lunedì 29 aprile 2013

RIFLESSIONI AMUSO DURO DI MARINO VALENTINI

1)
Quello dei suicidi è un problema che mi ha toccato personalmente avendo avuto ben tre amici che si sono suicidati negli ultimi tre anni e pensando a loro ho fatto un notevole sforzo per non farmi vincere dalla commozione. Questo comunque è stato il mio intervento sulla pagina Facebook degli organizzatori della manifestazione, postato il giorno prima: 
Sempre più gente parla di suicidio come di un delitto di Stato (e io non lo escludo affatto). Se così fosse, nessuno in questi ultimi anni si è mai tolto volontariamente la vita. Tutti questi suicidi costituiscono una condanna a morte, della cui esecuzione il giudice (Stato) incarica lo stesso condannato, in modo da togliersi qualsiasi senso di colpa morale e giudiziario. In Italia se non cambia qualcosa (in meglio) per i cittadini, continueranno ad esserci 60 milioni di condannati a morte.
Lo stato, attraverso la magistratura, archivia questi casi come atti di autolesionismo determinati da problemi mentali. In tal caso non ci sarebbe nesso di causalità con elementi esteriori al suicida ma rileverebbero solo problemi personali, connessi con la propria malata psiche. Ecco perché in Italia, pur esistendo il delitto di istigazione al suicidio, non c'è un giudice che abbia il coraggio di rilevare in un caso concreto l’art. 580 del codice penale. A mia memoria personale, non ricordo casi in cui il reato previsto da tale articolo sia stato rilevato in qualche condanna emessa da un tribunale italiano.
Ormai c’è gente che è terrorizzata dal solo ascolto del trillo del telefono, perché teme che all’altro capo della cornetta c’è il direttore di banca o la finanziaria che lo stanno sfiancando moralmente e fisicamente, a volte anche con vere e proprie “minacce”, mascherate da avvertimenti di probabili nefaste conseguenze per il debitore.
Questo stillicidio quotidiano sfocia in un senso di frustrazione del cittadino, in quella preoccupazione con la quale lo stesso è ormai a convivere ogni attimo della sua “non vita” e tutto questo porta inizialmente alla depressione poi alla disperazione e spesso alla disperazione può seguire anche il suicidio.
Come può escludersi che il reiterato comportamento di natura persecutoria di terzi (spesso accompagnato anche da un sadico accanimento) non abbia creato quei presupposti tali da rafforzare l'altrui proposito suicida? Come può escludersi che sia assente tale nesso di causalità? Lo Stato di fronte ad una tale emergenza, che in Italia è ormai divenuta di natura umanitaria, nulla sta facendo per arginare un fenomeno che è in continua recrudescenza. Il legislatore tace, minimizza, colpevolmente ignora, mentre attorno a noi la gente muore per rinuncia alla vita e lo Stato, con la sua assenza, ne è pienamente responsabile. Io voglio augurarmi che si prendano seri e drastici provvedimenti per arginare questo fenomeno, soprattutto a livello legislativo, impedendo cioè a terzi di essere causa dell'altrui suicidio e spero anche che qualche magistrato prenda veramente il coraggio e si assuma la responsabilità di rilevare ciò che è diventato fin troppo evidente. 


2)
Le banche, per rientrare nelle proprie spettanze creditizie, di solito scrivono raccomandate ai clienti morosi (a volte anche telegrammi), anche per interrompere eventuali termini di prescrizione e fin qui è tutto nella normalità, ma poi entrano in ballo autentici criminali che hanno voglia di mettersi in mostra agli occhi della loro direzione centrale e prendono iniziative volte al recupero crediti in modi alquanto bislacchi. Si va dal direttore che telefona ininterrottamente dal lunedì al venerdì fiaccando le resistenze dello sventurato moroso e spesso se vede che questo non risponde, telefona con l'identificativo sconosciuto o con un numeo diverso dal solito. Non è assoluta crudeltà di questi mafiosi in giacca e cravatta, piuttosto loro ritengono che il debitore comunque qualcosa l'abbia ancora e si fanno sentire per evitare che il cliente quel poco che gli è rimasto lo usi per saldare altri debiti o solo per campare se' stesso e la famiglia. Lo stesso avviene anche per le finanziarie ma di peggio accade quando le banche affidano il rientro dei propri crediti a società apposite che si occupano solo di recuperare. Il guadagno di questi recuperatori deriva dall'effettivo soma recuperata ai debitori e spesso sono persone senza scrupoli (anche avvocati) che non disdegnano di recarsi direttamente a domicilio o a far sentire la propria presenza fisica alle calcagna degli sventurati debitori. Ci sono poi quegli squallidi personaggi che si sono creati una rete di amici-collaboratori tra fidati bancari, allo scopo di conoscere se Tizio o Caio abbia depositi o conti presso quella banca, conoscendone anche la giacenza in tempo reale e poi provvedere a promuovere un pignoramento presso terzi. Gli stessi informatori o meglio delatori di banca vengono poi anche compensati per la preziosa collaborazione. Tali compensi poi vengono addebitati al debitore con la notula riepilogativa dell'avvocato recuperatore che inserisce nel conteggio della sua parcella la generica voce "spese per informazioni e/o accesso a banche dati/uffici bancari". Presso certe banche i direttori particolarmente sensibili al recupero crediti, che hanno dimostrato una eccezionale capacità di convincimento dei propri debitori morosi, vengono anche premiati con prebende ad personam che vengono mascherate genericamente nelle competenze comprensive dei premi di produzione. In 25 anni di lavoro in banca posso sentirmi orgoglioso di non aver mai percepito i cosiddetti "ad personam".

EQUITALIA E' UN TASSELLO DEL PROGETTO GENERALE DI DISTRUZIONE DELL'ITALIA

GLI ASPETTI INTERESSANTI DELLA QUESTIONE SONO I SEGUENTI:
1) L'attacco da parte degli sgherri di Lorsignori diventa sempre più massiccio ed incombente.
2) LE DIFESE DEL SINGOLO CITTADINO, per lo più sprovveduto, sono pochissime perchè il cittadino è DISATTENTO E DISEDUCATO. e ciò è STATO FATTO intenzionalmente. ( Posso documentare che queste cose sono state dal sottoscritto ampiamente DESCRITTE tra gli anni settanta e gli anni ottanta. Prevalentemente sulla testata "LA COSCIENZA DEL CITTADINO" decadale di cui ho conservato tutte le copie, su agenzie di stampa reperibili su Internet e sul periodico INFORQUADRI di cui ero direttore.) Il piccolo imprenditore italiano, localizzato in Padania, preso dalla produzione del suo prodotto di alto artigianato, è stato più volte truffato dal Sistema, a cominciare alla Lega, alla quale aveva affidato inconsciamente, le proprie fortune. 
3) Il RIPRISTINO della legalità DEVE essere accompagnato al RICONOSCIMENTO DEL VALORE INTRINSECO DELLA PRODUZIONE DI ALTO CONTENUTO ARTIGIANALE QUALE CARATTERISTICA INTRINSECA DELLA PRODUZIONE ITALIANA.
4) I COLPEVOLI DEVONO ESSERE CONDANNATI A CONDANNE ESEMPLARI ( Esempio: lavori forzati in Africa in zone di interesse strategico italiano, deportazione in paesi dell'Est europeo, tipo Siberia et similia). NOTA CONCLUSIVA: LE CRONACHE RECENTI (Report) CI HANNO FATTO SAPERE CHE LE OPERAZIONI "ENI" in Congo che coinvolgevano la Congrega dell'IDI ( Istituto Dermopatico dell'Immacolata....................."immacolata!!!!) in realtà si sono risolte in un giro infernale di miliardi a favore dei "religiosi immacolati". QUESTO è UN CLASSICO ESEMPIO DI PERSONE DA CONDANNARE AI LAVORI FORZATI NELLE MINIERI CONGOLESI, ASSIEME AI TAGLIAGOLE DI EQUITALIA ED AI LORO SPONSOR.
                                                                                                                       Giorgio Vitali

L’ispettore Derrick era un “nazista”: non guardatelo!

di Enrico Galoppini

Alcuni giorni fa, in Germania, è stata fatta una “terribile scoperta”.

Si sono forse accorti di essere una nazione sotto occupazione militare Usa-Nato e di aver perso ogni autentica sovranità a partire dal 1945?

Che il loro “passato” è circonfuso di una nebbia impenetrabile di fandonie pseudo-storiche?

Che l’euro è una moneta completamente di proprietà di banchieri privati, la quale condurrà allo sfacelo – dopo quella dei “PIGS” - anche la loro economia?

Che la Merkel, lungi dall’essere “la cancelliera di ferro”, è una supina esecutrice degli ordini della grande finanza?

Niente di tutto questo...

prosegue su: http://europeanphoenix.it/component/content/article/3-societa/614-lispettore-derrick-era-un-nazista-non-guardatelo

ECCO COSA NON CI TORNA.... by ALEXFOCUS

Vorrei sottolineare ulteriori dettagli che non sono stati analizzati o che sono stati considerati di scarsa importanza.

il "disperato" mostrava una cura dei dettagli (barba, capelli, vestiario) non propriamente compatibili con le condizioni presumibili di un vero disperato.
se ha acquistato la pistola 20 giorni prima del gesto, ha fatto "bollire" la sua rabbia in modo incredibilmente lento, molto più di un ragù "alla napoletana"
le sue condizioni psicofisiche fanno pensare più ad un incursore che ad un "povero piastrellista" ormai alla canna del gas
la mattanza, come se fosse una specie di "rito pagano" fa "scorrere il sangue innocente" (cioè di chi non è il vero colpevole di una eventuale rivendicazione) come negli antichi sacrifici effettuati sull' "altare", gli olocausti "bruciati" alla presenza del "dio" per propiziarsi la buona riuscita dell'evento di interesse 
i medici non hanno affermato che il colpevole fosse un folle ma solo un "disperato" perchè aveva tentato di siucidarsi: a nessuno è venuto in mente il metodo MK-ULTRA o Monarch, in cui il soggetto "condizionato", una volta compiuto l'atto per il quale è stato programmato, si "autodistrugge" come quei messaggi di "Missioni Impossible" che fanno "puff!" subito dopo essere stati letti dal destinatario
l'effetto principale, con la ripetizione ossessiva delle immagini sui principali media, è stato la "terrorizzazione" delle masse le quali, quindi, è come se avessero avuto una "scudisciata" per raccogliersi tremanti sollo l'ala protettiva del governo, effetto paradossalmente controproducente, rispetto agli intenti attribuiti all'autore della sparatoria (colpire i politici...)

infine ma non ultimo, quando i tutori dell'ordine gli si fanno incontro egli, con incredibile freddezza, precisione, esperienza non sparacchia a caso ma mira al collo ed alle gambe, uniche parti (insieme alle braccia) non coperte da giubbotto antiproiettile e cascoCome dice l'investigatore Poirot, nei romanzi polizieschi della sua creatrice Agatha Christie, "un indizio è un indizio, due indizi sono un sospetto, tre indizi sono una prova".
Non credo che nuovo esecutivo ci aiuti, anzi, ci scasserà ancor di più... sono tutti personaggi o ricattabili come la Cancellieri, o direttamente negli organismi come Aspen Institute, Bilderberg Club, Trilateral Commission, etc. 
Credo invece che siamo ad un'ulteriore stretta economico-finanziaria ed impositiva sulla popolazione: Letta sarà peggio di Monti (o ci proverà, con molta convinzione), se non dichiarerà SUBITO:

l'ISTITUZIONE del REDDITO MINIMO di CITTADINANZA, 
il RIFIUTO del DEBITO PUBBLICO ILLEGALE, 
la NAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE, 
la CHIUSURA della BORSA TITOLI di STATO, 
la NASCITA di una MONETA NAZIONALE a CREDITO (invece che a DEBITO)
... ma non credo che abbia nè le pa.le nè le competenze nè la fede necessarie per proporlo!!
AlexFocus

VI SVEGLIATE O CREDETE ANCORA ALLEFAVOLE?


domenica 28 aprile 2013

COMUNICATO STAMPA vogliamo un VERMICINO 2?

Non è ben dato sapere quale ente amministrativo abbia operato in questi giorni tagli della vegetazione nei pressi della Località di Caporio (Comune di Cittaducale) vicino la centrale idroelettrica dell’ENEL di Cotilia. Tanto è, che detti tagli hanno dato alla luce una grotta: Marco Tiberti (responsabile dipartimento acque di Europeanconsumers e membro OTUC provincia di Roma) incuriosito dalla scoperta ha personalmente ispezionato la grotta riscontrandone da subito la sua alta pericolosità in quanto la stessa è facilmente accessibile, non cantierata e priva di qualsivoglia cartellonistica di pericolo; assolutamente nulla che possa ravvedere un’intervento amministrativo a salvaguardia dell’incolumità pubblica.



“La grotta (situata nelle vicinanze della centrale idroelettrica Enel di Cotilia) è prospicente ad una strada comunale frequentata da turisti, sportivi (podisti e ciclisti), contadini e famiglie con bambini. Di facile accesso, da subito scoscesa con terreno franoso, terminante da li a poco con uno strapiombo buio, sommerso di acqua (molto probabilmente sifonata)."

Europeanconsumers in data odierna ha presentato regolare denuncia al Corpo Forestale dello Stato chiedendo l’immediata messa in sicurezza dell’intero perimetro prospiciente la grotta, la chiusura dell’ingresso con apposita grata metallica e, prima di tutto ciò, l’ispezione del suo interno al fine di verificarne l'assenza di cadaveri.


Marco Tiberti

Responsabile Dipartimento Acque European Consumers

PERCHE' I GIOVANI SUONO FUORI DALLA RIVOLUZIONE? VITALI EXPRESS

IN QUESTI CASI è D'UOPO AVERE RIFERIMENTI STORICI PRECISI. Ed un esempio ci può venire dalla rivoluzione francese. Dalla quale, almeno per il periodo caldo, i giovani furono assenti. Escludendo quei pochi, come Saint.Just o Camille Des Moulins, i quali, per temperamento sicuramente, si trovarono in prima fila fino alla ghigliottina. C'è di più. Appena dopo Termidoro, ciè nel 1794, i giovani della borghesia francese avevano il vezzo di adornarsi mettendosi una specie di "collana" attorno al collo di colore rosso. Questa era la moda infame dell'epoca. Ci pensò poi Napoleone a metterli in riga facendoli marciare per le vie d'Europa carichi di armi. Se ne deve concludere he è insignificante l'assenza dei giovani in questa fase. Tuttavia occorre ricordare che le rivoluzioni non sono mai fatte da persone arrivate e sazie. Ma essenzialmente da giovani disoccupati. Per la semplice ragione che la disoccupazione oltre a stimolare l'appetito, lasci tanto tempo libero per agire nelle piazze, nei teatri e nei bar. ( Ultima annotazione: l'esperienza grottesca delle brigate rosse ci mette al riparo ANCHE da possibili "rivoluzioni" preparate a tavolino usando giovani "ideologizzati a priori" Le futura rivoluzione sarà autentica.) GV.

STALIN ERA D'ACCORDO CON HITLER A SPARTIRSI LA POLONIA?

Il patto di non aggressione Ribbentrop Molotov nascondeva non solo le intenzione di Stalin di attaccare la Germania ma anche il piano anglofrancese stabilito prima ancora del 1935., quando a Londra e a Parigi s'era deciso che la Germania di Hitler doveva essere distrutta (parole di W: Churchill). Alla Conferenza di Stresa, Mussolini ebbe la netta sensazione che Francia e Gran Bretagna volevano costituire un blocco contro la Germania che avrebbe escluso l'Italia, desiderosa invece di allearsi con Londra e Parigi, ma gli inglesi e i Francesi avevano preso accordi con l'Unione Sovietica, già istruita a dovere su istruzione di Washington di predisporre i preparativi per attaccare la Germania.Nel 1938 il Generale Gamelin espose allo Stato Maggiore francese l'obbiettiva difficoltà di poter disporre le truppe dell'Armata Rossa in territorio polacco, in vista dell'attacco sovietico contro la Germania, per la nota ostilità dei Polacchi verso i sovietici. Fu così che si dovette attendere il 1938 per definire con la conferenza di Monaco e la cessione dei Sudeti alla Germania una nuova linea d'attacco, ma anche per testare l'atteggiamento delle popolazioni cecoslovacche che avrebbero dato il loro consenso alla promettente politica economica tedesca, e fiducia al Reich. Dopo il 23 agosto 1939 Stalin dispose la mobilitazione generale e ordinò al Maresciallo Zhukov di schierare le prime divisioni corazzate in territorio romeno, che si sarebbero unite a quelle disposte a Nord in attesa che , grazie al patto Ribbentrop Molotov, Stalin potesse occupare il 17 settembre 1939 i territori orientali polacchi per avvicinare il fronte al corso della Vistola e predisporre circa 6 milioni di uomini per l'attacco della Armata Rossa contro la Germania, impegnata in guerra sul fronte occidentale. Nelle intenzioni sovietiche il primo bottino doveva essere la Prussia Orientale. Queste cose non le scrive Suvorov ma sono da lui raccolte in documenti pubblicati nel 1935, 1937, 1938 e 1938 dalla Pravda e dalle Isvestjia che egli nei suoi libri cita.
Gianpaolo Pucciarelli

DEFINIZIONI DI COMODO DEL SISTEMA

Quando una persona si suicida viene considerato "disperato", quando la disperazione porta a sparare verso gli altri è uno "squilibrato" 
                                         Gianluca Monaco

PREGHIERA LAICA DOMENICALE 28-04-2013

CONOSCERE IL PASSATO SIGNIFICA COMPRENDERE IL PRESENTE. 

PROPAGANDA DI GUERRA - VITALI-EXPRESS

Quanto avviene oggi era ampiamente prevedibile. Di recente abbiamo commentato su youtube alcuni articoli pubblicati su PAGINE LIBERE nel 1992-93. C'era scritto tutto. Mi si potrà obiettare ch pochi leggevano ( se, acquistatolo....lo leggevano!) ma è lo stesso per i GONZI che oggi comprano Repubblica Corsera Stampa e vedono le TV nostrane. IL FATTO più importante è che CHI avrebbe dovuto preocccuparsi ( parlo di PUTIN innanzitutto) di sicuro se ne è preoccupato. E qui resta da considerare che NON sappiamo cosa ha finora fatto quest'uomo che, non a caso, è sempre stato ai vertici del kgb. E' vero che costui è sempre sotto attacco, ma non si creda che anche gli altri vertici dei tanti satelliti USA non lo siano. RESTA inoltre da considerare cosa stiano pensando le potenze nemiche dell'Occidente in relazione a quanto accade in tutti i paesi devastati dagli Occidentali in questi ultimi 50 anni. PER QUANTO RGUARDA L'iTALIA è INUTILE FARSI ILLUSIONI ED A QUESTO PUNTO è BENE AGGIUNGERE CHE SAREBBE STATO MEGLIO CHE GLI ITALIANI, TUTTI GLI ITALIANI, AVESSERO FATTO MEGLIO LA GUERRA DI LIBERAZIONE DAL GIOGO ANGLO AMERIKANO. Stante il luogo la funzione del nosto paese nel Mediterraneo. Più concretamente, occorre ricordare che oggi coloro che la pensano in senso ANTIOCCIDENTALE non sono pochi e sono anche SANI perchè non ragionano più (come fino a poco fa) perchè irretiti dall'ideologia bolscevica. Infine occorre ricordare che sono sempre le minoranze che muovono il mondo. E la Superpotenza mondiale ha sempre più gatte a pelare. 
DONA IL 5X1000 A SOD Italia ( associazione malattie rare) Codice fiscale: 97467600587
GV.

SIAMO SICURI CHE E’ TUTTO CASUALE?

di Maurizio Barozzi

Dunque: questa mattina, uno squilibrato si è messo a sparare davanti Palazzo Chigi in prossimità dei giuramento del nuovo governo, ferendo due carabinieri, prima di essere ferito a sua volta e venir catturato.

Sono episodi inusitati, ma che possono accadere, soprattutto nelle società demenziali come quelle occidentali, tra cui la nostra.

Da quello che ne sappiamo, al momento attuale, non ci sono indizi o prove che possano far pensare ad “altro” invece che ad un gesto isolato di uno psicopatico, anche se chi lo conosce sembra che neghi il fatto che costui sia un “folle”.

Tuttavia siamo troppo vaccinati, abbiamo visto troppe porcherie per non allertare le nostre antenne.

Non che abbiamo elementi per elevare qualche dubbio, no, ci mancherebbe, ma abbiamo una certa “sensibilità” che ci fa essere sempre ospettosi.

Premettiamo intanto che in queste balorde società moderne ci sono, grosso modo, tre tipi di terrorismo: un terrorismo in grande scala, di solito una false flag, aiutata o provocata a verificarsi dal potere costituito perchè a lui confacente per procedere poi in aggressioni militari contro i cosiddetti “stati canaglia” ovvero quelle Nazioni che, per un motivo o un altro, devono essere distrutte e occupate e necessita un movente, una scusante.

Questo non è altro che il terrorismo flase flag tipico per provocare il casus belli: gli americani ne sono maestri fin dal tempo degli amerindi o pellirossa che dovevano essere rapinati e sterminati. Saddam Hussein con le sue, presunte, anzi inventate, armi di distruzione di massa, è stato poi l’ultimo esempi0, ma che di certo ultimo non resterà.

Vi è poi un terrorismo ad uso interno, quello da “strategia della tensione”. Questo terrorismo serve a spaventare la popolazione ed in tal modo annichilirla, disorientarla. Gli si danno poi in pasto dei “mostri”, dei presunti responsabili (ma mai i veri mandanti ed esecutori) e dietro un finto “far giustizia e ristabilire la democrazia”, si manipola la politica come lo si desidera.

E’ un destabilizzare l’ordine pubblico, per stabilizzare quello politico. E’ questo un terrorismo che serve per ricattare certe classi politiche oppure per ingessare le funzioni governative e impedire svolte geopolitiche sgradite a “chi comanda” (nel nostro caso entità atlantiche fuori dai nostri confini, le sole che hanno interesse e possibilità di manovrare dietro le quinte, impunemente e in grande stile).

Ed infine al terzo livello vi è un terrorismo chiamato di “comodo”, ovvero uno sfruttare fatti traumatici e cruenti, per distogliere l’attenzione dell’0pinione pubblica e per forzare certe decisioni che, in tempi normali troverebbero difficoltà a passare.

Ora mentre il grande terrorismo flase flag e quello interno tipo “strategia della tensione” richiedono l’uso di appositi Servizi, provocatori e quant’altro, il terrorismo semplice, di terzo livello, non è detto che debba per forza essere progettato e provocato, perchè può benissimo sfruttare fatti e circostante casuali, financo un terremoto con la sua paura e panico che induce nella popolazione.

Il grosso del lavoro, nel senso del suo sfruttamento, lo faranno i mass media, stampa e soprattutto televisione, anestetizzando, distorcendo, convogliando eccessivamente ed esclusivamente tutta l’attenzione sull’evento catastrofico per distoglierla da altro.

Dato che però, fatti di gravità eccezionale e cruenti non è che si trovino lì belle e pronti e al momento opportuno, ecco che allora un “aiutino” spesso è necessario.

Un “aiutino” discreto, tale che, una volta arrestato il folle o i folli esecutori, non si possa mai risalire a questo “aiutino”. Tutto deve sembrare “spontaneo e casuale, opera esclusiva del “folle”.

Questa “influenza” dietro le quinte prevede, ovviamente, l’utilizzo di strutture e personale altamente qualificato, in grado di interagire negli eventi e soprattutto di trovare e condizionare, senza farlo percepire minimamente, le persone giuste.

Chi sono le persone giuste? Ce ne sono di tutti i tipi e in vari ambiti: dallo squilibrato puro e semplice, all’esaltato che per motivi vari, magari personali, serba rancori e va dicendo che “un giorno o l’altro la farà vedere lui”, al disadattato sociale, nulla tenente, che poco ha da perdere e tanto rancore ha da esternare, e così via.

L’ideale però è il soggetto il cui pedigree non ha agganci politici equivoci, non mostri minimamente di essere stato in qualche modo manipolato. Ricordate per esempio quel Gianfranco Bertoli , finto anarchico che pur aveva frequentato ambienti anarchici, che fece una strage alla questura di Milano?

Ebbene quello non era un soggetto particolarmente ideale e adatto, intanto perchè, con il criptonimo, “negro”, era stato in collusione con i Servizi segreti e forse la Gladio, poi perchè erano dimostrabili sue frequentazioni anche con estremisti di destra, ed infine per rendersi adatto a quell’attentato, aveva soggiornato per un certo tempo in Israele da dove arrivò in Italia via Francia, lasciando dubbi e sospetti.

Pur senza poterlo pienamente dimostrare e tanto per fare un paio di esempi, noi riteniamo che ci sono almeno un paio di notori casi che fanno capire il meccanismo dei “condizionamenti mentali” di soggetti poi resisi responsabili di celebri omicidi.

Il primo fu il caso di Lee Oswald il presunto, ma falso, uccisore di John Kennedy, il quale, come ben sappiamo, venne coinvolto a latere di quell’omicidio a cui altri parteciparono e spararono molto più direttamente. Oswald doveva fungere da capro espiatorio per nascondere i veri responsabili della morte di Kennedy.

Comunque sia Oswald doveva in qualche modo apparire come l’assassino, lo sparatore e per spingerlo a trovarsi nel posto giusto al momento giusto, sicuramente ci furono dei contatti, delle false amicizie, ecc. che sfruttarono la sua esaltazione politica, la sua dabbenaggine.

Non tutto però potè essere eseguito nella dovuta massima segretezza onde garantire la futura impossibilità a sospettare la manipolazione, perchè poi fu necessario eliminarlo e con lui eliminare altri pericolosi “testimoni”.

Altro esempio che ci viene in mente fu quello del giordano - palestinese Shiran Shiran che uccise, così almeno si sostenne, Robert Kennedy. Un assassino fresco, fresco, con la pistola fumante in mano e trovato in stato di semi trance. Cosa si pretende di meglio?

Se non fosse per il fatto che, sicuramente, altre armi spararono su Bob Kennedy,

non dovrebbe esserci alcun dubbio sulla dinamica e responsabilità dell’omicida finito poi all’ergastolo.

Ma le cose non stanno così e soprattutto come arrivo lo Shiran alla stato mentale e alla decisione di compiere quel gesto? Chi altri ne erano al corrente nei minimi particolari, tanto da “raddoppiare”, per essere sicuri del successo, le rivoltellate su Bob Kennedi. Non possiamo saperlo, ma la certezza del meccanismo omicida c’è e come.

E’ assodato che i Kennedy erano una famiglia molto ostica per certe Lobby, di natura alto finanziaria soprattutto, che in America avevano in mano grosse leve di potere e ambivano a occupare tutto il potere dell’Amministrazione statunitense. Cosa questa che riuscì poi perfettamente con il famoso “golpe indolore” del Watergate e dopo aver mezzo sconquassato lo stato sociale e la cultura americana con almeno dieci anni di “contestazioni” e rivolte ad ogni livello (tutte poi rifluite e scomparse una volta che il Watergate diede i suoi frutti).

Da allora (1974) gli USA sono rimasti totalmente (prima lo erano parzialmente) preda di questi poteri occulti e non se ne sono più liberati.

I Kennedy, che pur erano stati utili per veicolare nel mondo certe ideologie neoradicali e mondialiste erano però ostici a queste Lobby per tutta una serie di motivi che qui non è il caso di affrontare.

Diciamo solo che, intanto, i Kennedy erano di famiglia facoltosa (il padre, con forti influenze nelle mafie americane, già ambasciatore a Londra, era anche entrato in contrasto con il guerrafondaio Roosevelt) e quindi molto meno ricattabili da chi procura i finanziamenti per la elezione dei presidenti americani, che poi, in virtù di questi “controlli”, divengono docili fantocci facilmente condizionabili o, se il caso, eliminabili con un semplice scandalo.

John Kennedy, secondo poi, andava verso il secondo mandato e, come sappiamo, il Presidente americano al secondo mandato, qualora venga rieletto, è molto, ma molto meno condizionabile.

Terza cosa erano cattolici e questo non era molto gradito dalle stesse Lobby.

Per finire, Kennedy tendeva a dare un impronta dirigistica al suo presidenzialismo visto che spesso bypassava certi “suggerimenti”, in particolare quelli di natura monetaria e finanziaria.

A tutto questo si aggiunga che la farsa del “falso” scontro con Krusciov per i missili a Cuba e il mondo sul precipizio di una guerra atomica (fu tutta una messa in scena, di comune accordo, utile sia al sovietico che a Kennedy, facilmente dimostrabile dalla pacchiana esposizione delle navi sovietiche che si avvicinavano all’isola ostentando questi missili), aveva fatto raggiungere a Kennedy una notorietà e una forte stima nell’opinione pubblica americana.

Anche Robert, il fratello, sebbene in dimensione minore di John, non era gradito e visto che la sua elezione appariva inevitabile, era opportuno che morisse.

In ogni caso, a differenza di Oswald, non ci sono dubbi che Shiran Shiran abbia comunque sparato a Bob (anche se il numero dei colpi sparati dimostra che non poteva essere stato solo lui a sparare).

E allora, come la mettiamo?

Come hanno potuto condizionare, perchè questa è la parola giusta, questo giordano - palestinese fino a spingerlo a compiere questo gesto?

All’apparenza sembra una faccenda, quanto meno, assurda, se non impossibile, eppure chi detiene il potere, chi ha per le mani personale specializzato, chi ha una presenza un pò dappertutto, riesce benissimo a compiere queste operazione e a non apparire mai.

Il modus operandi non è particolarmente difficile.

Un esempio, ma non è il solo, è questo qui appresso abbozzato per grandi linee.

Intanto necessita avere una presenza di “agenti speciali” o infiltrati, in certi gruppi e centri estremisti, sociali, politici, religiosi o altro, dove non mancano teste calde, ma dove, soprattutto, è facile che si aggirino o siano di passaggio, anche dei mentecatti, degli psicopatici, dei folli, lucidi, ma folli.

L’esperienza storica e tante risultanze giudiziarie ci dicono che non tutti i gruppi e movimenti antagonisti sono pura espressione di idealisti, ma spesso sono eterodiretti e finanziati da dietro le quinte, perchè la loro presenza torna sempre utile al Sistema, quindi il controllo in questi “brodi di coltura”, dove l’esaltato è facile che venga attratto, lo diamo per scontato.

Ma poi non è neppure necessario “pescare” il “folle” in un gruppo o movimento, lo si può anche trovare qua e là come un cane sciolto.

Si immagini allora un “amico”, un “conoscente”, in realtà un provocatore ben addestrato in tecniche di condizionamento psicologico, che si mette dietro, molto discretamente, al “folle”: una parolina oggi, una parolina domani, un “ci vorrebbe oggi” e un “ci vorrebbe domani”, un “hai ragione”, e così via.

Insomma avete capito: il “folle”, non sempre ovviamente riesce, ma a volte può essere indotto a compiere la sua “azione folle” e la compie senza neppure rendersi conto che, in qualche modo, gli è stata instillata o spinta a compiersi.

Ecco, abbiamo voluto illustrare tutto questo, non per fare del gratuito complottismo, ma per invitare le persone ad essere sempre scettiche, a diffidare anche delle più spontanee e normali apparenze, perchè spesso le cose non stanno così come i mass media ce le riportano.

Per tornare al “folle” di questa mattina, non ne sappiamo niente: sarà stata una follia “moderna” di cui a poco a poco ci stiamo abituando e quindi tutti i nostri sospetti sono fuori luogo, ma, comunque sia, uno stato di terrore, di popolazione spaventata e allertata, di telegiornali che, a getto continuo, sfornano notizie, immagini con un vero e proprio lavaggio dei cervelli ci rende sempre sospettosi e sempre ci torna in mente in “cui prodest”.

Soprattutto quando constatiamo che tutto questo allarmismo torna molto comodo al varo indolore di un governo espressione totale di lobby mondialiste che, mutatis mutandis, dovrà proseguire il lavoro lacrime e sangue di Monti per conto dei Banksters, e con l’avallo di tutte le forze politiche tradizionali. Il solo vedere ministri di Berlusconi e ministri del PD, tutti insieme, sta producendo veri e propri shock tra tanti sprovveduti e ingenui che credevano a certe esternazioni e prese di posizione.

Ma oggi e domani e forse dopodomani, si parlerà del folle di Roma non di questo inciucio governativo. Un bel “regalino” che la sorte a fatto al govenro.


SE PER CASO C'ERANO DUBBI!!!! SU LETTA


LAVAGGIO DEI CERVELLI E PROPAGANDA DI GUERRA





Tutti hanno potuto constatare il malcelato astio con cui certi “mezzibusti”, che meglio sarebbe definire “linguivendoli”, hanno dato la notizia che la Russia di Putin, in seguito alla Legge approvata dal parlamento francese che consente le adozioni di bambini per le coppie omosessuali, ha chiesto di rivedere l’accordo internazionale sulle adozioni con l’intento di proibire le adozioni di orfani russi richieste da questi paesi occidentali. 

Putin ha anche rivendicato il rispetto delle tradizioni culturali, etiche, legislative e norme morali del proprio paese.

Richiamo quanto mai legittimi visto che queste “Associazioni” Gay che hanno raggiunto nei vari paesi occidentali una influenza e protervia inaudita, pretendono il rispetto della loro “diversità”, ma si guardano bene dal rispettare chi intende vivere e organizzarsi secondo i tradizionali canoni di famiglia e di eterosessualità.

Ma dicevamo dei “linguivendoli” e del loro malcelato disprezzo verso Putin (chissà perchè, eh!). Chi è attento alle cronache riportate da questi mezzibusti, noterà che nella stessa cronaca, essi citano i vari capi di Stato con i loro corretti appellativi, “Presidente Obama, Presidente Hollande, ecc), mentre invece Putin viene definito “L’ex capo del Kgb”, non come il Presidente della Russia!

Compreso l’infame distinguo?

Se non lo sapete questa è propaganda di guerra vera e propria.

Propaganda di guerra si, perchè gli occidentali vogliono la guerra, vogliono la distruzione di chi si oppone al mondialismo di una Repubblica Universale.

E’ un lavaggio del cervello atto a preparare l’opinione pubblica per la guerra, per la eliminazione. (leggi assassinio) di personaggi scomodi, proprio come è stato per Saddam Hussein e per Gheddafy ed ora stanno cercando di fare con la Siria.

E’ un lavaggio del cervello sottile, lento, impercettibile, ma che alla lunga, dà i suoi frutti e quando si scatenerà la furia bellica assassina statunitense o sionista che sia, nelle case, tra la gente comune, tra i cosiddetti benpensanti, ben ripuliti nel cervello, si sarà propensi ad accettare questi crimini, l’eliminazione di questi scomodi capi di Stato fatti passare come dei folli e degli antidemocratici.

E’ infame propaganda di guerra come quella che gli stessi mass media, TUTTI: di destra, di centro e di sinistra, e TUTTI di proprietà di grandi finanziarie occidentali, stanno scatenando contro la Siria di Assad.

Oramai, senza più remore e senza neppure agire in segreto, gli occidentali stanno ammassando mercenari assassini di ogni colore e armi da loro fornite, in tutti i punti strategici di confine della Siria, mentre questi assassini si intrufolano quotidianamente nel territorio siriano andando a compiere attentati e stragi inenarrabili (ma qui, ovviamente, nessuno parla di terrorismo!!).

Dopo la Libia, la Siria vogliono ridisegnare tutta la geografia politica del medioriente, facendone una immensa regione che pullula di statarelli multicolori, tra loro divisi da odi tribali, culture e religioni difformi che li porteranno a scannarsi reciprocamente.

E al contempo ogni risorsa di quei paesi, soprattutto energetica, passa sotto il controllo delle multinazionali occidentali, mentre il popolo viene riportato a condizioni di vita da età della pietra. Si paragoni la condizione del popolo in Libia sotto Gheddafy, dove una parte delle risorse petrolifere erano impiegate per l’assistenza sanitaria e pensionistica, per la creazione di infrastrutture del paese, ed oggi invece, dove non c’è più niente di niente, anzi si: c’è la Democrazia, come no!

MAURIZIO  BAROZZI

TUTTO COME DA MANUALE....!!!

L'ATTENTATO O COME CAVOLO LO VOGLIAMO CHIAMARE, è PALESEMENTE UNA FALSE FLAG. LA GENTE SI SPAVENTA E LE COSE VANNO PER IL MEGLIO. LA MAGGIORANZA è SEMPRE MOLTO IMPRESSIONABILE E VUOLE VIVERE, E MORIRE, IN PACE. Tuttavia:
1) La false flag potrebbeessere stata organizzata dagli ATlantici, in previsione di una guerra contro SIRIA-IRAN-Russia ed in ultima analisi, CINA.
2) La false flag potrebbe essere stata organizzata in sede UE, per identici scopi. ( E figuriamoci se Trilateral, Bilderberg, Aspen, i supporter del governo Letta non organizzano di queste cose...)
MA........gli effetti devastanti di queste operazioni possono essere ambivalenti. E l'esempio potrebbe essere seguito da tanti aspiranti suicdi presenti nel nostro paese........G.V.

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DOPO L'INTERVENTO DEI SOLI DUE GIUSEPPE TURRISI E MAURIZIO BAROZZI, che hanno però illustrato compiutamnte le ipotesi di lavoro che CI COMPETONO, è da ritenersi necessaria una SINTESI costruttrice. 
CI TROVIAMO DI FRONTE AD UNO O PIU' DILEMMI. Si tratta di sapere se l'attentato è stato premeditato o se è spontaneo. Conoscendo con chi bbiamo a che fare, qualsiasi ipotesi è valida. Compreso quanto scritto da G. e da M. in relazione ai mezzi coercitivi o meno messi in funzione. ALLORA è NECESSARIO FARE UN DISTINGUO DI CARATTERE SCIENTIFICO ( la scienza è quella modalità di conoscenza fatta per generare certezze, siano esse o meno attendibili). Diciamo pertanto che possiamo dividere gli attentati in due categorie. QUELLI che uccidono il bersaglio e quelli he non uccidono. L'attentato di Bresci, che ha fatto fuori Umberto I, forse l'unico Savoia onesto, è autentico. L'attentato del mio concittadino Orsini, che non ferì Napoleone III potrebbe non essere autentico, ma la sua morte sulla ghigliottina conferma l'autenticità delle sue intenzioni. ( TUTTAVIA, la presenza di un quarto imputato italiano al processo, che NON fu condannato, e risultò essere un agente dei servizi inglesi, ci fa ben capire come funzionano certe cose.) Tra gli attentati che NON uccidono il bersaglio possibile ed auspicabile dobbiamo mettere tutti quelli NON precisamente indirizzati a persona AUTOREVOLE e responsabile. Tra questi le TORRI GEMELLE e Boston. Questi due devono essere catalogati come FALSE FLAG. Anche sull'attentato di Bresci, poi fatto morire in cella, sono emersi molti retroscena narrati dallo storico Petacco. Come si può notare ben pochi sono gli attentati che non abbiano gli scheletri non dico nell'armadio, ma almeno nel cesso. La cosa ci induce a ricordare l'omicidio di Marat, fatto da Carlotta Corday per vendicare i Girondini. Ma questi erano già stati colpiti, anche se tale assassinio servì a giustifcare ulteriormente il Terrore. Un altro esempio ci viene dalla "morte" di KIROV ( 1 DICEMBRE 1934) che permise a Stalin di continuare nelle sue "purghe". . LA CONCLUSIONE è SEMPLICE: SIAMO SEMPRE NELLE MANI DI ALTRI. QUALSIASI COSA ESSI DECIDANO SUL NOSTRO FUTURO. OCCORRE PERTANTO DIFENDERSI. GV 
DONA IL 5 X 1000 A SOD ITALIA. Codice fiscale n. 97467600587.

sabato 27 aprile 2013

SE IO FOSSI DEL PD ANDREI DA QUESTI DIRIGENTI E...!!!!

Ecco una serie di dichiarazioni fatte da esponenti di rilievo del PD su un eventuale governo con PDL.
Le dichiarazioni sono prese da qui:
http://www.ciwati.it/2013/04/26/la-famosa-linea-del-pd/
e sono riportate anche qui:
http://www.cadoinpiedi.it/2013/04/26/quando_il_pd_diceva_mai_con_silvio.html

LA FAMOSA LINEA DEL PD

«Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile» (Enrico Letta, 8 aprile 2013).

«I contrasti aspri tra le forze politiche rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali» (Enrico Letta, 29 marzo 2013).

«Non sono praticabili né credibili in nessuna forma accordi di governo fra noi e la destra berlusconiana» (Pier Luigi Bersani, 6 marzo 2013)

«Il governissimo non è la risposta ai problemi» (Pier Luigi Bersani, 13 aprile 2013).

«Il governissimo predisporrebbe il calendario di giorni peggiori» (Pierluigi Bersani, 8 aprile 2013).

«Se si pensa di ovviare con maggioranze dove io dovrei stare con Berlusconi, si sbagliano. Nel caso io, e penso anche il Pd, ci riposiamo» (Pierluigi Bersani, 2 ottobre 2012).

«In Italia non è possibile che, neppure in una situazione d’emergenza, le maggiori forze politiche del centrosinistra e del centrodestra formino un governo insieme» (Massimo D’Alema, 8 marzo 2013).

«Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra» (Anna Finocchiaro, 5 marzo 2013).

«Fare cose non comprensibili dagli elettori non sono utili né per l’Italia né per gli italiani. Non mi pare questa la strada». (Beppe Fioroni, 25 marzo 2013).

«Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano» (Dario Franceschini, 23 aprile 2013).

«Sono contrario a un governo Pd-Pdl» (Andrea Orlando, 22 aprile 2013).

«Abbiamo sempre escluso le larghe intese e le ipotesi di governissimo» (Rosy Bindi, 21 aprile 2013).

«Serve un governo del cambiamento che possa dare risposta ai grandi problemi dell’Italia. Nessun governissimo Pd-Pdl» (Roberto Speranza, 8 aprile 2013).

«Non dobbiamo avere paura di confrontarci con gli altri, ma non significa fare un governo con ministri del Pd e del Pdl. La prospettiva non è una formula politicista come il governissimo, è quel governo di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno» (Roberto Speranza, 7 aprile 2013).

«L’alternativa non può essere o voto anticipato o alleanza stretta tra Pd e Pdl» (Roberto Speranza, 7 aprile 2013).

«Lo dico con anticipo, io un’alleanza con Berlusconi non la voto» (Emanuele Fiano, 28 febbraio 2013).

«I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi» (Ivan Scalfarotto, 28 febbraio).

«Non c’è nessun inciucio: se questa elezione fosse il preludio per un governissimo io non ci sto e non ci starebbe neanche il Pd» (Cesare Damiano, 18 aprile 2013).

«Serve un governo di cambiamento vero ed è impensabile farlo con chi in questi anni ha sempre dimostrato di avere idee opposte alle nostre» (Fausto Raciti, 14 aprile 2013).

«Un governo Pd-Pdl è inimmaginabile» (Matteo Orfini, 27 marzo 2013).

Dopo il “governo tecnico” cosa ci aspetta? (Rinascita)

di Maurizio Barozzi

Non meraviglia che di Enrico Letta, proposto Presidente del Consiglio, sia stata segnalata una sua partecipazione allaCommissione Trilaterale, un gruppo di studi non governativo fondato da David Rockfeller nel 1973, di cui fanno parte uomini d'affari e di cultura, politici, ecc. provenienti da Nord America, Europa e Giappone (i tre lati del pianeta). A quanto sembra poi, Letta avrebbe anche partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg a Chantilly, Virginia (Usa).

Si da il caso che Trilateral e Bilderberg sono una specie di “consorteria mondialista”, termine per la verità improprio, che agisce in forma discreta, ma non totalmente segreta, anche se i loro “raduni” e “congressi” sono a porte chiuse e vi vengono invitati potentati e personalità rigorosamente scelte, non si sa bene da chi e come.

Il Giornale.it del 24 aprile c.m., aggiunge anche che Enrico Letta si formò nell’entourage di Beniamino Andreatta. Anni dopo ebbe una nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nell'esecutivo di Romano Prodi (2006-2008).

Segue poi Andreatta nel governo Ciampi (1993), andando a guidare la sua segreteria alla Farnesina. Dal 1996 al 1997 si sposta al ministero del Tesoro, dove diventa segretario del Comitato per l'Euro.

Dal 2004 è vicepresidente dell’ASPEN Institute Italia (una specie di think thank nella migliore tradizione statunitense, quindi privato, apartitico, coacervo di vari interessi e rappresentanze economiche, con un raggio d’azione a livello internazionale, da molti messo indirettamente e in qualche modo in relazione proprio con la Trilateral e il Bildberger).

Un pedigree interessante, che nasce nel bozzolo di quei tecnocrati democristiani, apripista nelle sfere governative dei cosiddetti “tecnici” già consulenti delle grandi banche di affari e nel mondo finanziario e prosegue poi con partecipazioni in governi (Prodi – Ciampi), interpreti principali di quello stravolgimento Istituzionale, sociale e politico sopraggiunto con la Seconda Repubblica.

Ma lasciamo stare Letta e consideriamo un momento questi Trilateral e Bilderberg perchè, a parte il fatto che hanno struttura e funzioni affatto diversi, su di essi girano molte esagerazioni e inesattezze varie, ma il sospetto che quanto sta oggi accadendo in Italia sia stato in qualche modo “filtrato” da queste consorterie non è poi così peregrino.

Per alcuni, questi organismi, sono consessi quanto meno necessari, in un mondo moderno ad economia globalizzata, per la risoluzione dei grandi problemi del pianeta, problemi che si pretende siano risolti solo da certi “potentati” e da strutture che agiscono al di sopra dei singoli governi e dei singoli interessi nazionali (assolvendo però occultamente ben altri interessi, già per il solo fatto che i grandi potentati che ne fanno parte, esponenti del mondo economico e finanziario non potrebbero di certo mai operare contro i loro stessi “Imperi” privati).

Per altri invece sono delle lobby dove si cospira un nuovo ordine mondiale da imporre a tutti gli Stati della terra secondo gli interessi dell’Alta Finanza e delle Multinazionali.

In realtà le cose non sono così semplici come potrebbero sembrare.

Comunque sia, periodicamente, in località precedentemente studiate e rigorosamente a porte chiuse, si riuniscono i membri e gli invitati a questi Organismi. Stampa e signore ingioiellate e impellicciate attendono fuori la conclusione dei lavori.

Gli argomenti che dicesi sono affrontati in quelle assisi, sono i soliti: la risoluzione dei gravi problemi economici e sociali nel mondo, lo sviluppo dei paesi economicamente arretrati, la salvaguardia del clima, la lotta alla fame e alle malattie, la salvaguardia della democrazia e della libertà, e via di questo passo.

Il tutto alla presenza di un numero scelto di, chiamiamoli, VIP della politica, della cultura e dell’economia, che sono stati invitati a partecipare alle riunioni.

Quel che è certo è che a tutti costoro non viene chiesto di partecipare a cospirazioni e men che meno di elaborare strategie massoniche, a cui poi, sostanzialmente, neppure sarebbero all’altezza.

Quello che accade in quelle sale può solo essere ipotizzato, ma con ragionevole realismo, mettendo in conto e decodificando quel poco che di volta in volta è pur filtrato, ma soprattutto tante vicende, con le loro cause ed effetto, che sono scaturite nei periodi successivi a tali “raduni” a cui non è difficile metterle in relazione.

Si può quindi ritenere che vengono esposte e discusse, sotto un linguaggio per “iniziati” e quindi non a tutti percepibile in pieno, la messa in rilievo dei più urgenti problemi che affliggono il mondo, il modo di procedere alla loro soluzione e gli obiettivi da raggiungere a breve, medio o lungo termine.

Si tratta, infatti, di strategie complesse e dalla esecuzione “mascherata” che sono state elaborate in ben altri Centri segreti di potere, in genere da un pugno ristretto di grandi famiglie dell’Alta Finanza che si avvalgono di “pensatori” e strateghi di tutt’altro spessore.

Strategie che è bene “filtrare”, preparare, edulcorare perchè altrimenti potrebbero trovare difficoltà e soprattutto impatti devastanti o resistenze impreviste se fossero proposte o addirittura attuate nelle singole nazioni senza un dovuto “filtro”, senza una certa “illustrazione intellettuale”.

Si tratta infatti di concedere o meglio imporre prestiti (ad usura, presentandoli come “aiuti”) a determinate nazioni e negarli ad altre; sostenere certe iniziative belliche o rivolte da qualche parte del pianeta oppure stroncarne decisamente altre (dietro la maschera della lotta al terrorismo e la difesa delle libertà democratiche); di investire in una certa aerea imponendo al locale governo ferrei vincoli e piani di sviluppo a cui attenersi; portare avanti grandi operazioni finanziarie che possono sconvolgere l’intera economia di una nazione, ecc.

Presentando il tutto come sviluppo dell’economia, lotta alla povertà, alla fame nel mondo, salvaguardia del clima, della salute, controllo delle nascite, ecc., tutti specchietti per le allodole.

In sede Trilateral e Bildberberg, gli argomenti presentati e discussi devono convincere ed essere accettati da tutti i presenti, in modo che poi le “personalità” invitate se ne facciano portatori entusiasti nei loro ambiti professionali, circoli culturali e partiti e politici. Ecco il vero motivo per cui sono stati invitati.

E state certi che i “prescelti” se ne faranno portatori convinti, altro chè! visto che, intanto, “quegli argomenti” sono in sintonia con il loro modo di pensare e poi perchè questi “invitati” sanno bene che le loro partecipazioni così “straordinarie” e di prestigio, avranno sempre un ritorno in termini di carriera e incarichi di rilievo come, guarda caso, le cronache dei periodi successivi stanno spesso a dimostrare.

Specificato questo e saltando di palo in frasca, cosa dobbiamo aspettarci dal varo di un governo di “larghe intese” dove, uscito un “predestinato” Monti, ne subentra un altro: Letta?

Certamente ad un governo di “tecnici” subentrerà un governo politico di “grandi intese”, con “tecnici” sparsi qua e là, ma sostanzialmente, sia pure con un impatto meno drastico e traumatico di quello imposto da Monti, non potrà che continuare il drenaggi delle risorse del paese a vantaggio dei banksters, il che comporterà una ulteriore erosione di quel che resta della Stato sociale e il procedere spedito nella realizzazione di Leggi e accordi internazionali dai quali il nostro paese non possa mai più sottrarsi.

Del resto non potrebbe essere altrimenti vista la riconferma bipartisan di Napolitano, forse il peggior Presidente che il paese abbia mai avuto, che è quello che ha eseguito con grande maestria una specie di “golpe” eseguito nei crismi della legalità costituzionale, che portò in un paio di giorni, prima al senato, e poi a palazzo Chigi il “tecnico” Monti mai eletto da nessuno

Aldo Giannuli, dell’area di sinistra, valente scrittore e attento osservatore politico, ha esplicitamente affermato che la rielezione di Napolitano, anche secondo lui il peggior Presidente, è stata una porcheria, con i partiti che hanno ignorato le preferenze del popolo e della gente comune.

Ed in effetti se consideriamo che quella rielezione era propedeutica, anzi indispensabile per arrivare al grande inciucio, proprio di una porcheria si tratta.

Se si aggiunge poi che fino ad ieri a sinistra hanno racimolato voti dagli scettici, delusi e indecisi, con il ritornello “altrimenti vince Berlusconi”, così come a destra hanno fatto la stessa cosa con lo spauracchio che “altrimenti vincono i rossi”, la porcheria di questo inciucio risalta ancora più evidente.

Ma in realtà, questo ragionamento presuppone l’esistenza di una sinistra “sana”, interprete dei bisogni e desideri della sua gente, che ora avrebbe disatteso, cosa che invece non è vera.

Tutti i partiti, oramai “botteghe”, rimodellati dalla Seconda Repubblica, pur venendo da certe tradizioni politiche e sociali, sono espressione di certi interessi, rispondono a determinate lobby di potere e da ultimo, ma non ultimo, hanno una dimensione “ideologica” perfettamente calibrata sui desiderata mondialisti. Non c’è posto, nè spazio, per i veri bisogni del popolo.

Prendete ad esempio le famose “liberalizzazioni” o privatizzazioni. Le vogliono tutti: le vuole Bersani, le vuole Casini, le vuole Berlusconi. Questi sono oggi i nostri politici, quando logica e buon senso vorrebbero che nessun uomo di Stato degno di questo nome, nessun partito che sia vera espressione di larghi strati sociali, potrebbe pensare di incentivare le privatizzazioni, che fanno fare guadagni immensi alle grandi banche d’affari internazionali e mettono in mani private importanti settori strategici della Nazione, come l’energia, i trasporti, le comunicazioni, l’industria dei settori nevralgici, ecc.

Questa svendita del patrimonio pubblico, tra l’altro a bassi ricavi per lo Stato, viene scusata con il fatto che sotto la partecipazione statale il settore funziona male e che invece, una volta privatizzato, ci sarà concorrenza, investimenti e per fare un esempio spiccio, agli utenti le bollette potrebbero calare nei costi. Tutto totalmente falso, ma più o meno asserito da tutti i partiti.

Intanto, le bollette, dopo un primo momento di novità e assestamento, prenderanno a salire vertiginosamente perchè la concorrenza avrà interesse a formare cartelli e imporre i suoi prezzi. Ma peggio ancora, settori decisivi per la vita dei cittadini o per lo sviluppo industriale verranno, una volta privatizzati, posti nelle mani fameliche della finanza internazionale e delle multinazionali, che ristruttureranno e organizzeranno le imprese dietro la logica del profitto. Inevitabile che vada a finire, come è accaduto in alcuni paesi dell’America latina, che il “privato”, per fare un altro esempio, non avendo interesse ad allacciare la luce, il gas o l’acqua, investendo in certe zona non remunerative, le lascerà nel sottosviluppate e così via.

Per tornare al tema del nostro articolo, ci sembra quindi che, mutatis mutandis, il governo delle “intese”, non potrà che proseguire la stessa linea lacrime e sangue di Monti, anche se non si sa fino a che punto potrà reggersi visto i troppo eterogenei interessi che vengono forzatamente messi insieme.

Quello che veramente necessiterebbe, per riscattare un minimo di sovranità economica e finanziaria, e liberare il popolo dall’usura dei banksters, sarebbe il riappropriarsi della sovranità monetaria, sottraendola al monopolio delle Banche Centrali (private ovviamente), quindi uscire dall’Euro. Questo consentirebbe di smascherare la truffa del “debito pubblico” e risolvere il pesante passivo che viene accollato allo Stato e che, proprio in virtù dei fraudolenti meccanismi con cui è determinato, non potrà mai essere saldato, ed anzi aumenterà sempre più in via esponenziale.

Ma questi intenti di liberazione sono delle chimere, perchè qualora, per un miracolo impossibile, ci fosse un governo che volesse procedere in tal senso, il paese verrebbe immediatamente posto sotto ricatto internazionale, minacciato di distruggerne totalmente l’economia, se non porlo sotto sanzioni, visto che tutta la nostra economia, finanza e commercio, sono stati agganciati a questi circuiti di economia europea e mondiale dai quali è impossibile sottrarsi senza danni.

Se questo poi dovesse non bastare ci sono i “soliti” sistemi, da “strategia della tensione”, laddove non si deve dimenticare che il nostro paese è totalmente sotto controllo delle Intelligence Occidentali, ha accordi, protocolli e impegni segreti da cui non può deflettere e per sua sventura è, strategicamente parlando, una portaerei naturale nel Mediterraneo, con ben 113 basi Nato, anche nucleari, delle quali non abbiamo alcun controllo, nè tanto meno il comando.

Ma, in definitiva, non servirà neppure fare ricorso a questi mezzi estremi, perchè in un paese “occidentalizzato” come il nostro, a consumismo avanzato, dove si è persa ogni sana tradizione, ogni senso del dovere e dello Stato dove, di fatto, non esiste più la gioventù, tatuata, stravolta dalle mode, dagli sport, dalla musica, dalle discoteche, dalle droghe, dai video giochi, dagli Ipod, ecc., insomma da tutte le sconcezze moderne e consumiste, oggi basta e avanza, da parte di Lorsignori, l’uso della corruzione, del “comprarsi” il presunto nemico.

Senza dimenticare i mass media, quelli che da decenni ci stanno tutti facendo vivere in una società virtuale, ci drogano con spettacoli demenziali e quando occorre sanno bene come sbattere certi “mostri” in prima pagina.

Tutto è perduto quindi?

Non è mai detto. Intanto nella Storia agiscono sempre i grandi motori geopolitici che, seppur lentamente, spingono i popoli a difendere i loro interessi primari.

Secondo poi vi è sempre la eterogensi dei fini, quel fenomeno umano e storico per cui ad ogni azione, risponde sempre una reazione, cause e azioni quindi si accumulano, generano altre concause e con il tempo si possono sempre determinare fatti nuovi, imprevedibili.

Ed infine, c’è sempre la reazione che prima o poi dovrà scatenarsi da parte di consistenti frange di popolo ridotte alla miseria dall’usura praticata dai banksters che impongono ai governi di devolvere ogni risorsa dello Stato al pagamento del “debito pubblico” ovvero alla loro usura praticata nella disgraziata nazione.

Oggi qui da noi, l’impoverimento che sta gettando gli anziani (e non solo) a raccattare avanzi nei mercati rionali e gli stessi ceti medi a comprare mondezza nociva nei grandi Discount, oltre alle enormi aliquote di giovani senza lavoro, sta determinando, invece, solo sterili proteste, e molti suicidi.

Già questi suicidi, veri “suicidi di Stato”, sono un chiaro sintomo di come è stato corrotto il nostro popolo dal consumismo e dall’immaginario collettivo del benessere prodotto dai mass media.

Perchè è evidente che, non in tutti, ma nella maggioranza di questi casi di suicidio, è proprio il fatto che non ce se la fa a sostenere il drastico cambiamento da una vita che, bene o male, procedeva nell’andazzo consumista, ma che ora improvvisamente viene meno e aleggia la miseria.

E questo vale per l’imprenditore, come per il semplice cittadino che ha perso la casa ed è alla fame. In epoche passate, neppure troppo lontane, questa “carestia”, queste disgrazie e privazioni, avrebbero determinato ben altri atteggiamenti, ben altre reazioni che il rivolgersi contro sè stessi e suicidarsi.

E così la “baracca” ancora regge, perchè i giovani senza lavoro, bene o male vanno avanti con la casa e il sostegno dei genitori. Ma questo può ancora avvenire perchè i genitori, hanno dei risparmi, hanno soprattutto una pensione, una casa di loro proprietà.

Ma i figli dei figli, le future generazioni, alle quali è stata tolta ogni garanzia sul lavoro, gli hanno letteralmente dissolto le pensioni, che in futuro a mala pena basteranno ai soli titolari per sopravvivere, come potranno mantenere i figli disoccupati?

Tutto non è ancora perduto, ma un lumicino, un barlume di speranza, di riscossa del popolo, c’è sempre. Almeno spero.

LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI

MA NON TUTTI 
SONO UGUALI PER LA LEGGE

venerdì 26 aprile 2013

Importante vittoria della Codacons sulle banche. Da oggi si potrà chiedere il rimborso di quanto pagato per anatocismo e commissione di massimo scoperto.

Un importante sentenza destinata a fare storia nel mondo giuridico e ad avere un grandissimo eco, che riguarda le banche e le loro pratiche ormai consolidate di anatocismo, è finalmente arrivata [1]. Essa in realtà non è stata la prima ma la seconda.

Entrambe le sentenze arrivano da Bologna ed entrambe condannano la Carisbo a rimborsare i soldi pagati a due loro correntisti a titolo di massimo scoperto e per l’anatocismo.

I clienti delle banche che hanno avuto in passato il proprio conto in rosso, o che abbiano chiesto crediti alle banche, da oggi potranno chiedere ilrimborso delle somme in più versate alle banche.

Ma cosa è l’anatocismo?

Sicuramente non è un concetto semplice da spiegare ma si può dire che nell’insieme esso rappresenta il costo del denaro quando si chiede un prestito alla Banca.

Il costo reale del denaro che noi paghiamo alle banche non si trova esposto in nessun contratto bancario ed è molto più alto di quello che apparentemente può sembrare.

L’anatocismo ad es. può essere definito come un moltiplicatore del debito perché ad ogni scadenza di pagamento, verranno sommati anche gli interessi che già sono stati pagati a scadenza e che faranno parte integrante del capitale nel nuovo trimestre o a seconda dei casi (seppur più raro) nel nuovo semestre . 

Per fare un esempio, ciò che noi paghiamo a marzo come interessi a giugno diventa capitale e su questi pagheremo nuovamente gli interessi(capitalizzazione degli interessi). 

L’anatocismo in realtà (interessi su interessi) è una pratica che, seppur ritenuta illegittima, è molto diffusa nell’ambito bancario .

Per calcolare però il costo del denaro quando chiediamo il credito o il nostro conto va in rosso, all’anatocismo dobbiamo anche aggiungere le commissioni di massimo scoperto e tutto ciò aumenta il costo effettivo del denaro fino ad arrivare un costo così elevato che qualsiasi media o piccola impresa o normale cittadino non riesce poi più a sostenere.

Da oggi però sarà possibile, sulla scia di queste sentenze, ottenere la restituzione delle somme che sono state chieste e pagate alle Banche ogni volta che è stato chiesto un credito o il proprio conto corrente è andato in rosso.

Naturalmente poter quantificare le somme di cui si ha diritto di chiedere la restituzione e capire bene anche il costo del denaro preso a credito, non è una cosa semplice da fare ed è necessario avvalersi di periti qualificati per poter calcolare il tutto ma la Codacons ha dichiarato che potranno fare una valutazione gratuita a chi li contatterà.

In realtà tutto parte da un’ importante sentenza della Corte Costituzionale [2] che aveva dichiarato illegittimo un particolare art. del decreto Milleproroghe[3], una norma emanata nel tentavo di salvare le banche dal restituire i soldi ai correntisti per anatocismo e molte altre somme indebitamente versate e che aveva effetti retroattivi.

Essa infatti stabiliva che “ la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall'annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell'annotazione stessa”, e quindi retrodatava il decorso del termine di prescrizione per poter chiedere la restituzione delle somme versate e riduceva notevolmente i tempi per poter ricorrere da parte dei correntisti a tutela dei propri diritti nascenti dal rapporto stesso intrattenuto con la Banca.

Questa riduzione dei termini valeva anche per chi aveva già avviato azioni dirette alla ripetizione delle somme illegittimamente addebitate e che nelle more vedevano prescritti i loro diritti ad ottenere la restituzione delle somme, creando, tra le altre cose, un ingiustificata disparità.

Fino ad allora infatti, l’orientamento quasi unitario, era far decorrere i termini dal momento della chiusura del rapporto contrattuale o nel pagamento solutorio .

Infatti è in questo momento che si ha piena conoscenza delle somme non dovute (quali sono quelli derivanti, ad esempio, da interessi anatocistici o comunque non spettanti, da commissioni di massimo scoperto e così via). Quindi soltanto all’atto della chiusura del conto[4] si può essere consapevoli del danno subito e delle versate indebitamente .

Quindi ancorare con norma retroattiva la decorrenza del termine di prescrizione all’annotazione in conto significava individuarla in un momento diverso da quello in cui il diritto può essere fatto valere, anche secondo una specifica norma del codice civile[5].

Questa sentenza quindi stabilì che il dies a quo, ai fini della prescrizione di un diritto, decorre dal momento in cui il suo titolare è posto nelle condizioni di poterlo esercitare, e dichiarò l’illegittimità costituzionale di quel particolare articolo del decreto Milleproroghe che di fatto avrebbe discriminato molti correntisti.

In pratica

Da oggi tutti i clienti che si sono avvalsi di un credito presso le banche o hanno avuto il proprio conto in rosso, potranno chiedere la restituzione di parte del costo sostenuto per avere il denaro dalle stesse


[1]sentenza del tribunale di Bologna n. 325/13

[2] sentenza corte costituzionale n. 78 del 2012

[3] dell'art. 2, comma 61, del d.l. 29 dicembre 2010, n. 225

[4] Corte di cassazione, sezioni unite, sentenza n. 24418 del 2010

[5] art. 2935 cod. civ


Articolo a cura di FLORIANA BALDINO florianabaldino@gmail.com oppure telefonare a 3491996463

STALIN HA TRADITO E PRESO IN GIRO HITLER PER I SUOI SCOPI? VICTOR SUVOROV


NAPOLITANO NON POTEVA ESSERE RIELETTO - GRILLO SVEGLIA - TRAVAGLIO DI QUALCOSA - IENE DOVE SIETE- SANTORO NON DORMIRE STRISCIA CHE FAI.... AAAAAAAAAA E' VERO VOI SIETE DEL SISTEMA

A SUPPORTO FONDANTE ETICO/STORICO/POLITICO DELLA NOSTRA DENUNCIA PER VIOLAZIONE DELLA "RATIO" DELLA COSTITUZIONE DA PARTE DEL NAPOLITANO...


ASSEMBLEA COSTITUENTE – CCLXVIII

SEDUTA POMERIDIANA DEL 22 OTTOBRE 1947



COSTITUZIONE ART.85

[Il 22 ottobre 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo secondo della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Il Capo dello Stato».]

Presidente Terracini. [...] Passiamo all'articolo 81. Se ne dia lettura.

Amadei, Segretario, legge:

«Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.

«Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente dell'Assemblea Nazionale convoca l'Assemblea per l'elezione del Presidente della Repubblica.

«Se le Camere sono sciolte, oppure manca meno di tre mesi alla fine della legislatura, l'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo entro quindici giorni dalla costituzione delle nuove Camere. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica».

Presidente Terracini. A questo articolo gli onorevoli Caronia e Aldisio hanno presentato il seguente emendamento:

«Sostituire il primo comma col seguente:

«Il Presidente della Repubblica viene eletto per sei anni e può essere consecutivamente rieletto non più di una volta».

Non essendo presenti, si intende che abbiano rinunziato a svolgerlo.

L'onorevole Lami Starnuti ha presentato il seguente emendamento:

«Al primo comma, dopo le parole: per sette anni, aggiungere: e non è rieleggibile».

Ha facoltà di svolgerlo.

Lami Starnuti. Rinunzio all'emendamento.

Presidente Terracini. Sta bene.

L'onorevole Fuschini ha presentato il seguente emendamento:

«Al secondo comma, sostituire alle parole: il Presidente dell'Assemblea Nazionale, le parole: il Presidente più anziano per età di una delle Camere».

Ha facoltà di svolgerlo.

Fuschini. Ho proposto di sostituire le parole «Il Presidente dell'Assemblea Nazionale» con quelle di «il Presidente più anziano per età di una delle due Camere» (quindi o il Presidente della Camera dei deputati o il Presidente del senato), nel senso cioè che sia il più anziano tra i due al quale spetti di indire, entro i trenta giorni, la convocazione delle Camere riunite e dei consiglieri regionali, perché si proceda alla nomina del Presidente.

Lo stesso vale per l'articolo 82.

Mi pare che sia una soluzione che non offenda nessuna delle due Camere. In caso diverso dovremmo in questa sede dare la prevalenza all'una o all'altra Camera. Siccome mi pare, dalle discussioni avvenute, che non si voglia dare la prevalenza ad una delle due Camere, credo che sia più opportuno riferirsi ad una condizione di carattere obiettivo, che si può verificare nei riguardi ora del Presidente di una Camera ora del Presidente dell'altra. Quindi, credo sia una soluzione che si possa accettare.

Presidente Terracini. Forse, onorevole Fuschini, il problema che lei pone (e che è analogo a quello posto dall'onorevole Corbino in relazione a chi debba assumere la Presidenza dell'Assemblea Nazionale al momento dell'elezione) lo potremo risolvere nel momento in cui risolveremo il quesito generale circa il Presidente delle sedute in comune delle due Camere.

L'onorevole Crispo ha presentato insieme con gli onorevoli Cifaldi e Morelli Renato il seguente emendamento:

«Al terzo comma, alle parole: sono prorogati, sostituire la parola: perdurano».

L'onorevole Crispo ha facoltà di svolgere il suo emendamento.

Crispo. L'ultima parte dell'articolo 81 dice testualmente: «Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica».

Evidentemente penso che, nell'intenzione dei compilatori dell'articolo, si volesse dire: «Nel frattempo s'intendono prorogati i poteri del Presidente della Repubblica»; perché, così come è redatto l'articolo, esso si presterebbe a questa interpretazione letterale: che occorresse eventualmente un atto di proroga ed eventualmente un organo delegato per compiere questo atto di proroga.

Onde, data questa equivoca interpretazione che quella dizione consente, vorrei che si sostituisse alle parole «sono prorogati» la parola «perdurano». L'intera frase suonerebbe, pertanto: «Nel frattempo perdurano i poteri del Presidente in carica».

Presidente Terracini. L'onorevole Nitti ha presentato il seguente emendamento:

«Sostituire il primo comma col seguente:

«Il Presidente della Repubblica è eletto per quattro anni»

«Sopprimere il secondo comma».

L'onorevole Nitti ha facoltà di svolgerlo.

Nitti. Le altre Costituzioni, oltre a fissare termini, stabiliscono altre convenzioni ed ammettono o non ammettono la possibilità da parte del Presidente di essere rieletto. Se si ammette che il Presidente possa essere rieletto, il termine di quattro anni è più che sufficiente.

Perché in America non si è mai voluto variare questo termine? La Francia volle adottare il termine di sette anni, ma la Francia fece una Costituzione repubblicana con criteri monarchici, perché quella del 1875 fu una Costituzione scritta da monarchici, che lasciò al Presidente funzioni e attribuzioni esteriori piuttosto monarchiche che repubblicane.

L'America ha conservato la tradizione repubblicana ed il Presidente è eletto per quattro anni, e ciò è tanto difficile a mantenere in America quanto non sarebbe da noi. L'elezione del Presidente avviene per suffragio universale a doppio grado, perché si fa la scelta dei designati a nominare il Presidente e sono essi che lo designano, e la procedura è piuttosto costosa e complicata.

Ma fra i tanti emendamenti proposti alla Costituzione (proposti e non mai accettati se non in piccolo numero) non vi è stato mai quello di cambiare la durata della funzione del Presidente. Il Presidente dura quattro anni, termine molto ampio o almeno abbastanza largo, perché vi è sempre il correttivo della rielezione. Quando si crede che sia utile conservare una grande personalità, la si rielegge. In generale pochi Presidenti sono stati rieletti.

Ora il termine di 7 anni da noi è lungo e bisogna che il Paese sia consultato dopo un certo tempo. Quattro anni nei paesi moderni costituiscono un lungo tempo. Noi vogliamo fare un termine di 7 anni e lo abbiamo accettato perché c'è in Francia, senza badare che là il popolo viene troppo scarsamente consultato ed anche in questa nostra Costituzione c'è la tendenza a consultarlo con scarsezza. Ora, un termine di 4 anni per il Presidente della Repubblica è un tempo sufficiente da noi. Se ci abbandoniamo ad un lungo periodo di durata presidenziale, determiniamo proprio quella tendenza di allontanarci dalla consultazione popolare, la quale tendenza dopo 7 anni è ancora più grave che dopo 4, perché ci si è fatta l'abitudine. E però io credo che non abbiamo nulla da perdere riducendo questo termine a quello stabilito per il Presidente della Repubblica in America; beninteso, se vi è la necessità della rielezione può accadere, come è accaduto per Roosevelt, non solo la seconda, ma, caso unico, la terza rielezione. Lasciamo al popolo la libertà di scegliere; consultiamo il popolo. Che bisogno c'è di fissare un lungo termine? Il popolo può cambiare opinione sulla persona, non solo, ma sull'ambiente della persona.

I Presidenti che sono stati perduti, lo sono stati per le persone che li attorniavano, all'infuori delle loro colpe personali o dei loro errori, perché pare che non ne avessero mai; avevano però la disgrazia che si vendevano le decorazioni della Legion d'Onore. Ora noi non abbiamo questa necessità. Credo anche che la scelta del Presidente debba essere fatta in tal modo da dargli sempre la sensazione che il suo ufficio non è duraturo, perché soltanto questa sensazione lo avvicina alla realtà. Più si allontana il Presidente dalla realtà e meno opere compie.

In caso di mancanza o di morte del Presidente, chi lo deve sostituire? Si procede, in Francia, rapidamente alla nomina del nuovo Presidente. In America non è facile, perché bisogna fare tutta la procedura di una elezione per una così grande Repubblica, e per di più elezione a doppio grado. In America c'è un sistema che parrebbe contraddittorio. Il Vicepresidente della Repubblica è Presidente del Senato, senza essere senatore. Prova mirabile di senso politico, perché tiene fra il potere esecutivo ed il potere legislativo una comunicazione diretta. Se muore il Presidente o non può funzionare, egli succede al Presidente, e se mancano tutti e due allora è stabilita una serie di gradazioni. Diventa Presidente in questo caso il Segretario di Stato, cioè il Ministro degli Affari esteri, oppure a lui segue nella via della graduatoria il Presidente della Corte Suprema. Noi non abbiamo bisogno di fare questa gerarchia, perché noi facciamo rapidamente l'elezione e in pochi giorni si provvede al successore, ma ciò che mi pare necessario adesso è di fissare i limiti della carica di Presidente. Io credo utile fissarli in 4 anni.

Presidente Terracini. L'onorevole Corbino ha presentato il seguente emendamento:

«Al secondo comma, sostituire alle parole: Assemblea Nazionale, le parole: Camera dei deputati».

L'onorevole Corbino ha facoltà di svolgerlo.

Corbino. Non tendo ad una sostituzione relativa all'assunzione della Presidenza, in relazione all'osservazione che avevo già fatto a proposito dell'articolo 79. Credo che debba essere proprio un'attribuzione del Presidente della Camera dei deputati quella di convocare le Camere riunite o l'Assemblea Nazionale per la elezione del Presidente. Ciò appare tanto più necessario in quanto che noi abbiamo stabilito di far partecipare all'elezione del Presidente i rappresentanti dei Consigli regionali. Occorre, quindi, una preparazione elettorale presso i consigli regionali, che richiederà un lungo preavviso. La questione può poi collegarsi al successivo articolo 82 per quanto concerne l'esercizio dei poteri del Presidente dell'Assemblea Nazionale in caso di impedimento del Presidente della Repubblica, ma vedremo poi come si possa risolvere questo problema.

Costantini. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà:

Costantini. Io mi renderei conto, onorevoli colleghi, delle preoccupazioni che hanno determinato l'emendamento dell'onorevole Nitti, se nel nostro Paese noi avessimo in animo di creare una Repubblica sul tipo americano, cioè una repubblica presidenziale. Ma la nostra è una repubblica parlamentare. I poteri del Presidente, del Capo dello Stato, sono poteri limitati, sono poteri soggetti a costante controllo delle due Camere del Parlamento. Ora io non credo che, protraendo il termine fino a sette anni, vi sia pericolo di perpetuare, come ha detto l'onorevole Nitti la tendenza al potere del Presidente eletto. E questo dico perché sia mantenuto il termine proposto dalla Commissione, anche per una ragione di praticità. In effetti, noi abbiamo stabilito che il Senato dura in funzione sei anni. Sarebbe strano che la stessa Camera, cioè gli stessi deputati e gli stessi senatori venissero convocati ogni quattro anni per ripetere la nomina del Presidente della Repubblica. Se il Senato dura sei anni, è logico che la nomina del Presidente, avvenga ogni sette anni, perché in tal caso avremo differenti Assemblee che provvederanno alla designazione.

Questa ragione mi sembrerebbe sufficiente a mantenere il termine stabilito dal progetto di Costituzione.

Presidente Terracini. L'onorevole Tosato ha facoltà di esprimere il suo parere sugli emendamenti presentati.

Tosato. Prendo in considerazione anzitutto l'emendamento presentato dall'onorevole Nitti, il quale propone che il Presidente sia eletto per quattro anni.

L'onorevole Nitti si richiama all'esempio americano, però io non credo che, almeno sotto molti aspetti, questo esempio americano sia a nostro proposito calzante.

Osservo anzitutto che, in linea generale, il periodo di durata dall'organo rappresentativo in America è molto inferiore a quello da noi previsto. In secondo luogo bisogna ricordare che il Presidente della Repubblica degli Stati Uniti d'America è non soltanto Capo dello Stato, ma anche Capo del Governo, ed allora si capisce che un Capo dello Stato che abbia anche gli effettivi poteri di Capo del Governo debba essere continuamente in contatto con la volontà popolare, di fronte alla quale è direttamente responsabile. D'altra parte, come osservava esattamente l'onorevole Costantini, stabilire che il Presidente dura in carica 4 anni significherebbe andare incontro a questa eventualità, che le stesse Camere vengano ad eleggere il Presidente per due volte consecutive: il che non mi pare opportuno. Sembra invece opportuno prolungare entro certi limiti la durata del Presidente al di là della vita delle Camere, al fine di assicurare, nella vita dello Stato, un elemento di stabilità.

Il fatto che il Presidente sia eletto per sette anni, mentre le Camere sono elette rispettivamente per 5 e 6 anni, serve a soddisfare l'esigenza di una certa permanenza, di una certa continuità nell'esercizio delle pubbliche funzioni; mentre contribuisce a rafforzarne l'indipendenza rispetto alle Camere che lo eleggono. Che le Camere si rinnovino e il Presidente resti, significa svincolare il Presidente dalle Camere, dalle quali deriva, e rinvigorirne la figura. Per queste ragioni la Commissione non accoglie l'emendamento Nitti.

Vi è poi l'emendamento proposto dall'onorevole Fuschini. Con questo emendamento si propone di sostituire al secondo comma, alle parole: «il Presidente dell'Assemblea Nazionale» — della quale non si deve parlare più! — «il Presidente più anziano per età di una delle due Camere».

L'onorevole Corbino propone invece che anziché il Presidente dell'Assemblea Nazionale, o, come vorrebbe l'onorevole Fuschini, anziché il Presidente più anziano per età di una delle due Camere, si designi senz'altro il Presidente della Camera dei deputati. La Commissione è in generale più favorevole all'emendamento Fuschini, partendo soprattutto da questa considerazione: noi abbiamo due Assemblee rappresentative; non c'è nessuna ragione che giustifichi la preferenza all'una Assemblea piuttosto che all'altra.

Quello che è importante è che chi supplisce il Capo dello Stato sia un componente delle Assemblee rappresentative. Sotto questo aspetto la proposta dell'onorevole Fuschini è forse la più conveniente e la più adatta al compito.

Corbino. Non si tratta di sostituire il Capo dello Stato; si tratta di convocare le Camere riunite.

Tosato. Anche limitatamente al compito di convocare le Camere riunite, la proposta Fuschini sembra preferibile.

Per quanto riguarda l'emendamento dell'onorevole Crispo, che, al terzo comma, propone di sostituire al termine «prorogate» il verbo «perdurano», osservo che la proroga dei poteri del Presidente è analoga alla proroga dei poteri delle Camere. Dell'istituto della prorogatio si è già più volte parlato in questa Assemblea. Si tratta di un istituto che serve ad assicurare, in qualche modo, la continuità dell'esercizio delle pubbliche funzioni. Ed è un istituto in forza del quale un organo, anche scaduto, ha la possibilità di continuare ad esercitare, sia pure limitatamente, i suoi poteri, e ciò non in base ad un atto speciale, che concede la proroga stessa, ma di diritto. Dato che la proroga prevista dei poteri del Presidente si inquadra nel medesimo istituto della proroga dei poteri delle Camere, la Commissione propone di conservare l'identità della terminologia, anche per concetti di necessaria simmetria.

Presidente Terracini. Chiedo ai presentatori di emendamenti se li mantengono.

Onorevole Crispo mantiene ella il suo emendamento?

Crispo. Dopo i chiarimenti, dell'onorevole Tosato, rinunzio.

Presidente Terracini. Onorevole Aldisio?

Aldisio. Ritiro l'emendamento anche a nome dell'onorevole Caronia.

Presidente Terracini. Onorevole Fuschini, mantiene il suo emendamento?

Fuschini. Mantengo il mio emendamento.

Presidente Terracini. L'onorevole Nitti?

Nitti. Rinunzio al primo; mantengo la proposta di soppressione del secondo comma.

Presidente Terracini. Onorevole Corbino, mantiene l'emendamento?

Corbino. Lo mantengo.

Presidente Terracini. Passiamo alla votazione dell'articolo 81.

Poiché l'onorevole Nitti ha ritirato il suo emendamento al primo comma, pongo in votazione il primo comma nel testo proposto dalla Commissione:

«Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni».

(È approvato).

Sul secondo comma c'è la proposta di soppressione da parte dell'onorevole Nitti. Come di consueto, non porremo in votazione la proposta di soppressione, trattandosi di un comma, il quale contiene un solo concetto. Coloro che sono favorevoli alla soppressione voteranno contro la formulazione positiva che sarà posta in votazione.

Sul secondo comma vi sono due emendamenti: quello dell'onorevole Fuschini e quello dell'onorevole Corbino.

L'onorevole Fuschini propone che si dica: «il Presidente più anziano per età di una delle due Camere» in luogo della formula: «il Presidente dell'Assemblea Nazionale».

L'onorevole Tosato ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.

Tosato. La Commissione non può accogliere l'emendamento proposto dall'onorevole Nitti, di soppressione del secondo comma; si avrebbe in tal caso una grave lacuna di carattere costituzionale e in questa materia ciò non è opportuno.

Ho già dichiarato che la Commissione, invece, accoglie l'emendamento proposto dall'onorevole Fuschini, salvo una migliore formulazione, che potrebbe essere la seguente: «il più anziano di età dei presidenti delle Camere».

Fuschini. Aderisco.

Presidente Terracini. L'onorevole Corbino propone che la formula: Il «Presidente dell'Assemblea Nazionale» sia sostituita dall'altra: «Il Presidente della Camera dei deputati».

Corbino. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Corbino. Desidero chiarire le ragioni, per le quali insisto per il Presidente della Camera dei deputati.

All'articolo 82 io aderirò al concetto di affidare la sostituzione del Presidente della Repubblica al Presidente del Senato, per impedire che nella stessa persona si possano riunire le tre cariche di Presidente di una delle due Camere, di Presidente dell'Assemblea Nazionale e di Capo dello Stato, sia pure temporaneamente.

Siccome l'Assemblea Nazionale certamente si riunirà presso la Camera dei deputati e quindi dovrà essere diretta dall'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, è giusto che il padrone di casa faccia gli inviti.

Presidente Terracini. L'onorevole Tosato ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.

Tosato. Dopo i chiarimenti dati dall'onorevole Corbino, la Commissione ritiene sia opportuno accettare il suggerimento.

Presidente Terracini. Poiché la Commissione, attraverso la parola dell'onorevole Tosato, rende manifesto di aderire alla proposta dell'onorevole Corbino, è evidente che l'emendamento proposto dall'onorevole Fuschini deve avere la precedenza, poiché esso non è accolto dalla Commissione.

Fuschini. Mi rimetto alla Commissione.

Presidente Terracini. Devo interpretare le sue parole come ritiro dell'emendamento?

Fuschini. Sì.

Presidente Terracini. Pongo allora in votazione il secondo comma con l'emendamento dell'onorevole Corbino, accolto dalla Commissione:

«trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca l'Assemblea Nazionale per l'elezione del Presidente della Repubblica».

(È approvato).

Pongo quindi in votazione il primo periodo del terzo comma:

«Se le Camere sono sciolte, oppure manca meno di tre mesi alla fine della legislatura, l'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo entro quindici giorni dalla Costituzione delle nuove Camere».

(È approvato).

Pongo in votazione il secondo periodo del terzo comma:

«Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica».

(È approvato).

L'articolo 81 risulta pertanto così approvato:

«Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.

………. OMISSIS ………….