LISBONA – La Banca centrale del Portogallo, in una nota ripresa da Jornal del Negocios, scrive come l’Unione bancaria europea potrebbe non raggiungere nessuno degli obiettivi che si è prefissata.
Secondo la banca centrale di Lisbona, infatti, molte debolezze dell’impalcatura creata non permettono di rompere il legame tra il rischio del debito sovrano e quello delle banche, dimostratosi così pericoloso durante la crisi.
Le banche, secondo la nota, rimarranno altamente dipendenti dalle economie nazionali, in una situazione in cui le crisi finanziarie hanno generato una concentrazione addizionale del debito pubblico dei paesi nei sistemi bancari dei paesi in difficoltà.
La Bce, infine, poichè non sarà un prestatore di ultima istanza, i rischi continueranno ad essere associati con i debiti sovrani. “L’Unione non ha i mezzi per evitare i problemi di free riding dei legislatori nazionali e permetterà a questi di emettere leggi favorevoli ai loro sistemi finanziari, facendo pagare i costi ai contribuenti o alle banche di altri paesi”, ha concluso.
La presa di posizione della Banca centrale del Portogallo – che fa parte del board della BCE – è di una gravità inedita nello scenario della direzione della Banca Centrale Europea. E questa dura delegittimazione della BCE, giudicata incapace proprio da uno dei membri della direzione della stessa BCE, non a caso arriva giorni dopo la travolgente vittoria del Partito Socialista del Portogallo alle elezioni europee e alla cocente sconfitta della coalizione di partiti che sorreggono l’ormai traballante governo filo-UE e filo-Troika.
Infatti, PSP ha nel proprio programma la fine immediata della politica recessiva imposta dalla UE al Portogallo e per conseguenza la fine dell’euro. Il “segnale” è stato dato oggi dalla Banca Centrate portoghese. Ed è un segnale di guerra alla UE degli oligarchi di Bruxelles.