lunedì 31 marzo 2014

L'UOMO











Uomo è un termine con cui viene etichettato ciò che, dopo che si è tentato di definirlo, spiegarlo in tutti modi, esaltato e deprecato, per sé stesso è ancora un enigma.

La sua stessa ignoranza, intesa come mancata conoscenza di informazioni per la loro intrinseca difficoltà di accesso, impedisce all’Uomo di trarre le corrette conclusioni riguardo alla sua esistenza ed origine.

Ci sono diversi strati di ignoranza, dal più sottile al più spesso e grossolano e chiunque si trovi su questa terra ha uno di questi strati fra sé e la conoscenza della sua vera natura, e il loro spessore determina la maggiore o minore consapevolezza dell’individuo.

Questi strati sono costituiti da preconcetti e credenze e per quanto costituiti da pensiero limitano la capacità di discernere dell’individuo più di quanto la più grande e forte diga del mondo argini milioni di tonnellate di acqua.


LE DONNE, GLI UOMINI


Sono nato e vissuto per molto tempo in un paese di provincia in un periodo in cui più o meno tutti gli abitanti si conoscevano e in cui il pettegolezzo era l’argomento culturale che destava il maggiore interesse. Sono cresciuto in quell’ambiente con partecipazione attiva fino a quando la comparsa di altri valori mi hanno poi aiutato ad uscirne, quindi posso parlare con cognizione di causa.

L’argomento preferito fra noi rappresentanti del sesso maschile erano “le donne”, debitamente categorizzate e il preconcetto principe era: “Le donne sono tutte prostitute” (i termini erano alquanto più volgari, lascio al lettore la sostituzione con quello che probabilmente avrà sentito dalle sue parti).

La controparte femminile gravitava intorno a: “Gli uomini vogliono solo una cosa” e lascio ai lettori indovinare di quale “cosa ” si trattava, non è necessaria una fervida immaginazione.

La diffusione di tali preconcetti era a carattere epidemico, e credo che ancora oggi nessuno abbia trovato il vaccino per debellare questa pestilenza, considerando che i vaccini non hanno mai funzionato neppure per le cosiddette malattie che affliggono il corpo umano, figuriamoci per le idee preconcette.

Crescendo in questo mondo con l’animo gioioso a un certo punto compare l’attrazione per quello che sembra un tassello che completa il tuo universo, vieni colpito dalla grazia e dalla bellezza di un volto femminile e il tuo animo si apre alla possibilità di espanderti in quanto essere.

Incontri un amico più “navigato” ti racconta una sua esperienza con una ragazza decisamente da dimenticare e per giustificare il suo fallimento nel l’instaurare una relazione conclude: “Eh si, le donne sono tutte…..!”, inserendo il seme del pregiudizio in un foglio bianco della tua mente.

Naturalmente tu sai che non è vero, che non è così che stanno le cose, ti lanci in una bellissima relazione, poi qualcosa va storto, ancora non sai che sei tu che crea le situazioni in cui poi dovrai gestire gli avvenimenti, e allora ti ritornano in mente le parole dell’amico che giustificano il tuo fallimento. Se il preconcetto diventa più solido, da allora in poi condizionerà le tue relazioni con l’altro sesso.

Anche le “donne” subiscono lo stesso condizionamento, le “mamme” insistono: “Stai attenta con gli uomini, vogliono solo una cosa!”.

Puoi quindi immaginare come potranno essere le relazioni fra un uomo e una donna che albergano nella loro mente tali virus ed altri simili, che si ricordino o meno di essere stati infetti.

Naturalmente ci sono persone che hanno una più elevata conoscenza di sé stessi e degli altri e sanno fare scelte più accurate, ma la situazione descritta è abbastanza diffusa..

GENERALIZZAZIONI

Una generalizzazione è un insieme di caratteristiche che viene usato da un individuo per qualificare un soggetto senza effettuare un processo di verifica, necessario per determinare se tale generalizzazione vale per qualsiasi situazione. Viene usata per definire ciò che si ha davanti senza verificare, non permette a chi la usa di differenziare e quindi non può che portare ad errate conclusioni.

Usando l’esempio di cui sopra, un uomo che la applichi, trovandosi di fronte una donna sa che si trova di fronte a una prostituta e una donna di fronte a un uomo sa che da lei vuole solo una cosa e quindi si comporteranno di conseguenza.

Nel caso di una conversazione il pensiero non sarà puro ma contaminato dal pregiudizio, entrambi ascolteranno quello che dice l’altro o l’altra filtrandolo e l’atteggiamento mentale sarà diffidente o persino ostile seppure abilmente celato, magari da un apparente candido sorriso, ma falso.

L’uso delle generalizzazioni è molto diffuso e lo si può notare nei talk show televisivi dove ognuno vuole a tutti costi dire la sua sull’uomo, la donna, il bambino, ecc., a seconda dell’argomento della trasmissione.

Quando una persona dice:”Sono bambini…” sta esprimendo il preconcetto creato dalla sua esperienza con qualche bambino, e a volte solo per sentito dire, e per lei tutti i bambini saranno come l’idea di cui si è fatta di quei pochi, e li tratterà come pensa che vadano trattati, presi in considerazione o meno, quei pochi che ha conosciuto. E avrà precluso la possibilità di conoscere veramente il vero bambino che ha davanti.

Non esistono, non sono mai esistiti e mai esisteranno un uomo, una donna, un bambino o un cane uguale ad un altro.

La cosa più spiacevole è che ragionando per generalizzazioni si perde l’occasione di conoscere veramente un altro essere che potrebbe arricchire la nostra vita, buttato nel mucchio degli uguali che esistono solo nella nostra illusione.

Le generalizzazioni limitano, quando non impediscono, la nostra comprensione e di fatto il raggio di azione della nostra vita.

ISTINTO

L’istinto degli animali, che agiscono dal momento della loro nascita nei confini in ognuno loro prescritti dalla natura, può, per motivi di esatta definizione, essere definito automatico.

Gli animali partecipano al processo, inteso come cambiamenti, azioni collegate, attività della Vita. Sono parte della Vita come tutti gli appartenenti ai tre regni della Natura.

Possiamo definire la Vita come la spinta del Creatore, che alcuni chiamano Dio o in altri modi, inteso come Entità da cui tutto ha origine, e che comunque non definibile per sua stessa natura, che motiva, dando una direzione in cui la manifestazione del suo pensiero si evolve nell’universo fisico.

Ogni cosa nell’universo ha in sé una scintilla divina che dà la spinta, altrimenti nel mondo minerale non ci sarebbe alcun moto atomico, nel mondo vegetale i semi non germoglierebbero, nel mondo animale i corpi non potrebbero svilupparsi. Senza forza applicata non ci sarebbe nessun movimento, nessuna reazione fisica, nessun frutto, nessuna nascita, crescita continuazione della vita e morte. Non ci sarebbe nulla.

Questa spinta, forza o energia, come la si voglia chiamare è ovunque.

La scienza ortodossa non ammette questo approccio nelle sue ricerche e quindi ha sviluppato mezzi di indagine la cui applicazione è limitata al mondo manifesto, l’effetto della creazione e quindi non può scoprire nulla sulla Causa.

Tuttavia vi sono stati e di certo vi sono, degli scienziati, debitamente oscurati, che hanno compreso la necessità di applicare questi presupposti per fare un balzo in avanti, invece che girare in tondo come di fatto la scienza sta facendo.

Uno di questi scienziati, per fare il nome di uno fra i tanti, Nikola Tesla scopri l’esistenza di questa energia onnipresente e riuscì con essa a far funzionare un’automobile dotata di motore elettrico.

Tutta la Vita partecipa a un disegno divino dalla meno articolata alla più complessa.

E’ difficile fare un articolo usando termini come divino e Dio perché qualsiasi definizione non sarebbe corretta. Il modo in cui gli uomini raffigurano Dio varia dal vecchio con la barba bianca che ci giudica dall’alto e che ci punirà se saremo cattivi, al triangolo con dentro un occhio che ci vede ovunque noi siamo e altre colorite rappresentazioni.

Consideriamo quindi Dio un “qualcosa” che ha creato e mantiene in creazione questo universo, e altri universi, e che gli esseri, incluso noi, che manifestano la propria esistenza nel mondo hanno comunque qualcosa a che fare.

La Verità su questo ognuno di noi la scoprirà una volta raggiunta, perché solo l’esperienza diretta può fornire la risposta, diversamente possiamo solo tentare di avvicinarci e darne una descrizione comprensibile dal punto di vista intellettuale.

L’istinto è il risultato della spinta prodotta dalle emozioni e sensazioni sperimentate dai singoli esseri nelle esperienze ripetute dall’inizio del tempo.

Quindi abbiamo l’impulso a vivere dato dal Creatore regolato dall’istinto generato dalle emozioni e sensazioni sperimentate nelle varie esperienze. Dopo un po’ di volte che ci si è scottati con il fuoco viene istintivo ritrarre la mano appena una fiamma si avvicina. Gli uccelli scappano quando sentono uno sparo, un animale selvaggio non mangia un hamburger se non è degenerato, ecc.

L'UOMO

Qui inizia la complessità.

Tutta l’informazione, tutti i libri vengono scritti da uomini e tutte le valutazioni e osservazioni in ogni ambito della vita, che riguardano tutto ciò che siamo in grado di vedere fra tutto ciò che esiste vengono fatte da uomini.

Abbiamo suddiviso la creazione in regni e al di sopra di essi ci siamo messi noi, ma mettendo da parte ogni genere di orgoglio o pretesa superiorità della specie, possiamo dire obbiettivamente che l’Uomo ha una capacità di azione maggiore di tutti gli altri partecipanti alla manifestazione della Vita.

I corpi sono dei veicoli che permettono la manifestazione della spinta del pensiero divino, alcuni si prestano meglio altri meno e questo, se si vuole fare una valutazione è il metro di misura per valutare quali meglio si prestano alla realizzazione della propria essenza.

Dio si manifesta in ogni singolo atomo degli universi che crea.

Un blocco di rame può esprimere ben poco, se non a livello di movimento atomico, una pianta un po’ di più, una zebra un po’ di più ancora, ma è nell’uomo in cui il pensiero divino ha la possibilità di manifestarsi maggiormente.

Se un essere umano non si identificasse con il suo corpo, e inoltre in una personalità, sarebbe Dio.

Identificandosi in un corpo o in un nome o una personalità è soggetto alle limitazioni che tali veicoli comportano, e quando si parla di dedicarsi all’evoluzione spirituale, di libertà dai vincoli della materia, stiamo parlando di liberarci dai limiti che ci impediscono di essere Dio, ciò che ogni essere spirituale è.

La Ragione è una peculiarità divina e l’essere umano è l’entità che ne è maggiormente dotata. Non c’è differenza fra sé e Dio se non per le limitazioni che egli stesso si pone. Ha quindi la possibilità di decidere di agire come meglio desidera anche contro il disegno originario.

n questo consiste il libero arbitrio e tutte le cose atroci e indesiderabili che possiamo osservare sono la risultante di azioni non allineate o contrarie al disegno originario. Divino non significa buono o cattivo, questi attributi compaiono nella sfera del dualismo, Dio è Etica ed è al di sopra del dualismo.

L’essenza dell’uomo è fondata sull’Etica, quando la rinnega entra in gioco l’essere cattivi opposto a buoni, ma cattivo è un attributo acquisito che non fa parte della sua essenza.

Quando molti uomini usano il proprio potere divino, il proprio potere decisionale per scopi diversi da quello originario la vita diventa un inferno perché ogni azione in questo universo produce una reazione e chi ha agito ne gode prima o poi il frutto piacevole o spiacevole che sia.

Per scopo originario si intende l’intenzione di rendere manifeste quelle qualità desiderabili che consideriamo appunto divine.

L’uomo è una unità costituita da spirito mente e corpo, queste tre componenti interagiscono fra loro in modo armonico o disarmonico a seconda delle decisioni prese dalla componente spirituale divina.

Il corpo umano possiede l’istinto e sa esattamente cosa mangiare, quanto dormire e cosa fare per funzionare al meglio, ma il potere dell’ essere spirituale è in grado di costringerlo a fare le scelte peggiori per la sua salute, come nutrirsi di cibi inadatti o adottare stili di vita dannosi

Il fatto che gli animali abbiano conservato intatto il loro istinto nel corso del tempo, quando non inseriti in allevamenti, zoo, parchi dei divertimenti, è perché non hanno il libero arbitrio e non sono in grado di violare le leggi naturali che regolano la loro vita. In un ambiente intatto naturale vivrebbero la loro vita in perfetta salute, e altrettanto sarebbe per l’uomo se non avesse il libero arbitrio, vivrebbe una vita sana e spensierata, ma senza conoscenza alcuna e nessuna possibilità di uscire dalla trappola della materia.

L’essere spirituale può cadere vittima della sua propria mente e quando questo succede se la sua mente è costituita da preconcetti e abitudini deleterie farà le scelte che arrecheranno danno al suo corpo. Dapprima l’istinto del corpo cercherà di segnalargli che lo stile di vita a cui lo sta costringendo non è corretto, ma a lungo andare soccombe e il corpo viene lasciato al suo destino di malattia e morte prematura.

Sembra che parte del disegno sia quello di liberarsi da una prigione chiamata universo fisico, almeno questo è quello che filosofi pensatori e maestri sostengono e tentano di fare da tempo immemorabile.

Perché esista un tale disegno, perché un Dio metta in esistenza una sua creazione per poi immergersi in essa in molteplici disparate forme per poi liberarsi per mezzo dei tentativi di ogni singola forma costituisce l’Enigma.

Quando diamo uno sguardo a questo mondo e osserviamo le efferatezze che vengono perpetrate ogni giorno da uomini e donne è difficile pensare che abbiano un’origine divina ma stiamo osservando il risultato di esseri che hanno perso la consapevolezza di chi sono veramente e che agiscono tramite la loro falsa personalità da essi stessi creata e che sommerge .quasi completamente la loro essenza. Stiamo osservando le azioni di un Dio malato, ma che può guarire disintossicandosi dai semi dell’ignoranza.

E’ evidente che, se si è coinvolti in questo mondo, con le sue illusioni e limitazioni e si ha perso la consapevolezza della propria natura divina come risultato di questo coinvolgimento, si dovrebbe conoscere la natura essenziale di questo mondo in cui si è coinvolti, se si vuole capire e applicare i mezzi necessari per riacquistare la libertà.

Non è necessario avere una conoscenza approfondita filosofica dei problemi connessi a questo scopo, ma solo quella fondamentale ed essenziale circa la natura dell’universo, per fare luce sulle modalità in cui si rimane coinvolti e gli strumenti per liberarsi.

Quando parliamo dell’Uomo dobbiamo considerare la sua origine divina, il suo progressivo affossamento negli strati sempre più solidi della materia e della sua eterna spinta alla riconquista della libertà. Combatterlo o odiarlo è inutile, è una battaglia contro se stessi, la soluzione è riprendere la condizione originaria di esseri divini. La liberazione dalle illusioni e dalle limitazioni del mondo sono lo scopo primario dell’uomo. Se davvero vuoi fare qualcosa per cambiare il mondo aiuta i singoli individui a migliorarsi. Prediche, lamentele, insulti, disprezzo, avversione e tutto il resto non hanno prodotto risultati.

Nel considerare l’individuo e la sua liberazione, dobbiamo distinguere tra la sua eterna natura spirituale e i sempre mutevoli meccanismi mentali in cui egli è coinvolto e dai quali egli stesso deve liberarsi. La sua natura divina è nascosta all’interno dei meccanismi mentali da egli stesso creati. La mente è nulla, ma lo spirito che è sceso nel mondo materiale, ha creato il mondo mentale individuale differenziandosi così dalla sua coscienza e, identificandosi con questo mondo, è rimasto coinvolto e imprigionato dentro di esso.

di Luciano Gianazza