato
da Luigi Rizzo e con anche bordo Gabriele D'Annunzio),
95 e 94, rimorchiati ciascuno da una torpediniera e con la protezione di
unità leggere. Dopo quattordici ore di navigazione, alle 22.00 del 10 febbraio,
i tre M.A.S. iniziarono il loro
pericoloso trasferimento dalla zona compresa tra l'isola di Cherso e la costa istriana sino alla baia di Buccari dove, secondo le
informazioni dello spionaggio, sostavano unità nemiche sia mercantili sia
militari.
L'audacia
dell'impresa trova ragione di essere nel percorso di 50 miglia tra le maglie
della difesa costiera nemica, anche se l'attacco non riuscì, dato che i siluri
lanciati dalle 3 motosiluranti si impigliarono nelle reti che erano a
protezione dei piroscafi alla fonda.
Le unità italiane riuscirono successivamente
a riguadagnare il largo tra l'incredulità dei posti di vedetta austriaci che
non credettero possibile che unità italiane fossero entrate fino in fondo al
porto, e che non reagirono con le armi ritenendo dovesse trattarsi di naviglio
austriaco. Tre
bottiglie suggellate dai colori nazionali furono lasciate su galleggianti nella
parte più interna della baia di Buccari,
con all'interno un messaggio scritto da D'Annunzio, fatto che dette all'azione
l'appellativo di "Beffa di Buccari".
L'impresa di Buccari ebbe una grande risonanza in
Italia, in una fase della guerra in cui gli aspetti psicologici stavano
acquistando un'incredibile importanza. D'Annunzio ebbe un ruolo principale in
questo, il messaggio lasciato nelle tre bottiglie ebbe grande diffusione e
contribuì a risollevare il morale dell'esercito impegnato sul Piave.
Per l'Italia, che si
stava riorganizzando dopo il disastro di Caporetto, l'eco della riuscita nell'impresa fu notevole e
rinvigorì lo spirito dei soldati e della popolazione. L'entusiasmo avrebbe
raggiunto il culmine pochi mesi dopo con il famoso Volo su
Vienna.
Effemme