1) Il debito pubblico italiano nasce (e poi cresce e pasce) dal 1981,
anno del divorzio tra min. del Tesoro e Bankitalia voluto da andreatta e
accettato da c. a. ciampi, con la supervisione di spadolini e la firma
d’avallo di pertini sandro, l’allora presidente della Repubblica.
All’epoca il rapporto debito/PIL era pari al 58%. Da quel giorno è
cresciuto al ritmo del 5,35% annuo, sino ad arrivare al 135% attuale. Da
quel giorno l’Italia ha pagato in soli INTERESSI 3000 miliardi di euro
attualizzati, ovvero, 91 miliardi l’anno. Un interesse costante del 5%
ogni 14 anni raddoppia il proprio montante. L’economia italiana avrebbe
dovuto crescere del 5.5% l’anno SOLO per impattare gli interessi. Per
chi non lo sapesse: prima del divorzio, il min. del Tesoro e la Banca
d’Italia concordavano il tasso di INTERESSE con cui vendere i titoli di
stato: essi erano SEMPRE inferiori alla INFLAZIONE reale. Se le aste
andavano parzialmente (o del tutto) deserte la BdI comprava tutto il
pacchetto e, inoltre, accreditava gli interessi stessi al Tesoro. In
pratica, la creazione di moneta avveniva PRIVA del peccato originale: il
DEBITO usuraio.
2) Oggi l’Italia ha rating Standard&Poors di BBB, ad un passo da
“junk” (spazzatura), nel 1998 il nostro rating era AA. Il Giappone ha
rating S&P AAA, nonostante il rapporto Debito/PIL è al 235%, i loro
titoli decennali pagano lo 0,70% di interessi. Lo Yen si è svalutato del
30% negli ultimi 6 mesi e sono alla ricerca disperata di una INFLAZIONE
maggiore del 2%. Giorno 15/01/2014, il Giappone ha emesso un bond (i
nostri BTP) a 30 anni con rendimento lordo del 1,655%. Alcuni mesi fa,
gli stessi BTP a 30 anni emessi dall’Italia hanno “elargito” un
rendimento del 4,9%. La differenza abissale di rendimento fa capire
UNIVOCAMENTE circa il rischio che si assume chi acquista i nostri BTP.
In 30 anni la differenza diventa del 97,35% in più rispetto ai bond
giapponesi. Un decurtamento del 30% che accuserebbero gli investitori
stranieri derivante da un ritorno alla Lira, sarebbe comunque AMPIAMENTE
ripagato dalla differenza di rendimento, non solo verso i titoli
giapponesi ma anche verso i bond USA, tedeschi, francesi, inglesi,
australiani, canadesi, norvegesi, svizzeri e di TUTTI quei Paesi che
godono almeno di rating A+. Chi si preoccupa di questo o è stolto o è in
malafede. Se facessimo un paragone con una scommessa calcistica in un
match Barcellona VS Atalanta, avremmo: la vittoria del Barcellona a 1,10
il pareggio a 5 e la sconfitta a 50 … quale evento immaginate si possa
verificare più facilmente e a rigor di logica? Giocando ognuno si assume
i propri RISCHI.
3) La Corea del sud, nel 1997 svalutò la propria moneta del 120%: in
meno di 2 mesi il WON coreano passò da 800 a 1800 per ogni singolo
dollaro USA. Dal 2000 ad oggi il Won coreano ha perso il 60% del suo
valore. E loro che fanno? Crescono al ritmo del 3/5% l’anno. Sono i
TERZI esportatori netti al mondo. L’inflazione coreana è stabilmente
intorno al 3% da moltissimi anni. Sembra che i loro politici abbiano
preso a modello l’Italia del boom economico, quella stessa Italia che
nel 1992 svalutò la Lira del 30% e che nel 1993 ebbe inflazione calante
dell’1% (da 5,5% a 4,5%): se la gente non guadagna non spende e
l’inflazione scende, a prescindere da quanto tu svaluti la moneta.
4) Lex-monetae. E’ quella legge grazie alla quale TUTTI i debiti che NON
sono espressi sotto giurisdizione anglosassone possono essere tramutati
in una nuova moneta. Ad esempio, se quando avevamo la Lira avessimo
voluto un’altra valuta per eliminare gli zeri in eccesso, e l’avessimo
chiamata “sesterzo”, TUTTO il debito (sia nazionale che estero) sarebbe
stato ridenominato in “sesterzi” per DECRETO-LEGGE. A tutt’oggi, i
possessori ESTERI di debito pubblico italiano detengono il 32% del
totale, ovvero € 670 miliardi ca. il debito TOTALE (privato e pubblico)
denominato sotto legislazione inglese (devi ripagarlo nella stessa
valuta che ti è stata prestata) ammonta al 10/12% del totale aggregato,
pari a $300/350 miliardi ca. anche i mutui verranno riconvertiti, alle
stesse condizioni, in nuova valuta. A meno che non siate stati così
avventati ad averlo sottoscritto in sterline o dollari. TUTTO il debito
sarà ripagato in nuove Lire (tranne quello assunto sotto giurisdizione
inglese che sarà regolato come accordi e come legge vuole), senza dare
DEFAULT (significa fallimento), neanche parziale. Gli investitori esteri
non potranno fare altro che adeguarsi poiché il rischio che si sono
assunti al momento della stipula era OTTIMAMENTE ripagato dai LAUTISSIMI
INTERESSI.
5) Le materie prime, l’energia e il petrolio che l’Italia è costretta a
comprare all’estero sono da sempre ripagati con le valute forti
(dollari, marco, franchi, yen, sterline ecc.) provenienti dal nostro
export e dal turismo. Dal giugno 2012 al giugno 2013 la bilancia
commerciale italiana ha avuto un SURPLUS (differenza positiva tra
export-import) di circa 30 miliardi di dollari. L’Italia risulta essere
il QUINTO esportatore netto al mondo, dopo Cina, Germania, Corea del sud
e Giappone. (Il Brasile, sesto, è a + 10 miliardi di surplus, ben
lontano da noi). E’ doveroso capire come una Nazione importa da un’altra
e come la paga. La camera di commercio con l’estero è nata all’uopo.
Non tutti sanno che una Nazione per comperare merce dall’estero deve
prima acquistare la moneta di quello Stato in cui quel tale prodotto
viene realizzato. Se vuoi comprare una Toyota nuova, ti rechi presso il
concessionario, ti scegli il modello, il colore ecc, lo paghi (non
importa come) e ti porti via l’auto. Pensi che sia finita qui?
NOSSIGNORE, da qui comincia, e questo esempio vale per ogni singolo
prodotto che importiamo/esportiamo. Lo Stato italiano, tramite la camera
di commercio estera compera gli Yen necessari per pagare l’auto da me
acquistata e pagata, in euro oggi e in Lire sino a prima della moneta
unica europea. Lo stesso fanno i giapponesi quando acquistano una
Ferrari o un abito di Armani o un etto di parmigiano. Questo è ciò che
accade miliardi di volte al giorno per le transazioni estere. Tanto più
vendi prodotti all’estero e/o attrai turisti stranieri in Patria e tanto
più sarà richiesta la tua moneta: il valore della tua valuta sale.
Prima legge dell’economia: molta richiesta fa alzare il prezzo del
prodotto. Che esso sia un’auto, un abito, un etto di parmigiano … o
moneta. Altro esempio: come sappiamo le merci più richieste al mondo,
tra cui spicca il petrolio, vengono contrattate in dollari USA. Per una
fornitura di petrolio dal Qatar, lo Stato italiano prima deve acquistare
dollari USA e poi pagherà il giusto prezzo al Qatar. Il Qatar aumenterà
le sue scorte di dollari USA per il controvalore incamerato dalla
vendita di quel petrolio e userà quei dollari per comperare ad es.
frumento dall’Ucraina o carbone dalla Cina; se i dollari non dovessero
bastare sarà costretto anche il Qatar a comperare dollari. (questo è il
vero potere degli USA). E’ abbastanza chiaro il concetto? Un SURPLUS di
bilancia commerciale è SEMPRE in valuta pregiata. Il prezzo di un litro
di super, all’industria, costa 55 centesimi, il resto per arrivare a 1,7
euro sono TASSE che un quasi-Stato che non può più EMETTERE moneta è
COSTRETTO ad AUMENTARE COSTANTEMENTE. Uno Stato che NON può emettere
moneta NON può fare politica monetaria, ergo NON può fare politica
economica, ergo Non può fare politica industriale, ergo NON può fare
politica del lavoro. Uno Stato che NON bette più moneta può
ESCLUSIVAMENTE TAGLIARE le SPESE.
6) L’Italia, non avendo materie prime, dai tempi di Marco Polo, Le
importa, le trasforma in loco e poi le rivende a 20 volte tanto,
lasciando gran parte dei margini nella filiera italiana (in salari,
tasse, dividenti ecc). Questo lo si faceva molto meglio con una valuta
debole piuttosto che con una forte (Giappone e Corea del sud sono lì a
farcelo capire l’ennesima volta). L’interesse franco-tedesco di
realizzare la moneta unica e di costringere l’Italia a farne parte
scaturiva dalla paura di avere un concorrente così temibile, padrone
della propria politica monetaria che veniva usata per il bene della
collettività. L’Italia, nel 1985 era la QUINTA economia del mondo, ora
fatichiamo enormemente a rimanere nei primi 10 posti. Nonostante la bil
commerciale continua ad essere ampiamente positiva. Ovvero, oggi in
euro, come domani in Lire, continueremmo a pagare le bollette
energetiche con la valuta pregiata derivante dalla bilancia commerciale:
della moneta forte NON ce ne può fregare di meno. Anzi, più svaluti la
moneta nazionale e più aumenterà l’export (legge di Marshall-Lerner: ad
ogni punto % di svalutazione monetaria corrisponde un incremento
dell’export pari a +1,7%) e più attirerai turisti con valuta pregiata,
invogliati a visitare l’unicità italiana, e/o a comperare prodotti
italiani, con sconti come ci fossero i saldi tutto l’anno. Nello stesso
tempo, ragionando all’inverso, minori saranno le tue importazioni di
prodotti realizzati dove il tuo cambio è penalizzato.
7) A quali italiani fa comodo l’euro? Alle multinazionali, alla grande
industria, che approfitta della deregulation per abbassare i salari e le
pretese sindacali dei dipendenti, alle industrie che hanno
delocalizzato, al sistema bancario e a tutti coloro che spaventa il
rischio-cambio. Compreso gli idioti che vogliono fare viaggi a
eurodisney senza dover cambiare moneta.
8) Negli ultimi 35 anni siamo stati governati da una banda di criminali
che ha pensato alle proprie carriere ed interessi privati. Siamo stati
traditi! Traditi e svenduti al nemico. 9) Se ho dimenticato qualcosa di
importante aggiungete pure. Rimanendo in UE ed euro, anche se in un sol
COLPO avessimo la MIGLIORE classe politica di sempre, in 10 anni avremo
il DESERTO INDUSTRIALE e sociale. La Grecia è lì a ricordarcelo.
Roberto Nardella