sabato 18 maggio 2013

un momento prima della follia

È successo a Gijón stamattina

Una signora con problemi circolatori di una certa portata si reca all’ambulatorio ("centro sanitario”) dove il medico le dà una ricetta per delle calze elastiche. Ne ha bisogno ogni due mesi, così da potersi muovere con una certa agilità. È vedova, anziana e vive sola.

Va in farmacia e le dicono che nonostante la ricetta, deve pagarle:

-Ci dispiace, ma la normativa è cambiata. Ora sono coperte solo le calze a compressione forte. Le sue sono a compressione normale.

-Le comprerei forti, ma il medico non le raccomanda per altre ragioni.

-Sono 22 euro.

Ventidue euro ogni due mesi. Un dettaglio, no?

Ditelo a una vedova con una pensione minuscola. Diteglielo poco dopo aver pagato una Imposta Maiuscola su Beni Immobili per l’appartamento che, grazie ai suoi sforzi e a quelli del marito defunto, (ancora) possiede. Diteglielo dopo l’ultimo salasso ad opera del condominio per lavori inderogabili. Diteglielo dopo aver ricevuto le bollette per l’elettricità, il gas e il telefono. Diteglielo dopo aver letto il preventivo del dentista per l’impianto dentario di cui ha bisogno. Diteglielo dopo essersi accorta come una banca, un tempo Cassa di Risparmio ma non più, le va sottraendo i piccoli risparmi, inganno dopo inganno, commissione dopo commissione. Diteglielo dopo le spese, che oggi le tolgono in una settimana ciò che non molto tempo fa spendeva in due, nonostante le ore spese da un negozio all’altro in cerca dei prezzi più bassi.

Da un negozio all’altro. Perché deve muoversi.

Ma la Unione Europea, il Governo del PP e il Governo autonomo del PSOE/IU/UPyD hanno deciso che lei non ha bisogno di calze elastiche. Se le vuole, che le paghi.

Che le paghi… Che del denaro, del suo denaro, ne hanno bisogno loro per destini più eccelsi. Ecco perchè continuano ad asfissiare lei, gli altri pensionati, gli altri gijonesi, gli altri spagnoli (eccettuata la clientela dei loro partiti politici, sindacati e finanzieri in combutta. È il margine di una mera sopravvivenza: addio a una vita dignitosa.

Non importa. Vi sarà denaro pubblico per festeggiamenti. Festeggiamenti alieni alla tradizione e al buon gusto, purché riempiano le tasche degli addetti ai lavori. E intrattengono di più.

Già, perché i figli della signora sono troppo occupati con lo Sport. Non hanno tempo per la politica. Neanche il sussidio di disoccupazione permette loro di sostenere la mamma.