Cari mezzi di informazione,
chi vi
scrive è un economista che da tempo cerca di denunciare pubblicamente,
attraverso conferenze, libri, articoli e video, in maniera indipendente ed
autonoma, il reale funzionamento del sistema economico.
Rivolgo
la mia domanda ai principali mezzi di informazione, sia della carta stampata,
che della televisione e delle radio: perchè continuate a tacere sul reale
funzionamento del sistema economico, senza informare la collettività della
grave truffa del signoraggio
bancario, ossia il profitto che ottiene chi crea moneta (si
distingue in primario e secondario a seconda che si tratti della creazione
fisica di monete e banconote oppure della creazione elettronica di moneta),
sulla perdita di sovranità monetaria da parte di un Paese privato del suo
potere più importante, ossia emettere moneta e, ancora, continuate ad agire
senza denunciare il diktat imposto da istituzioni sovranazionali, non elette da
alcun cittadino, che decidono circa la nostra politica monetaria e, quindi,
sugli aspetti della nostra vita?
L'argomento
del signoraggio è
ampiamente discusso sul web, poichè almeno lì si ha ancora la facoltà di far
circolare certe informazioni attraverso blog o siti indipendenti; sui
mass-media nazionali, invece, c'è una forma di chiusura totale verso certi
argomenti, a mio avviso per due motivi: il primo connesso al fatto che certi
organi di informazione siano collusi con gli stessi artefici di questo sistema
economico basato sullo sfruttamento dell'essere umano; il secondo motivo è
l'ignoranza da parte di coloro che avrebbero il compito di informare i
disinformati. Tendo a propendere per la prima ipotesi.
Produrre
intere puntate televisive in onda in prima serata o scrivere intere pagine di
quotidiani raccontando i disagi della disoccupazione giovanile, la lotta
all'evasione, l'aumento dello spread, l'aumento del debito pubblico, il PIL che
non cresce, significa
discutere degli effetti, non della causa.
Tutti i
disagi connessi alla mancanza di lavoro, all'inefficienza dei servizi pubblici
e alla riduzione sempre più drastica del benessere collettivo partono tutti dal
fatto che uno Stato, soggiogato dallo strapotere dell'oligarchia bancaria e
delle grandi corporations, non potrà mai esaudire azioni nell'interesse del
popolo che dovrebbe, invece, godere della sovranità come afferma il primo
articolo della nostra Costituzione: "L'Italia
è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al
popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
Visto
che la realtà è diversa riscriviamo allora l'art.1 della Costituzione,
modificandolo in: "L'italia
è una repubblica anti-democratica poichè non tiene conto del volere del popolo,
in quanto il potere è diretto da istituzioni sovranazionali non elette
democraticamente da alcun cittadino. La sovranità appartiene alle banche
centrali, ossia società private, che la esercitano per emettere moneta e
prestarla agli Stati".
Anche i
legislatori, come i mass-media, sono collusi o disinformati per non apportare
una simile modifica a livello costituzionale?
Non è forse vero che un Paese privato della sovranità monetaria sarà sempre soggiogato ai mercati finanziari e alle banche? Per originare la spesa pubblica atta a produrre beni e servizi utili al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini lo Stato non può emettere moneta, come sarebbe logico fare, ma dovrà emettere Titoli di Stato, gravati di interessi, e venderli alle banche in cambio di moneta. Moneta questa che viene stampata dalle banche a costi quasi nulli (valore intrinseco), ma addebitati al valore nominale; un sistema che genera il vortice senza fine del debito pubblico da cui non c'è via di scampo, dove lo Stato subisce il doppio diktat delle banche: da un lato quando deve chiedere denaro in prestito, pagando pure copiosi interessi (l'Italia sborsa ogni anno circa 80-90 milardi di euro solo di interessi), e dall'altro lato quando queste istituzioni sovranazionali impongono di ridurre il debito (creato dalle stesse banche) introducendo misure di austerità, quali tagli della spesa pubblica ed aumento delle tasse, favorendo in tal modo le privatizzazioni, da cui ne traggono benefici le grandi corporations.
Un sistema economico che così come strutturato sventra l'apparato statale a tutto beneficio di entità private, banche e corporations, e a tutto svantaggio della collettività che ne paga le nefaste conseguenze.
E quale
sarebbe l'utilità di quelle tribune politiche tradotte in ore di
"comizi" televisivi in cui si discute di problemi marginali? Non sono
forse una farsa atta a lobotomizzare le masse pur di non parlare del reale
problema del signoraggio e della perdita di sovranità monetaria?
Discutere
degli effetti e non della causa sono "armi
di distrazione di massa" che hanno lo scopo di dirottare
l'opinione pubblica ad interessarsi di stupidaggini, pur di deviare
l'attenzione dalla vera truffa di cui ne siamo tutti vittime.
Eppure
il mondo del web ha ben sottolineato, attraverso fiumi di parole e video, la
gravità di questa tematica ma, nonostante tutto, giornali, programmi tv e radio
continuano a tacere. Quanto prima, quando una percentuale maggiore di persone
verrà a conoscenza del reale funzionamento del sistema economico, così come
strutturato oggigiorno, i mass-media, come del resto la magistratura e tutti
quei politici che finora hanno censurato l'argomento, verranno condannati sul
patibolo mediatico il cui giudice sarà il popolo, pronto a individuare corrotti
e collusi del nefasto sistema economico di cui ne siamo parte.
Solo
gli intelligenti si renderanno conto che è da folli continuare a innalzare
barriere atte ad occulatare la lotta al signoraggio, poichè esse si
sgretoleranno quanto prima ed allora non ci sarà più tempo per ricorrere ai
ripari, perchè come si legge nelle aule dei tribunali "Ignorantia legis non excusat"
(La legge non ammette ignoranza), anche il popolo non ammetterà l'ignoranza dei
mass-media di fronte ad argomenti di importantissima rilevanza e la
collettività, come un giudice pronto ad emettere la sua sentenza finale,
arriverà a condannare i mezzi di informazione come collusi agli stessi
corruttori, rappresentati questi ultimi dall'oligarchia bancaria, la quale
verrà accusata di violazione
degli artt. del c.p. 241 (Attentati contro la integrita’,
l’indipendenza o l’unita’ dello Stato), 283 (Attentato contro la costituzione
dello Stato), 648 bis (Riciclaggio), 501 (Rialzo e ribasso fraudolento di
prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio), 501 bis (Manovre
speculative su merci), 416 (Associazione per delinquere), 61 (Circostanze
aggravanti comuni), 580 (Istigazione al suicidio) ed altri di questi gravissimi
delitti.
Il
ladro continuerà ad agire indisturbato finchè coloro preposti a diffonderne
notizia ed a catturarlo non decideranno di compiere il loro dovere; ma se il
popolo si accorgerà che "lo
sceriffo" chiude non uno, ma entrambi gli occhi ai gravissimi
reati compiuti dal ladro, allora lo sceriffo verrà ritenuto pienamente
responsabile e colpevole quanto il ladro per i gravissimi reati che stanno
mietendo numerose vittime in termini sia fisici che psichici, sia a livelli
nazionali che internazionali.
C'è un
famoso aforisma di Henry Ford che cito: "E' un bene che il popolo non comprenda
il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse
credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina."
Bisognerebbe
chiedersi per chi sia un bene? Scommetto che molti sanno la risposta, ma ancora
una volta si nasconderanno dietro le barriere dell'immobilismo e dell'oscurantismo,
piaghe sociali queste di cui i mass-media ne sono emblematici portatori.
Le
soluzioni per un sistema economico più equo ed in grado di garantire maggior
benessere per i cittadini esistono, ma se non si offre la possibilità di capire
il vero problema non ci sarà spazio per proporre le soluzioni più adeguate.
Tutti i
mezzi di informazione che leggeranno questa mia lettera sono invitati a
rispondere, enunciando il loro punto di vista su questa tematica scottante
quanto grave circa la censura del problema del signoraggio bancario.
Salvatore
Tamburro