sabato 18 maggio 2013

Chi sta dietro le “campagne di sensibilizzazione”?

di Enrico Galoppini

C’è un aspetto che a mio avviso non è ancora stato colto adeguatamente al riguardo dell’attuale forsennata campagna di sensibilizzazione sul cosiddetto “femminicidio”. Che essa è da mettere in stretta relazione con l’altra, altrettanto scatenata, sulla ‘liberalizzazione’ di tutto ciò che è “gay”.

Sul “femminicidio” mi sono già espresso, quindi non mi ripeto ed invito a rileggere quest’articolo, il cui succo era il seguente: che qui, come in altri casi, si tratta di una delle manifestazioni dei danni che può produrre il debordante ego dei moderni.

Mi sono anche già occupato di quella che definivo la “ostentazione della omosessualità”, ma stavolta vorrei invitare a riflettere su quanto l’una e l’altra campagna siano solidali e convergenti verso un unico obiettivo.

Il comune bersaglio, infatti, è la famiglia e, perciò, la sacralità dell'essere umano, che tra l’altro viene a questo mondo proprio perché un maschio e una femmina si uniscono nell’atto procreativo, e successivamente ha la possibilità di crescere forte, retto e sano proprio perché i suoi genitori si dedicano al suo sviluppo, specialmente se si ricordano del “dono” che hanno ricevuto.
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