Le cartelle devono essere ben motivate, altrimenti sono nulle. Sentenza di Cassazione 15188/2013
E’ ormai pacifico e consolidato l’orientamento giurisprudenziale che ribadisce il concetto secondo cui, in ipotesi di liquidazione di imposta (IVA IRPEF, ecc.),la cartella di pagamento costituisce l'atto con il quale il contribuente viene a conoscenza per la prima volta della pretesa fiscale e come tale deve essere adeguatamente motivata. Ciò significa che la cartella esattoriale deve contenere indicazioni sufficienti a consentire alla contribuente l'agevole identificazione della causale delle somme pretese dall'Amministrazione Finanziaria. E’ necessario il corretto adempimento dell'obbligo di motivazione del ruolo e della cartella (obbligo che deve essere rispettato dall’Agenzia delle Entrate e da Equitalia) e questo è un principio già consolidato e affermato dalla giurisprudenza (Cass. N.11466/2011; Cassazione 15188 2013). Da ciò si desume che ove gli avvisi di accertamento prima e le cartelle poi non siano ben motivate, devono essere dichiarate nulle nel rispetto di un valido e legittimo diritto di difesa del contribuente. Ma cosa è la valida motivazione delle cartelle? Significa che gli atti amministrativi devono essere di facile comprensione per il contribuente, cioè egli deve poter comprendere a quale titolo gli vengono richieste delle somme prima dall’Agenzia delle Entrate e poi dall’Ente per la Riscossione, Equitalia, pena lanullità della cartella. Non si possono richiedere somme al contribuente senza spiegare in maniera specifica e dettagliata, per quale motivo esse vengono richieste.
Art. a cura dell’ avv. Floriana Baldino per contatti scrivere a florianabaldino@gmail.comoppure telefonare al 3491996463