lunedì 26 marzo 2012

MA QUALE DEMOCRAZIA?


Per prima cosa sappiamo benissimo che la Democrazia, comunque la metti, è un sistema calibrato per i furbi e per chi ha disponibilità finanziarie con le quali si possono manipolano le menti e le coscienze e ottenere consensi. Ergo, comunque l’avresti messa, una vera democrazia partecipativa sarebbe risultata impossibile e d’altronde non la voleva nessuno.
Seconda cosa. Vi è una sostanziale differenza tra i primi cinquanta anni della Repubblica democratica antifascista e questi, per ora, venti anni della Seconda Repubblica, ancor più allineata su presupposti mondialisti.
Al tempo, come afferma l’autore, alcune oligarchie di gruppi di interessi si incistarono nei partiti politici e nel Parlamento, al quale si deve anche aggiungere il controllo eseguito da potenze straniere, in particolare gli Usa, che inserendo il nostro paese nel sistema Nato, con tutti gli alti comandi delle nostre FF.AA. e dei Servizi, subordinati a quelli atlantici, lo rendevano una colonia. E guai a chi sgarrava, ne sanno qualcosa Mattei e Moro, ma non solo.
Tuttavia tutto il baraccone democratico nazionale si reggeva su alcuni presupposti di ordine politico ed ideologico e questo fatto, sembra un paradosso, ma non lo è, limitava il raggio di interferenza di quelle oligarchie, soprattutto quelle di tipo banksters che sono poi quelle che veramente contano.
Si da il caso, infatti, che il popolo bue, italiano, era grosso modo diviso in strati culturali e ideologici, per i quali i social comunisti votavano per i partiti di sinistra, i moderati di cultura cattolica erano per la DC, le minoranze delle destre si attestavano, una parte nel Msi che ne abbindolava quanti avevano un loro riferimento nostalgico nel fascismo (un riferimento ovviamente stravolto dalla sostanza di “destra” del missismo) e altri nell’area moderata  liberale.  
Accanto a questi principali partiti ruotavano poi alcuni partitelli di natura clientelare (Psdi, Pri, ecc.).
Era ovviamente tutto un gioco delle parti, perchè tutti i partiti, oltre ad essere ben compenetrati nel sistema democratico, da loro condiviso ed accettato e che assicurava ad personam ricche prospettive, accettavano anche la spartizione geopolitica stabilita a Jalta, compresi i comunisti.
Di fatto, sostanzialmente ed anche ideologicamente parlando, nè il Pci era un vero partito comunista marxista leninista, nè tanto meno il Msi era un partito fascista.
Su queste ipocrite divisioni politiche – culturali – ideologiche, giostrava tutto il baraccone democratico, e i partiti politici, attraverso le loro Segreterie, avevano il controllo delle spinte centripete che potevano venire dal loro elettorato e si spartivano il potere.
Questo sistema, ovviamente, non era molto conveniente per quelle oligarchie che controllavano i partiti, le quali dovevano, obtorto collo, sempre lasciargli un minimo di potere politico decisionale e i cui segretari di partito non potevano troppo discostarsi dai presupposti culturali ed ideologici del loro elettorato, nè era l’ideale in funzione di una futura omologazione mondialista.
Tanto è vero che, per ben quindi anni, è stato anche necessario, per mantenere il più stretto controllo, praticare in Italia una guerra non ortodossa, di matrice occidentale, al fine di destabilizzarne il quadro politico e sociale, per stabilizzare, ovvero ingessare ogni velleità o spinta governativa verso un minimo di aneliti di indipendenza, o nel campo energetico o dal sistema Nato.

Con il colpo di stato silenzioso, organizzato da Mani Pulite, si potè così arrivare alla Seconda Repubblica, dove in pochissimi anni sono stati smantellati tutti i retaggi ideologici, sia a destra che a sinistra e i partiti sono stati, per così dire “americanizzati”. In tal modo ogni partito è diventato l’altra faccia della medaglia di un altro, proprio come negli States, lasciando solo una generica, ma falsa,  divisione tra conservatori e progressisti.
E’ in questo modo che è stato possibile portare direttamente al governo i cosiddetti “tecnici” o uomini direttamente prelevati dal sistema finanziario. Si cominciò con Amato, poi Ciampi, Prodi, ecc., fino ad arrivare ad un governo totalmente composto di tecnici baniksters.
Oltretutto questo nuovo sistema democratico consente di far eleggere, con molta più facilità pagliacci e uomini di spettacolo, nei vari partiti senza capo, nè coda dello schieramento politico. Un tempo questo fenomeno deprimente, avveniva sporadicamente grazie al partito radicale, del resto il partito battistrada del mondialismo, oggi è diffusissimo e sappiamo bene, perchè il sistema americano ce lo insegna, che spesso vengono eletti e portati nelle stanze di potere, emeriti pagliacci che sono facilmente controllabili dalle lobby che li hanno finanziati.
Nè questo cambiamento strutturale del baraccone democratico ha apportato, un minimo di “pulizia”, presupposto per il quale era stato imposto nel 1992, perchè il sistema della corruzione, tangenti e ladrocinio è connaturato a qualsiasi sistema democratico.
Maurizio Barozzi