lunedì 28 gennaio 2013

LE COLLUSIONI DEI “NEOFASCISTI” CON I SERVIZI!!!!??


LE COLLUSIONI DEI “NEOFASCISTI” CON I SERVIZI

di Maurizio Barozzi

            Il mio recente saggio: “Piano, piano, la verità sullo stragismo viene fuori” (che qui Allego di nuovo)  che prendeva spunto  dall’interessante libro dell’ex magistrato Ferdinando Imposimato: "La repubblica delle stragi impunite", Newton Compton editori 2012, e nel quale en passant si accennava spesso alle tante collusioni di presunti “camerati” con i Servizi, di vari “neofascisti” spioni del Commissario di quartiere o del maresciallo dei CC., se non addirittura di interi gruppi e movimenti di destra letteralmente strumentalizzati dalle centrali di Intelligence atlantiche, dal nostro Stato Maggiore della Difesa e i suoi Servizi o dal servizio civile degli AA.RR., ha sollecitato in alcuni camerati delle doverose domande, quali per esempio:   “Come è stato possibile che dei fascisti o presunti tali abbiano finito per mettersi al servizio di questa Repubblica democratica antifascista e delle sue strutture militari, retaggio badogliano, se non addirittura, prima dello OSS americano e poi della Cia, di fatto, nella migliore delle ipotesi, tradendo gli interessi di quella Patria che, a parole, si diceva di sostenere?”

Non è facile rispondere a questa domanda e comunque a me non è mai piaciuto, ne vi credo troppo, tracciare profili psicologici o sociologici per risolvere il problema.
Posso però azzardare alcune considerazioni di carattere storico e delle semplici osservazioni dettate dalla comune esperienza e dalla razionalità.
Premetto che le mie considerazioni non sono rivolte a quei farabutti che, da qualsiasi fogna fossero usciti, fingendosi “camerati”, hanno lavorato coscientemente per i Servizi, perpetuando un quotidiano tradimento, in virtù di provvigioni, vantaggi personali, o altro. Costoro si squalificano da soli e non meritano alcuna valutazione del loro comportamento.
Prendo, invece, in considerazione gli altri quelli che, eventualmente, e magari transitoriamente, possono aver avuto certe “collusioni” ritenendo che forse, certi “appoggi” potevano giovare alla causa.
PRIMA CONSIDERAZIONE: I CONNUBI CON L’OSS AMERICANO.
            Non ce lo doveva dire lo storico Giuseppe Parlato, o essere dimostrato dai documenti statunitenssi descretati dal 2000 in avanti, che già ancor prima che la guerra finisse, vi erano stati dei “contatti” tra esponenti della RSI e l’Oss americano.
Parlo di fascisti, non di personaggi come Valerio Borghese, mai stati fascisti, per i quali questi contatti, a cominciare con i comandi Marina del governo del Sud, erano risaputi.
Orbene questi “connubi”, nati anche per necessità della guerra, finirono probabilmente per provocare l’arresto di Mussolini a Dongo e quella ignobile resa di Como che lasciò il Duce isolato e privo di scorta armata in quel di Menaggio. In quella resa, di circa 4000 fascisti armati, a fronte di zero, dico zero partigiani, presenti in C0mo e dintorni, vi pesarono anche queste collusioni, da parte di comandanti fascisti che non vedevano l’ora di arrendersi agli Alleati, magari con la speranza di riciclarsi nel dopoguerra come anticomunisti.
E questo fu il primo passo, del resto riguardante  pochissimi  casi, sulla via della “perdizione”.
Ma più ancora sappiamo che centinaia di migliaia di reduci del fascismo repubblicano vennero a trovarsi alla fine della guerra nella più totale disperazione. Espulsi dal contesto sociale, spesso ridotti alla fame, nascosti alla macchia per non incorrere in pesanti condanne tra le quali quelle delle Corti di Assise che prevedevano la morte, braccati da partigiani frammisti a delinquenti comuni, scatenati soprattutto da azionisti e comunisti, questi uomini correvano il rischio di incorrere nelle mattanze delle “radiose giornate” che durarono mesi e in alcune località addirittura qualche anno.
Sappiamo anche che, al contempo, gli Alleati, in particolare gli americani, cercavano di recuperare tutti quegli ufficiali e sotto ufficiali, soprattutto quelli dei reparti speciali, che potevano tornagli utili per le loro strategie di controllo e di contenimento del comunismo, nel nostro paese.
La mano tesa dall’Oss americano, una mano sporca di sangue, perchè al contempo gli americani erano ben contenti della carneficina in atto verso la massa dei fascisti e vi chiusero più di un occhio, venne in molti casi recepita.
Insomma è andata a finire che già i primi movimenti neofascisti clandestini del dopoguerra erano controllati dall’Oss di J. J. Angleton.
La nascita del MSI poi, a fine 1946, fu una operazione scientemente progettata da americani, confindustria, prelati e massoneria, al fine di avere un partito che recuperasse “a destra” la gran massa dei reduci e dei simpatizzanti del fascismo.
Nacque così quel partito con il tempo sempre più conservatore e qualunquista che poi ebbe un suo ruolo nel sostenere l’Alleanza Atlantica.
Non è esagerato sostenere che almeno una piccola parte dei dirigenti delle prime organizzazioni neofasciste e poi quasi tutti i dirigenti del Msi erano collusi con le strutture e gli ambienti che abbiamo appena citato, anche perchè quei pochi che non erano imbecilli e si erano con il tempo resi conti di quel che accadeva, lasciarono sicuramente il partito, magari fatta eccezione per qualche isolato caso che, pur ben sapendo come stavano le cose, in buona fede voleva illudersi che era comunque meglio stare dentro che fuori il partito. Contento lui.
Ma se questo è il caso dei dirigenti, non lo era per tutto quel generoso mondo dei militanti i quali ritenevano veramente che il Msi gli potesse offrire la possibilità di recitare di nuovo un ruolo politico da fascisti in Italia.
E sappiamo quanto sangue, quanti anni di galera e sacrifici i camerati in buona fede hanno profuso e pagato per questo partito, purtroppo con il solo risultato di far fare carriera politica ad emeriti farabutti.
Quello del Msi, come giustamente scrissero i fascisti della FNCRSI nella loro stampa, fu un lungo cammino ignobile, fatto di tradimenti, raggiri, subdolo sfruttamento della credulità delle persone e altro, conclusosi come doveva naturalmente e squallidamente concludersi a Fiuggi negli anni ’90.

Ricostruito tutto questo, in linea di principio e di buon senso, non possiamo  però accusare quei fascisti che dietro il pericolo delle mattanze messe in atto dai rossi, accettarono la mano tesa degli Alleati.
Quella mano tesa significava, intanto la salvezza dalle fucilazioni sbrigative e poi, in un certo senso poteva dare la speranza di rendere la pariglia a questi assassini. Prima di fare gli eroi e dire, “io no!”, bisognerebbe pensarci bene.
Ma se questo è comprensibile e scusabile, dobbiamo anche aggiungere che  questa “collusione”, ovviamente, non poteva durare nel tempo e non doveva soprattutto procrastinarsi nel momento in cui con l’Alleanza Atlantica e la subordinazione e colonizzazione del nostro paese, si dimostrava tangibilmente che gli americani avevano interesse a utilizzare materiale umano per i loro scopi.
Finita infatti la tragedia delle “radiose giornate” e colonizzata definitivamente l’Italia, ogni ulteriore collusione con gli americani non poteva che essere tradimento dell’idea e della Patria.
Dell’idea, perchè l’americanismo con i suoi valori rappresentava la negazione totale del fascismo, e della Patria perchè sostenere l’Alleanza atlantica e le ragioni degli Occidentali, nonostante la scusa di Jalta, della guerra fredda e del “pericolo” sovietico, era un tradire gli interessi nazionali.
E purtroppo invece molti proseguirono in questa strada e addirittura entrarono nelle strutture stay behind, le cellule Gladio, ecc., di fatto, mettendosi al servizio degli statunitensi.
Di bassezza in bassezza, di collusione in collusione, ecco che ci ritroviamo poi un certo numero di oramai ex fascisti, anche se ostentavano linguaggio e orpelli per ingannare i camerati, che vennero persino utilizzati nella “guerra non ortodossa, e comunque al servizio dei nemici dell’Italia.

SECONDA CONSIDERAZIONE:
I CONNUBI DEI NEOFASCISTI DAL DOPOGUERRA IN AVANTI CON I SERVIZI O GLI APPARATI DELLO STATO.
Non vorriamo esagerare, ma se si prendono in considerazione le attività dei gruppi neofascisti degli anni ’50 / ’70 si riscontrano purtroppo molte collusioni, che vanno dalle semplici “amicizie” con uomini delle Istituzioni preposti alle strutture di polizia o ai Servizi, alle delazioni, al passaggio di informazioni, fino ad arrivare  a vere e proprie collusioni con tanto di strumentalizzazione in svariate attività.
Furono tutti costoro dei traditori?
Il discorso è alquanto complesso e bisogna fare alcune considerazioni.
In ogni caso, oggi sappiamo che, attraverso il servizio segreto militare (Sios, Sifar e poi Sid) e quello civile (AA.RR.) venivano strumentalizzati personaggi e organizzazioni della destra “neofascista”.
Ma, a nostro avviso, non si deve sempre pensare ai “doppiogiochisti”, cioè a personaggi che si spacciavano per “neofascisti”, ma erano a libro paga, di fatto permanente effettivo, con i Servizi o con le polizie, perchè le cose, come in tutte le realtà della vita, sono alquanto più complesse.
La politica è una prassi decisamente “sporca” e comunque non si pratica “a tavolino”, ma implica, iniziative, relazioni, contatti e azzardi; questo per dire che potrebbero anche esserci stati, personaggi che, diciamo in buona fede, pur se in un momento di demenza mentale, si sono illusi di utilizzare collusioni spurie nell’ottica di avere una chance politica se non rivoluzionaria.  
E’ una possibilità teorica, che vogliamo lasciare, ma che comunque non assolve nessuno anche perchè non possiamo sapere fino dove e fino a quando certe  eventuali collusioni si sono spinte.
Certo, nella maggioranza dei casi di “collusione”, siamo in presenza di veri e propri tradimenti che non meritano neppure di essere attenzionati, ma vogliamo lasciare una possibilità teorica almeno, che in alcuni casi, non si è trattato di “traditori” nel vero senso della parola, ma di imbecilli o di “giocatori di azzardo” o di sprovveduti. E in questi casi saremmo molto più indulgenti a patto che poi, questi eventuali soggetti, una volta resisi conto di come stavano le cose abbiano rotto tutti ponti. Il chè però non è che sia alquanto facile.
La grande diffusione, in questa area del neofascismo, di “amicizie” e comunanze di intenti con certi apparati e personaggi del sistema, ha però anche delle motivazioni umane e psicologiche a cui vorremmo accennare senza calcare troppo la mano. Sono considerazione che non servono a scusare, ma a spiegare.
Certe “amicizie” e comunanze di “intenti”, a mio avviso, si sono spesso stabilite tra il “fascista” e il dirigente di commissariati, questure o comandi dei carabinieri per tutto un essere di “naturali” condizioni e la stessa cosa vale per gli uomini con la Divisa, con gli Ufficiali delle FF.AA.
Sappiamo bene che gli Alleati, a guerra finita, trovandosi nella necessità di riorganizzare questure, commissariati, servizi, ecc. insomma le strutture di prevenzione e repressione dello Stato, utilizzarono più che altro elementi  già al tempo in servizio con il precedente periodo fascista. Erano elementi che garantivano una certa efficienza e affidamento, mentre la cosiddetta Resistenza, di fatto inesistente sul piano militare, non offriva nulla se non addirittura  ex partigiani comunisti.
Si da ora il caso che questi “recuperati” (per esempio il questore Marcello Guida, alla Questura di Milano nel momento di Piazza Fontana era stato dirigente delle guardie alle isole di confino durante il fascismo), erano uomini con un certo senso dello Stato, così come avevano imparato sotto il fascismo, ma non erano di certo fascisti, anzi erano ora servitori di una Repubblica antifascista.
Avevano però una mentalità conservatrice, erano decisamente anti sovversivi e anticomunisti, amanti dell’ordine e così via. A costoro non gli ci voleva niente a coltivare qualche amicizia con i “camerati”, magari fingendo il solito, “ha se c’era Lui”, e così via. 
E sicuramente certi “camerati” ci sono cascati o gli ha fatto comodo cascarci, presupponendo che certe “amicizie” potessero tornare utili. Tornavano utili, si, ma solo al sistema! Anzi, quando con i primi anni ’70 il “vento” era cambiato, i camerati li mandarono anche in galera.
In ogni caso, il piano sul quale poi si giocava tutto, era quello dell’anticomunismo, della comune avversione al comunismo.
Ora è evidente che un fascista sia naturalmente anticomunista, ma è anche evidente che non siamo più ai tempi del 1919 – ‘22, ma siamo nei nostri anni dove la nazione risulta priva di sovranità perchè colonizzata dagli americani.
Ergo, ogni anelito anticomunista, avrebbe dovuto essere messo in secondo piano di fronte all’impellenza di una lotta a tutto campo contro il sistema liberista, la way of life americana, e la Nato. 
Ed invece  sappiamo bene che il ruolo del Msi era proprio quello di coltivare l’anticomunismo a prescindere, viscerale, come confessò Caradonna quando disse che il modo migliore per travasare i fascisti a destra, che di destra ovviamente non erano!, fu quello di farli picchiare e scontrare quotidianamente con i rossi: “più si picchiavano e più i fascisti reduci della Rsi e i nuovi giovani si spostavano a destra”.  
I comunisti poi ci misero del loro, stettero a questo ignobile gioco delle parti, perchè gli faceva comodo praticare l’antifascismo a prescindere. Il risultato furono decine e decine di giovani, di una parte e dell’altra, selvaggiamente fatti ammazzare tra loro, per gli interessi del sistema, durante gli anni di piombo.
Praticamente gli insegnamenti e la pratica del destrismo, finirono per fare dei “neofascisti” dei reazionari, dei conservatori, magari con velleità “rivoluzionarie”.
E su questo piano che avveniva l’ “incontro” tra il fascista e quei servitori dello Stato di cui abbiamo parlato.
Lo stesso fenomeno si verificava poi nei confronti della “Divisa”, laddove si instauravano  istintive “simpatie” tra il fascista e l’”Ufficiale”.
Anche qui sappiamo bene che per un fascista la “divisa” ha un suo valore e ancor più contano i valori combattentistici. Tutto giusto e accettabile.
Per fare un paragone, mentre negli anni passati, un giovane “compagno” sognava come evadere la naia, o comunque gli ripugnava indossare una divisa,  viceversa un giovane fascista era magari ansioso di svolgere il servizio militare e di imparare l’uso delle armi. E visto che il militare, comunque, doveva farlo, preferiva anche farlo da Ufficiale. Niente da eccepire, anzi.
Insomma certi valori, certe magnifiche attitudini e predisposizioni, potevano però costituire un rischio di “intruppamenti”, quando non sostenute da una certa esperienza e da una preparazione ideale e politica. 
E purtroppo questa preparazione politica nell’area del neofascismo è sempre mancata, perchè come abbiamo visto, gli intenti del Msi e dei gruppi di destra erano ben altri e questi movimenti “neofascisti” lavoravano per il sistema e per gli atlantici.
Non a caso nell’ambiente molti giovani sognavano di fare il “mercenario”, dando sfogo ad aneliti di avventura, ma non rendendosi conto che i “mercenari” (oltretutto la Legione Straniera era stata una nostra irriducibile nemica), non potevano essere un “valore”, anzi erano uomini al servizio dell’Occidente, di  sporchi interessi di parte, insomma dei nostri nemici. E quell’anelito dell’avventura, che oltretutto poteva riguardare poche personalità per loro equazione personale, avrebbe dovuto indirizzarsi verso altre attitudini guerriere che i tempi presentavano: dalla partecipazione alla lotta del popolo arabo o dei palestinesi o altri scenari bellici contro i nostri colonizzatori yankee.
Guarda caso invece, alcuni elementi dei Nar, finirono nei primi anni ’80 in Libano a sostenere i Cristiani Maroniti amici degli israeliani.
Ancora una volta e come sempre, lo scellerato e ignobile mondo delle destre, veicolava altre idee e altri interessi.
Ecco allora che un camerata, magari un ottimo elemento, poteva facilmente intrupparsi con l’Ufficiale, con l’uomo con la Divisa, con tutti i risvolti e le conseguenze che questo comportava.
Ecco, abbiamo voluto produrre alcune considerazioni, senza alcuna pretesa che cercano di spiegare alcune situazioni non certo edificanti.