giovedì 27 settembre 2012

SU GLADIO!!!!!!


Ho seguito attentamente i video su Gladio che si trovano su YOUTUBE , anche se conoscevo benissimo tutto quello che vi viene detto.
In sostanza gli interventi più interessanti e pertinenti sono quelli di Vincenzo Vinciguerra che evidenzia alla perfezione il ruolo subordinato dei nostri servizi militari e civili agli atlantici e dei gruppuscoli della destra neofascista ai  nostri Servizi militari e civili e allo Stato maggiore. Essendo i ns. Servizi subordinati ai comandi Nato, questi pseudo neofascisti erano anche in collusione con i colonizzatori del nostro paese. Di fatto un tradimento di quella Patria che a parole dicevano di difendere e il tutto giustificato con un falso e pretestuoso anticomunismo.

Quello che non emerge da questi video è un particolare che, se non fosse tragico farebbe sbellicare dal ridere. Mi spiego.

L’Italia, colonizzata dagli Stati Uniti, venne anche utilizzata come terra sperimentale per guerre di basso profilo, cosiddette “non ortodosse”.
Le stay behind  apparentemente erano strutture antisovietiche, ma in realtà questo era un compito tattico, perchè il loro fine vero era quello di  mantenere divisi e di controllare i rispettivi paesi europei assoggettati. Ergo, qualche neofascista, con il cervello di un neonato, che partecipò alle Gladio, credendo di difendere il nostro paese dal comunismo, in realtà lavora per conto dei nostri colonizzatori interessati a tenerci sottomessi.
E già qui viene una prima risata verso questi poveri deficienti. Parlo di quelli eventualmente in buona fede, perchè molti altri erano solo dei farabutti prezzolati, spie e provocatori.

Ma andiamo avanti.
Gli Stati Uniti in realtà avevano una esigenza tattica, quella di contrastare eventuali sconfinamenti dei Sovietici dalle aree geografiche a loro assegnate e una esigenza strategica quella di cooperare, in base agli accordi di Jalta con i Sovietici stessi, per mantenere soggiogati i rispettivi paesi assoggettati nella Nato e nel Patto di Varsavia. Partiti, popolazioni e governi d’Europa furono divisi tra fautori della Nato e fautori del Patto di Varsavia: divide et impera!
Ma le strategie americane non sono sempre state uniformi.
Se ricordate, dalla fine degli anni ’60 e fino al Watergate (1974) gli USA furono sconvolti da forti movimenti di contestazione, dai grandi movimenti rivendicativi dei negri, alle marce contro la guerra nel Vietnam, alla contestazione giovanile, alla filmografia che cercava di forzare l’introduzione nella cultura americana di modelli esistenziali neoradicali.
Dietro queste rivolte e movimenti contestativi, vi erano ben precise consorterie e lobby di Alta Finanza, proprietarie dei grandi giornali americani (anche l’ebraismo ebbe una sua parte e non a caso era in auge la figura dell’ebreo radicale e di sinistra): l’obiettivo era quello di prendere in America tutto il potere, cosa che fu raggiunta in pieno dopo il Watergate e la sostituzione di tutti i vecchi Servizi statunitensi.
Si tenga presente questa duplice condotta americana: da una parte esigenze tattiche che li portavano a utilizzare ambienti di destra per controllare i governi italiani (non si doveva consentire nè un raggiungimento del Pci al governo, nè che il nostro paese si imbarcasse in politiche di equidistanza internazionale, in particolare nel medio oriente,  o in tentativi di indipendenza energetica (vedi Mattei che fu necessario assassinare); da un altra parte, invece, specialmente dopo che certe forze avevano preso il potere nelle amministrazioni americane,  la strategia americana, o per meglio dire, a questo punto “mondialsita”, era quella di spingere il nostro paese verso forme progressiste e verso un certo modernismo esistenziale che sovvertisse la vecchia cultura cattolica e borghese.
Ecco che allora ambienti di destra neofascista, in un momento di gravi esigenze strategiche nel mediterraneo, messo in crisi dalla guerra dei sei giorni (1967 – 1971), vennero scatenati per sovvertire l’ordine pubblico con  operazioni di false flag e infiltrazioni varie,  promettendo loro il premio di uno “stato di emergenza”, se non di un golpe simile a quello greco dei colonnelli, ma in realtà gli atlantici non avevano alcun interesse a forzare così la mano nel nostro paese e quindi utilizzavano queste truppe cammellate per “stabilizzare” la situazione, ovvero impaurire l’opinione pubblica e ingessare i governi di centro sinistra di allora, già di per sè in crisi, in modo che l’Italia, in quel momento critico per il mediterraneo e il medioriente,  non si muovesse dalla sua rigida collocazione atlantica.
Terminata questa esigenza tattica con i primi anni ’70, la strategia americana cambiò radicalmente, anche in virtù dei cambiamenti che si ebbero negli USA dopo il Watergate  e i servi sciocchi di destra nostrani vennero buttati a mare, fatti finire in galera, sputtanati. Lo stragismo cambiò radicalmente segno, ora non più bombe da accollare ad anarchici e rossi, ma servivano bombe da accollare ai neri, ai fascisti.
Da Brescia in avanti, la strategia della tensione disegnò nel paese il cliscè del bombarolo nero e quella strategia della tensione era funzionale a spingere  la nostra società verso quella cultura neoradicale e quel certo progressismo che era stato previsto.
Molti destristi, lasciati allo sbaraglio divennero schegge impazzite e ci sarebbe da ridere al pensiero che il loro infame lavoro, in definitiva, fu utile alla trasformazione progressista del nostro paese, altro che anticomunismo!
Maurizio Barozzi